13 giugno 2008

Soluzione tribale al problema politico delle intercettazioni

Nel bel mezzo delle mie conversazioni telefoniche, sia che parli di quanto sia basso o laido Silvio Berlusconi che di come sovvertire l'ordine geopolitico internazionale, mi premuro sempre di offrire i mie "saluti alla Digos in ascolto" -così recita oramai la mia formuletta tant'è che alcuni miei amici oramai mi anticipano sui tempi e se la giocano loro, ché così sti infamoni si ingraziano il maresciallo o l'attendente all'ascolto, traditori! Purtroppo la Digos -se mi devo vedere criminale almeno voglio credere di essere un sovversivo, quindi sono fermamente convinto che siano loro e solo loro ad ascoltarmi- non è mai stata altrettanto gentile ed educata, mai un saluto, nemmeno un bisbiglio, un contatto telefonico casuale, un colpo di tosse anche soffocato, qualcosa che mi segnalasse la loro presenza, ma io continuo con fiducia a porgere i miei sentiti omaggi.

E forse è proprio questa mia frequentazione, chiamiamola immaginaria ma mica ne son così sicuro, con le intercettazioni che mi spinge a formulare alle itale genti una proposta alternativa all'esplicito favoreggiamento della criminalità del neo-governo del vetero-Berlusconi (sì, è sempre lui, prova a salvarsi come al solito, non vi preoccupate, anzi, preoccupatevi) che limita le intercettazioni, ovvero quella che potrei chiamare la Soluzione Tribale Al Problema Politico della Intercettazioni (S.T.A.P.P.I).

Credo di aver letto da qualche parte, o forse di averlo solo immaginato -aridaje-, che nelle tribù di una volta, o perlomeno in qualche tribù stanziata da qualche parte, prima che i re, i diritti divini e cose simili scompaginassero per sempre i meccanismi geografici e sociali del potere, la "residenza" del Capo era messa al centro del villaggio di modo che fosse protetto da eventuali attacchi esterni ma soprattutto perché così fosse possibile controllare cosa faceva. Insomma avevano trovato una discreta soluzione al quis custodiet ipsos custodes -who watches the watchmen se siete fumettari. Ebbene qui da noi è un po' di tempo che si parla di Casta, dei politici bramini e di elettori paria, ed allora forse questo è l'unico tentativo democratico per riequilibrare il tutto, o perlomeno compensare il potere politico sempre più svincolato dal legame con il resto della comunità: per diventare parte della classe/casta politica si chiede al singolo di rinuciare alla sua privatezza, al suo sé privato in cambio di un discreto potere, deve quindi installarsi un microfono sottocutaneo sempre acceso, una di quelle cose da film di spionaggio che inoltre lo localizzi sempre. In più creiamo sul web delle belle radio in streaming, una per ogni parlamentare, assessore o consigliere circoscrizionale, così quando voglio sapere che fa uno dei "capi" mi connetto e sento cosa sta facendo, lo localizzo in google maps (che fa tanto web 2.0), magari facciamo pure una bella applicazione per iPhone -yeah!- che se sei in zona ti segnala il politico a te più vicino così da poterlo controllare. A me pare uno scambio equo, trasparente e non coercitivo che darebbe per la prima volta la possibilità di conoscere davvero i propri rappresentanti. Se poi non si trova nessuno disponibile alla carriera politica a queste condizioni, beh, nessun problema, eliminiamo la classe politica e ci diamo all'anarchia, che è meglio.

12 giugno 2008

Cita che ti passa

Tra gli scaltriti pratici di oggi, la menzogna ha perso da tempo la sua onorevole funzione di ingannare intorno a qualcosa di reale.

Adorno
dopo la citazione di Bernard Williams di un mesetto fa, oggi Giuseppe D'Avanzo su Repubblica se ne esce fuori con questa bella citazione di Adorno, ché il ragazzo con i filosofi ci si deve baloccare spesso, o forse esiste un bel prontuario di citazioni filosofiche per il giornalista culturalmente intrepido, non so. Comunque la citazione è tratta da un articolo in dove si spiega come Berlusconi stia muovendo i fili della sicurezza, delle intercettazioni e del potere in genere per salvarsi da due processi, ma tanto quello lo sappiamo, no?, meglio consolarci con le citazioni

10 giugno 2008

«Ma chi vi ci vuole»

Di tutta sta cosa del Pd che dice noi nel PSE non ci entriamo, al massimo, ma proprio al Massimo D'Alema, cambiamo il nome del PSE e ci si può pensare... beh, io di tutta sta cosa non ho ancora capito perché il PSE in coro non dice «Ma chi vi ci vuole»

06 giugno 2008

Stefano Bollani: Ordine agitato


oggi esce in edicola con l'espresso e repubblica Ordine Agitato, omaggio alle occasioni perdute, ovvero la colonna sonora che Stefano Bollani ed il suo quintetto, i Visionari, avevano registrato per il film Caos Calmo ma che alla fine la produzione ha rifiutato, mannaggia a loro.
Qui il booklet, sono 8,10 euro, caldamente consigliato.

05 giugno 2008

McCain vs Obama, ovvero Nonno Simpsons contro il dottor Hibbert

All'America si è chiusa la partita per la nomination democratica, Lei ha perso le primarie come na Rosy Bindi qualsiasi (ok, un po' più di voti, ma è il risultato che conta) e Lui si prepara al match quello vero. Ed allora qua tocca leggere lo scontro di novembre con le inoppugnabili e decisive categorie della più raffinata, e continuativa, analisi sociologica dell'America: I Simpsons.

Ed allora non c'è scampo, McCain vs Obama nei termini dei Simpsons non è altro che Nonno Simpson vs il dottor Julius Hibbert.

















Nonno Simspon, come Nonno McCain, non fa altro che rifugiarsi nel suo ipotetico passato mitico, ovvero quello che li ha visti combattere, Abraham nella seconda guerra mondiale e John in Vietnam con relativa prigionia. Condividono entrambi una spiccata attitudine all'irosità e un brutto carattere, entrambi si addormentano spesso e di botto e cadono in stati confusionari e contradditori (McC è famoso per aver votato nei suoi anni al parlamento tutto ed il contrario di tutto), e soprattutto sono vecchi e tutti stanno lì a dirgli «guarda che sei vecchio», «c'hai na pessima salute», ché in loro presenza pare non si riesca a parlare d'altro.



Obama e Hibbert invece sono due black guys affermati, provenienza dal mondo delle professioni, avvocato l'uno e medico l'altro, insomma upper class afroamericana, entrambi con sofisticata black wife accanto -somiglianti non a caso anch'esse fra loro - e un po' di pargoli, tutti e due giovini ma non troppo e con sorriso smagliante, che Hibbert adopera nevroticamente anche per le pessime notizie, il che mi pare estremamente coincidente con la strategia di Barack.
Se poi qualcheduno dotato di buona memoria ed adeguata cultura simpsoniana, stesse qui pensando «Ma come, sto tizio del blog col nome stupido è rincoglionito, non si ricorda la puntata in cui fanno vedere che il dr Julius Hibbert fa parte del Partito Repubblicano di Springfield?», beh, sinceramente non potrei che replicare «appunto».

UPDATE: come Alex mi fa giustamente notare sia Hibbert che Nonno Simpson fanno parte dei Tagliapietre (sorta di massoni di Springfield). E direi che ci vuole dunque un altro «appunto!».