23 aprile 2010

José che scrive e vive più e più volte


Oggi entrando in libreria per festeggiare degnamente la festa mondiale del libro, ovvero lo sconto del 20%, ho scoperto che José, José che stava per morire e Pilar ce l’ha ridato, José che ci ha reso ciechi, inermi e avvolti da un bianco lattiginoso come nemmeno il nulla, José e il suo manuale di pittura e calligrafia, iniziazione vera e sublime alla scrittura che tanto vorrei, José duplicato, José Ricardo Reis, José blogger, José Saramago ha scritto un nuovo libro, Caino.

Inizia così:
Quando il signore, noto come dio, si accorse che ad adamo ed eva, perfetti in tutto ciò che presentavano alla vista, non usciva di bocca una parola né emettevano un sia pur semplice suono primario, dovette prendersela con se stesso, dato che non c’era nessun altro nel giardino dell’eden cui dare la responsabilità di questa mancanza gravissima, quando gli altri animali, tutti quanti prodotti, proprio come i due esseri umani, del sia-fatto divino, chi con muggiti e ruggiti, chi con grugniti, cinguettii, fischi e schiamazzi, godevano già di voce propria. In un accesso d’ira, sorprendente in chi avrebbe potuto risolvere tutto con un altro rapido fiat, corse dalla coppia e, uno dopo l’altro, senza riflessioni e senza mezze misure, gli cacciò in gola la lingua. (se volete segue su repubblica, ho scoperto che l’hanno messo pure loro, e son più bravi a copiare)
Per la seconda volta José che ha trovato la caverna, ha sospeso la morte per gioco e per vero, se la prende con dio e con le sue storie, e dopo Il vangelo secondo Gesù Cristo ritorna alla bibbia, in questo caso dal versante del vecchio testamento, la parte con più azione, sangue e incesti per capirci, e alle prevedibili (istintive? automatiche? pavloviane? spiritate? non so bene come caratterizzarle) reazioni della chiesa, che d'altronde vive da tempo solo di reazioni e reazionari, José che ha vissuto nell'elefante, José che non pubblica più con Einaudi, José che è già mago da tempo ed ha adempiuto all'omen che accompagna il suo nomen, insomma José lettore e scrittore ha risposto semplice semplice, chiaro chiaro, rivendicando (nient'altro? ma è tantissimo, quasi tutto) il suo essere lettore e scrittore, dichiarando:
«La Chiesa vorrebbe piazzare un teologo dietro ciascun lettore della Bibbia per spiegargli ciò che sta leggendo e sostenere che quello che legge va interpretato in modo simbolico. Ma il diritto di riflettere appartiene a ciascun individuo»