27 marzo 2006

Žižek Vs Berlusconi

"Noi vogliamo una Italia che non diventi un paese plurietnico, pluriculturale. Siamo fieri della nostra cultura e delle nostre tradizioni"
dice oggi Berlusconi, riecheggiando il buon Marcello Pera ed i suoi allarmi di meticciato, che riecheggiavano il becero razzismo pseudo scientista anni ’30, che a sua volta altro non era che la traduzione di medesime pulsioni italiche ben precedenti, soprattutto grazie all'amore che le gerarchie cattoliche ci avevano instillato verso gli ebrei [e poi c’è chi si chiede perché Umberto Eco abbia intitolato una raccolta di suoi recenti articoli A passo di gambero].

Beh sinceramente, visto il mio periodo zizekiano, non posso che glossare con un suo estratto:
Noi non crediamo più veramente; semplicemente, seguiamo (alcuni) rituali e usi religiosi per rispetto allo «stile di vita» della comunità a cui apparteniamo (pensiamo al proverbiale ebreo non credente che segue le regole kosher «per rispetto della tradizione»). Cos'è uno stile di vita culturale se non il fatto che, anche se non crediamo in Babbo Natale, a dicembre c'è un albero di Natale in ogni casa e anche nei luoghi pubblici? Forse, allora, «cultura» è il nome che diamo a tutte quelle cose che pratichiamo senza crederci veramente, senza «prenderle sul serio». Non è questo anche il motivo per cui la scienza - fin troppo reale - non rientra in questa nozione di cultura? E non è questo anche il motivo per cui liquidiamo i credenti fondamentalisti - che osano prendere sul serio il loro credo - come «barbari», come anti-culturali, come una minaccia alla cultura? Oggi, in ultima analisi, percepiamo come minaccia alla cultura coloro che vivono la loro cultura immediatamente, che non si distanziano da essa.

25 marzo 2006

No guru, no method, no teacher


una bella storia di un messia, che senza bisogno di croci ed ammenicoli vari, si dimette da dio in terra; trovata così, per caso, sul blog di luca sofri, e che porta ad un bellissimo album di Van Morrison quand'era mistico

24 marzo 2006

Libri vecchi e barattoli vuoti

« Se avessimo avuto in mente di fondare l’ennesima rivista “contenitore”, non l’avremmo fatto. Tabard non si configurerà come semplice osservazione di quanto avviene nel campo delle arti e delle scienze, ma su questo porterà necessariamente il proprio punto di vista. Tabard è un progetto militante. “A colpi di libri vecchi e barattoli vuoti”, come voleva il protagonista del film Zero in condotta di Jean Vigo, da cui questa rivista prende il nome ».

Con queste parole, tratte dall'editoriale del suo primo numero, la rivista Tabard si presenta ai lettori. Il progetto, a cura dell'associazione bolognese Il Pasticciaccio, intende condurre la propria ricerca assumendo il relativismo come prospettiva privilegiata. Alla base di questa scelta c'è la volontà di sviluppare un'analisi complessa della realtà rifiutando le spiegazioni semplicistiche e la riduzione del molteplice all'Uno.

L'indagine che Tabard porta avanti ha la finalità di sortire - ci si augura - un effetto positivo sulla realtà sociale. Compiere un passo in questa direzione vuol dire innanzitutto riconoscere la condizione di disagio in cui si trova la società capitalistica. Il secondo numero della rivista (marzo 2006) ha tentato di identificare la tendenza verso l'autoritarismo come uno dei molteplici aspetti di questo disagio, sottolineando come nella società italiana sia possibile riscontrare i segni di una pericolosa deriva autoritaria.

Anastasia Frugaballe



Mio dio mi scompiscio...
M'è appena arrivata questa cartolina via email, da una tizia (molto premurosa devo dire) che si chiama (o si fa chiamare) Anastasia Frugaballe... e qui mi scompiscio ancora di più... mai nome fu più azzeccato...
all'inizio pensavo fosse uno scherzo. Ma sono andato sul sito di FI e davvero fanno inviare questa cartoline qua.
E' incredibile, nella lista mancano solo pietro gambadilegno e l'uomo nero. E comunque IO VOGLIO I NO GLOBAL AL GOVERNO... sfasciate tutto ragazzi...sfasciate TUTTO! fate tabula rasa di questa democrazia mortalmente moderata. Io intanto mi scompiscio.

23 marzo 2006

Il Sondaggio Definitivo

La esolutions data, leader globale di statistiche, pubblica gli ultimi e definitivi sondaggi sulle elezioni politiche italiane 2006 qui.

Se siete pigri e non volete cliccare leggete qui:

The Italian Political Election 2006 poll statistic shows that Casa delle Libertà is at 57%, Unione is at 38%, Others is at 5%. Clearly, this pattern indicates that the Casa delle Libertà (the italian for "House of Liberties") will win 9th April 2006 Election without any reasonable doubts, although almost the totality of the italians are comunists.


Traduco: Il sondaggio per le Elezioni Politiche italiane 2006 mostra che la Casa delle Libertà è al 57%, l'Unione è al 38%, gli altri al 5%. Chiaramente, questo campione indica che la Casa delle Libertà vincerà le elezioni del 9 aprile 2006 senza alcun ragionevole dubbio, nonostante che quasi la totalità degli italiani siano comunisti.

Ah, ovviamente si tratta di uno scherzo, se non l'avevate capito è perché troppi sondaggi americani (di fatto, non di nazionalità) vi hanno fritto il cervello.

Via blog di Cristian Contini nell'articolo Statistiche Subito (Finte? Vere? Che Importa?) in cui spiega

Un classico: vi chiedono una statistica, un grafico un diagramma entro 10 minuti per giustificare un budget. O per andare in Tv.
Et voilà, una bella statistica che "è perfino su internet"...


Ed io l'ho riapplicato in politica... vabbè mica sono stato il primo, no?

da I Pollitici

di alieni, religioni e cartoni scandolosi


Sarà che sto leggendo un libro dello psicanalista/filosofo/marxista polacco Slavoj Žižek, Credere, cha parla, fra le molte altre cose, di New Age e misticismo internettiano come forma di propagazione del capitalismo globale- non vi preoccupate, ci ritornerò prossimamente sopra per ammorbarvi .

O forse sarà che grazie a Jonny sto riapprezzando sempre di più Southpark.

Comunque beccatevi questo, ovvero il video della puntata di Southpark che ha fatto "scandalo" attaccando la nobilissima e illuminatissima setta di pazzi scatenati di nome Scientology.
E già che ci sono ecco la storia illustrata di 'sta setta di celebrità seguaci di Ron Hubbard, su segnalazione di giavasan.

p.p. [post post] se ve la volete scaricare la puntata, beh, allora guardate qui sotto

22 marzo 2006

Cattura la rete


Ogni tanto, dopo molto tanto a dirla tutta, questo blog si riscopre di servizio. Ho appena scoperto che c'è un modo per scaricare i video da googlevideo, youtube o siti simili. Basta andare qui, copiare l'indirizzo del video interessato e scaricare il file rinominandolo con l'estensione ".flv".
Poi scaricate qui il flvplayer necessario per vedere i video.

L'ho appena testato e funziona che è un piacere che funzioni.

musica sardoMacedone

Mentre l’Italia è spaccata [o forse spacciata] fra Ruini e Della Valle, io, irresponsabilmente, me ne sono stato a sentire dueoreetrentacinque di ottoni macedoni, alias la Kočani Orkestar. Ed ho dimenticato le beghe e le crepe, l’ultima riva e la deriva, saltellando e vibrando come una pelle di tamburo.

I due italo-sardo-jazzisti Paolo Fresu ed Antonello “genioautodidatta” Salis erano della serata –come si dice in gergo. Rispettivamente con tromba/flicorno elettronizzati e pianoforte/fisarmonica si divertivano come dei sardi a improvvisuonare sul fraseggio ritmico compulsivo delle musiche balcanico-macedoni, che Bregović ci portò riarrangiate anni fa “saccheggiandole” alla grande tradizione slava [alcuni della Kocani suonarono nella ost de Il tempo dei gitani].

L’Orkestar è stata aspra e vitale, sempre intessuta da un sottotraccia zingaresco malinconico, con quelle note zigrinate a cadere l’una sull’altra a perdifiato senza perdere però uno strano lirismo. Salis al piano preparato dissonava, armonizzava iper-aperto e diventava percussionista efferato, Fresu si mischiava volentieri all’Orkestar, per poi svolazzare o mettersi a dialogare con questi precisissimi strumentisti tutto istinto ed estrosità.

Ed io ho goduto come un sardomacedone per dueoreetrentacinque , ed ancor di più nel finale del finale, quando l’Orkestar è scesa in platea e ci ha un fatto un paio di pezzi –fra cui una purissima perché ruvida Kalashnìkov- lì per lì, da vera grandissima banda. Ho ballato e saltato come un pistone di un basso tuba.

Il cd della Kočani con Fresu e Salis costa 8 euro, edizioni il manifesto cd,
vedete un po’ che dovete fà.

seguirà, di qui a pochi giorni, proposta di vacanza a tema

18 marzo 2006

Lessico da propaganda

Vorrei attirare la vostra attenzione sul simpatico, nonché ignobile, modo di fare propaganda che si sta propagando (appunto) sulle reti televisive.
Sul Tg4 il termine cooperative è stato sostituito stabilmente dal termine cooperative rosse mentre anche in una trasmissione sportiva, Studio Sport su Italia 1, quando si parla del Milan, si nomina il presidente di tale società con l'espressione "il Premier Berlusconi".
Mi astengo da ulteriori commenti ma vi invito a farne, magari aggiungendo altri simpatici aneddoti su come la televisione italiana stia applicando sistemi di propaganda simili a quelli nei comunicati stampa dell'esercito statunitense in Vietnam.

14 marzo 2006

1000 confronti elettorali di pagine non berlusconiane se non prodiane di realtà vaga... ho sforato?


1000 pagine viste dai nostri utenti! Se non la realtà raggiunge e supera questo prestigioso traguardo dopo solo 11 giorni e mezzo di rilevazioni statistiche!
Ok, siamo stati noi stessi Contributors a fare il 90% delle visite, ma questo non ci toglie il diritto di festeggiare!

Io ad esempio ho festeggiato guardandomi e registrandomi il confronto Berlusconi/Prodi in cui com'era prevedibile (c'ho fatto, e vinto, anche una scommessa), Berlusconi ha sforato il tempo concesso (i 2 minuti e 30 secondi per le risposte e il minuto per le repliche) nel 95% delle volte, mentre Prodi solo il 5% (dati approssimativi, poi cronometerò tutto con più accuratezza). Il problema non è il tempo in più, perché poi è stato dato ogni volta del tempo aggiuntivo a Prodi per ripareggiare i conti... il problema è che quando ci sono delle regole Berlusconi se ne infischia e anche quando il moderatore lo richiama lui continua. E non basta recuperare, perché ormai le regole sono infrante. Se io rubassi 50 €, basterebbe a pareggiare i conti se, in risposta, tutti rubassero 50 € ciascuno?

Per concludere in bellezza, nell'intervento finale a tema libero, Berlusconi si è lamentato lungamente di queste regole che non permettono di rispondere esaurientemente, riservandosi anche questa volta di sforare di 30 secondi, salvo poi giustificarsi dicendo che questa è proprio la dimostrazione che queste regole non permettono di rispondere esaurientemente, ri-rubando altri 15 secondi. Poteva non accettare le regole e rifiutare il confronto, invece di lamentarsi come uno scolaretto. Paradossale.

Concludo con una battuta di Prodi: "Se è vero che avete ereditato tutti i problemi creati dalla sinistra, ma in 5 anni non li avete risolti, allora è vero che avete curato solo i vostri interessi". Parole Sante.

Fascisti d'una volta

Mi chiedo, ma i fascisti si erano resi conto di star montando uno scandalo all'americana, contro Marrazzo???

Al che sono sempre più convinto che i fascisti di una volta non ci siano mai stati.

D'altronde, lo ricorda spesso Ascanio Celestini, i fasci di combattimento vennero fondati a Milano il 23 marzo del 1919 nella sala dell'Alleanza industriale e commerciale. Qualcosa vorrà pur dire.

13 marzo 2006

Se non la realtà: The Simpsons

Cliccate qui, per vedere il filmato che i Simpson hanno realizzato per omaggiare questo blog!

Ps: se non funziona, copiate la destinazione del link nella vostra barra indirizzi. Altervista ha problemi coi redirect da sempre.

12 marzo 2006

Le interviste secondo Silvio

I giornalisti hanno il diritto di scegliere per conto proprio le domande da rivolgere al Premier? Certo che no! La visione della democrazia di Silvio Berlusconi è tale che sia semplice e lineare il ragionamento per cui debba essere lo stesso Premier a decidere quali domande gli vengano rivolte.
Perché?
Ok, la Rai è un servizio pubblico? Sì, e quindi chi ci lavora in qualità di giornalista non può decidere autonomamente che domande fare, ma deve chiedersi: "Cosa vorrebbero gli abbonati Rai che io domandassi al Premier?". Ovviamente gli abbonati sono un insieme di persone in tutto e per tutto assimilabile agli elettori. Perciò, siccome l'ultima elezione politica è stata 5 anni fa ed ha decretato la vittoria del Centrodestra e quindi l'elezione a Premer di Silvio Berlusconi, questo significa che gli elettori/abbonati Rai hanno consegnato ogni potere nella sua persona. Ovviamente.
E così, chiudendo il cerchio, questa delega fa sì che sia Silvio Berlusconi a dover decidere quali domande gli debbano essere rivolte. Non fa una piega.

Per chi non sappia a cosa mi riferisco in particolare suggerisco di leggere qui. UPDATE: suggerisco anche qui.

11 marzo 2006

Spot preconfezionato


Scusate, ma solo io vedo qualcosa di strano negli scontri di oggi a Milano?
Che dire delle reazioni politiche che parlano indistintamente di centri sociali, autonomi, no global, iscritti di Rifondazione e alleati di Prodi? Scommettete che Pisanu domani userà anche il termine a lui tanto caro di anarco-insurrezionalisti? Per non parlare della bellissima manifestazione neofascista (gli scontri sarebbero nati proprio in opposizione a questa) che, a parte una pausa di 20 minuti per far eliminare le croci celtiche dagli striscioni, si è svolta pacificamente e senza problemi.
Noto con sommo gaudio che nei telegionali si sottolinei la differenza fra la brutta e cattiva manifestazione non autorizzata di sinistra e la bella e pacifica manifestazione autorizzata di destra.
A parte che, come dice Bertinotti, è meglio non generalizzare: "Invece di chiamare no-global i responsabili, perché anch'io e altri qui presenti siamo no-global, bisognerà individuare con precisione gli autori di queste azioni che vanno severamente censurate. Non si può dire nemmeno centri sociali, visto che il più grande di tutti, il Leoncavallo, partecipa insieme a tutte le forze di sinistra alla manifestazione di Brescia" precisa Bertinotti, riferendosi a un'iniziativa promossa dall'Anpi.
Insomma, per come la vedo io, le possibilità sono queste:
  1. Tutti quelli di sinistra sono teppisti e delinquenti
  2. Alcune persone vicine alla sinistra sono teppisti e delinquenti
  3. Qualcuno ha pensato bene di precofezionare uno spot pro-destra
Esagero? Ripensate al furgoncino lasciato entrare dalla polizia nella zona rossa per rifornire di bastoni e molotov i black-block al G8 di Genova del 2001.
Non amo per niente le teorie del complotto, ma se anche Fini parla di magistratura ad orologeria*, allora anch'io penso ad uno spot precofezionato ad orologeria.

* ma che dovevano fare con la storia dello spionaggio che ha portato Storace a dimettersi, aspettare un mese anche se avevano già abbastanza prove per arrestare 16, dico 16, persone? Ma siamo matti?

10 marzo 2006

giornata della memoria

Perdonate se con il titolo l'ho sparata un po' grossa, la Giornata [maiuscola] della Memoria è un'altra, oggi ci limitiamo, grazie alla valente repubblica, ad una veloce cavalcata nel recente passato, che speriamo passerà presto, attraverso le "vicissitudini" ministeriali del nostro governo... che gli dei lo proteggano visto la pioggia che ci porta.

Tutto questo per festeggiare, noi ed i polli, le dimissioni del refuso Storace

L'elefante ci schiaccerà?



Serviranno veramente i consigli di un esperto di linguistica e di scienze cognitive per sconfiggere la destra? Certo il gran parlare che si sta facendo attorno a “Non pensare all’elefante!” del professore di Berkley Gorge Lakoff, farebbe supporre di si.

Pubblicato in Italia fra i libri di Internazionale questo libro propone l’idea che le vittorie dei conservatori degli ultimi anni siano dovute ad uno studio decennale teso ad uniformare il linguaggio della destra; i conservatori usano parole semplici che richiamano ad una rete di valori solidi e riconoscibili e che permettono all’elettore di riconoscersi in una proposta politica chiara ed uniforme.

Ciò non capita alla sinistra, dominata dai personalismi e dall’impossibilità di riconoscere una chiara rete di valori che dominano i programmi e le scelte politiche. Sono i conservatori a dettare il linguaggio della politica, costringendo i progressisti sulla difensiva, essendo sempre gli avversari a scegliere le regole del gioco.

Secondo Lakoff gli elettori si riconoscono in due diversi modelli politici, ognuno esemplificabile attraverso una metafora familiare. Quella del padre autoritario per la destra e quella del genitore premuroso e democratico per la sinistra.

A tutto ciò segue l’analisi di parole chiave del linguaggio conservatore ed eventi che esemplificano la tattica dei repubblicani (dalla discesa in campo di Shwarzenegger ai racconti di Bush sulle armi di distruzione di massa in Iraq), il tutto corredato da consigli alla sinistra per sconfiggere la destra.

Se pensiamo che sono stati i repubblicani gli inventori del “Contratto con l’America”, forse qualche consiglio potrebbe essere utile anche qui in Italia, dove anche il neutro termine Pacs mette in crisi la coalizione di centro-sinistra.

La mia perplessità però riguarda la scelta della metafora che dovrebbe rappresentare i progressisti, non vorrei cioè che anche Lakoff sia caduto nel tranello della destra, usando il loro linguaggio. Mi riferisco alla metafora del padre premuroso. Non credo proprio che un partito di sinistra per essere alternativo alla destra si debba presentare come un padre (sia pure “simpatico”) per i propri elettori. Che ne direbbe John Stuart Mill?

09 marzo 2006

Ave Maria

"Fedeli a raccolta. Fondiamoci una città!". Non è mai troppo tardi per una deriva post-puritana, come ad esempio quella del miliardario americano Tom Monaghan, che ha deciso di creare in Florida una città assolutamente cattolica. E visto che in nessun passo della bibbia si vieta di osannare la santa vergine con l'architettura, ecco che il nome scelto per la nuova città sarà proprio "Ave Maria".

Il progetto prevede un accogliente tessuto urbano per massimo 30 mila abitanti (da bravi cattolici si parte con intenzioni modeste). E di questi, almeno 5 mila saranno studenti della locale università, di cui è stata da poco posata la prima pietra. L'inaugurazione è prevista per il 2007, quando 650 fedeli avranno l'onore di diventare i primi membri della nuova comunità.

In tutto il territorio della città, neanche a dirlo, saranno vietati pornografia, aborto e tutti i contraccettivi. La comunità sarà dotata di una propria tv via cavo dai contenuti selezionati e approvati direttamente da Dio. E ad "Ave Maria" tutti i cattivi infedeli, i mori, gli atei e gli agnostici neanche potranno metterci piede, tie'!

Il padre del progetto, oltre a Dio, è il miliardario Tom Monaghan, noto negli Stati Uniti con il soprannome di "Papa della pizza". Il lungimirante Monaghan era infatti proprietario della "Domino's pizza", la seconda catena di pizza a domicilio degli Usa, che ha poi ceduto nel 1998 per un miliardo di dollari al fine di dedicarsi ad attività più pie. Come dire che a lungo andare anche la pizza può avvicinarti al Signore.

I lavori di costruzione di "Ave Maria", partiti nel 2002, sono ormai a buon punto. Al momento 7 mila persone hanno fatto richiesta per andare a occupare la nuova città e il 60 per cento delle attività commerciali è già stato assegnato. La zona in cui sorgerà il "complesso urbano di Dio" è un'area di circa 5 mila acri presso le paludi delle Everglades, a circa 130 km da Miami e a breve distanza dalla cittadina di nome Naples. Chissà che nell'università di "Ave Maria" non saranno organizzati anche seminari per mandolinisti...

Storhacker

domani, diamolo pure per certo, qualche giornale titolerà "watergate all'amatriciana", intanto oggi lo declinano solo "alla romanesca", nel raccontarci che una squadra [11] di investigatori privati, due guardiani della finanza, un ispettore della polizia ed un paio di dipendenti Tim spiavano con grande assiduità Marrazzo e la Mussolini durante la scorsa campagna per le regionali.

Il tutto "per conto di personaggi dello staff elettorale di Francesco Storace".

Francesco "porchetta nera" Storace replica così.

Mi sa che in questo paese ci si dimentica un po' troppo spesso di quello che succede e successe dietro le quinte.

D'ora in poi al telefono mi premurerò di salutare non solo la digos in ascolto, ma anche, così per darmi della arie, gli storhackers.

Pezzi


A day, a pezzi, in the life:

la puntata dei Simpsons sui matrimoni gay, con annessa scena auto-omo-erotica di Homer

il titolo de il manifesto

il concerto dell'uraganico Gianluca Petrella




così, per conservare qualcosa

dada umpa

Buonanotte

Poggerò la cornetta e ci terrò la mano sopra ancora qualche minuto.
Poi aprirò gli occhi e m’alzerò in piedi con un morbido colpo di reni. Farò un giro su me stesso e mi soffermerò sulla finestra socchiusa. Osserverò per un istante la strada male illuminata: non passa neanche un auto. Alzerò leggermente le spalle e mi girerò dall’altra parte. Inforcherò le mie ciabatte e mi recherò al bagno per svolgere i rituali della notte. Sai bene che, per queste cose, anche io so esser devoto. Tornerò verso il letto con insoddisfazione crescente e troverò ancora una scusa per chiudere gli occhi. E dormirò tranquillo. Come tutte le notti.

08 marzo 2006

Vabbè


Quando si dice la sfiga.
Sono anni che studio astrofisica, finalmente mi compro un telescopio, di notte ci vedo questo mondo e quell'altro (per modo di dire, in realtà solo quell'altro), di giorno invece aspetto una giornata serena, aspetto che il Sole diventi abbastanza alto da superare i palazzi che ho intorno... e così, ieri (7 marzo) fisso al telescopio, coll'elastico, un filtro in mylar e un ya2 arancione, punto il Sole... e niente.
Niente macchie solari... fotosfera completamente uniforme.... ma proprio un fottuto minimo dovevo beccare?! Vabbè.
Roba che Galilei avrebbe detto: "Minchia, ma allora c'avevano ragione i chierici, il Sole è incorruttibile! Mi sa che non lo pubblico Sidereus Nuncius!"

Nota 1
: Vabbè, l'aveva già pubblicato, ma il senso è quello.
Nota 2: la foto l'ho scattata il 7.3.2006 alle 14.35 UT, con un'esposizione di 1/125 s, f/4.2, lunghezza focale 12mm, 50 ISO, allineando l'obiettivo della mia digicamera all'oculare da 12 mm di un telescopio rifrattore acromatico da 70 mm di apertura e 350 mm di focale... forse fra breve ci scrivo un post su photonikblog.

Che poi


Che poi quando leggo il Corrierone esprimere una chiara intenzione di voto per il centrosinistra, un po' son contento perchè bisogna vincere, ma un po' di più c'ho paura

06 marzo 2006

Gli uomini non domandano più nulla dai poeti

Lasciatemi divertire

Tri tri tri,
fru fru fru,
uhi uhi uhi,
ihu ihu ihu.

Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.
Non lo state a insolentire,
lasciatelo divertire
poveretto,
queste piccole corbellerie
sono il suo diletto.

Cucù rurù,
rurù cucù,
cuccuccurucù!

Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche?
licenze, licenze,
licenze poetiche.
Sono la mia passione.

Farafarafarafa,
Tarataratarata,
Paraparaparapa,
Laralaralarala!

Sapete cosa sono?
Sono robe avanzate,
non sono grullerie,
sono la... spazzatura
delle altre poesie.

Bubububu
fufufufu
Friù!
Friù!

Se d'un qualunque nesso
son prive,
perchè le scrive
quel fesso?

Bilobilobilobilobilo
blum!
Filofilofilofilofilo
flum!
Bilolù. Filolù.
U.

Non è vero che non vogliono dire,
vogliono dire qualcosa.
Voglion dire...
come quando uno
si mette a cantare
senza saper le parole.
Una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.

Aaaaa!
Eeeee!
Iiiii!
Ooooo!
Uuuuu!
A! E! I! O! U!

Ma giovinotto,
diteci un poco una cosa,
non è la vostra una posa,
di voler con così poco
tenere alimentato
un sì gran foco?

Huisc... Huiusc...
Huisciu... sciu sciu,
Sciukoku... Koku koku,
Sciu
ko
ku

Come si deve fare a capire?
Avete delle belle pretese,
sembra ormai che scriviate in giapponese.

Abì, alì, alarì.
Riririri
Ri.

Lasciate pure che si sbizzarisca,
anzi, è bene che non lo finisca,
il divertimento gli costerà caro:
gli daranno del somaro.

Labalav
falala
falala...
eppoi lala...
e lalala, lalalalala lalala.

Certo è un azzardo un po' forte
scrivere delle cose così,
che ci son professori, oggidì,
a tutte le porte.

Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!

Infine,
io ho pienamente ragione,
i tempi sono cambiati,
gli uomini non domandano
più nulla dai poeti:
e lasciatemi divertire!


di Aldo Palazzeschi (1910)

04 marzo 2006

Sull'utilità e il danno delle recensioni per la vita

A proposito della vicenda Baricco Vs Critici di cui sotto - ah, l'autoblogreferenzialità-, Repubblica ha lanciato un sondaggio: “Come scegliete i libri che leggete?”. L’aver letto una recensione positiva figura solo al quarto posto con il 10% dei voti. Vince con il 24% il conoscere già l’autore e poi con il 20% l’appeal della quarta di copertina/note. Non è che sia sinceramente molto sorpreso, personalmente però do parecchio peso alle varie critiche; certo dipende in buona parte dall’estensore, ma anche dall’articolo in sé, da come è strutturato, da come ne emerge il gusto e la competenza di chi l’ha scritto, se scatta o meno una forma di riconoscimento elusivo – ritrovarsi ma non troppo- nei confronti del critico/impaginatore/correttore-di-bozze/opera/autore.

Sì, insomma, tutta 'sta tiritera per dire che sono andato mercoledì scorso a vedere il film su Truman Capote dopo aver letto questo. Ad essere precisi, con una bozza di teoria dell’agire razionale, dovrei dire che questo articolo ha fatto nascere in me il desiderio di veder il film, mentre il mio esserci andato dipende da questo desiderio più altre circostanze: il fatto che mi fosse possibile soddisfarlo [non si trattava di andare su alfa-centauri], il fatto che avessi un serata libera, dei soldi, un mezzo di locomozione a benzina… Tanto per ricordarmi che studio filosofia.

In sintesi, bella critica che mi ha portato -non lo diciamo ai filosofi ed ai Baricco- ad un bellissimo film "mirabilmente austero e seriamente indagatore".

Ah, dimenticavo, nella articolo linkato c'è parecchio della trama, ovviamente.

Seguirà prima o poi un qualcosa sull'enorme valenza della critica nella fase di, per spararla grossa, post-fruizione dell'opera; sempre purchè Baricco non lo sappia.

03 marzo 2006

900 baricchi e un tè

Per una congiunzione astrale (e oppure ma, non ricordo) sono or ora di ritorno da una sala da tè in centro, qui a Roma, in cui il giovedì si svolgono serate dove il palato viene accarezzato da una buona tazza di tè fumante (fra le centinaia, ma che dico, decine disponibili), l'olfatto dagli aromi e dai profumi delle miscele e l'udito è allietato da racconti e letture, per lasciarsi catturare dal fascino della narrazione... questa sera è stata la volta di Novecento, del già citato Alessandro Baricco.
La storia, che nasce come monologo teatrale, è raccontata dalla voce di Filomena Iavarone. Per chi fosse interessato alla combinazione sapore-odori-suoni (anche la vista non è del tutto trascurata), la sala da tè chiama Namastèy e si trova in zona Campo de' Fiori. Per concludere ecco come viene descritta l'esperienza della degustazione di un tè che non troverete negli scaffali dei supermercati:

La prima tazza rinfresca le labbra e la gola, la seconda eleva lo spirito dalla tristezza, la terza scende nelle tue viscere e ti fa capire la limitatezza della tua memoria, la quarta ti fa intravedere la luce e fa evaporare attraverso i pori della pelle tutte le pesantezze della vita, la quinta rilassa i muscoli e scioglie la pesantezza delle ossa, la sesta ti eleva dal dolore e ti avvicina agli immortali, la settima...


Anche se conoscevo già il negozio, ho trovato l'esperienza molto soddisfacente, sono uscito appagato di una serata in cui tutti i miei sensi erano stati piacevolmente stimolati. Insomma per un'ora e mezza mi sono riavvicinato alla sfaccettata realtà delle cose. Infatti, che meta hanno le tazze di tè se non la realtà?

01 marzo 2006

Adoro questo giornale

Anche i Baricco nel loro piccolo...

E' con profondo rammarico che devo [stavo per scrivere: questo blog deve... Aaarrrgghh] qui schierarmi con Alessandro Baricco, che oggi su repubblica se la prende con i critici, reclamando, ahimé da par suo, "una vera stroncatura", dopo aver letto da Citati e Ferroni solo un po' di battutine acide-liquidatorie sulle sue opere [per gli dei, che mi tocca scrivere!].

Troppi fenomeni di massa sono effettivamente dispregiati -spesso a ragione- dalla critica e dagli intellettuali, ma raramente esaminati ed indagati.

Ne parla Wittgenstein, il sito non il filosofo, ma se non la realtà vi dà il link all'articolo completo [rullo di tamburi] qui.

E così, già che ci sono, vi segnalo questo, la rassegna stampa fatta dalla camera che ogni giorno feriale è disponibile, per tutti, sul web [mi sa che è un bug, ma finché possiamo sfruttiamolo].

Per concludere dunque un invito ai pensanti: stroncate per bene Baricco.

NOVITA': si è scoperto che poi Ferroni l'aveva stroncato a Baricco, qui

ULTRANOVITA' del 3 marzo: Ferroni risponde qui

Ho imparato una dura lezione, che in realtà era facilmente prevedibile: mai dare ragione a Baricco, nemmeno una meta-ragione