28 ottobre 2007

Parole Sante

Fra le «storie di autorganizzazione e di precarietà nel più grande call center italiano» che danno vita al sincero ed asciutto documentario di Ascanio Celestini, Parole Sante -visto ieri sera alla Festa di Roma-, ad un certo punto c'è una frase che pronuncia Marco, uno dei protagonisti della vicenda Atesia, riguardo il rapporto fra politici, e non solo, e la loro condizione di lavoratori indebitati e sfruttati:

Sono tutti staccati dalla realtà. La sinistra magari prova a interpretarla, ma non la vive.

Un applauso, di approvazione quanto di scuse e di ammissione di colpa visto l'ambiente, si è levato in sala.

25 ottobre 2007

Cuius Regio Eius Religio

Tanto per ricordarci che la realtà, che campeggia lassù nel titolo e pare anche attorno a noi, ne ha molte da offrirci: da un bell'articolo di Marco D'Eramo su il manifesto di ieri, ecco a voi in che cosa credono i Mormoni, sì quelli in Utah con le tante mogli -una volta, dicono-, puritani e cosmopoliti -girano il mondo per convertirci:
Secondo il Libro di Mormon, pressappoco nel 600 avanti Cristo, subito prima che i babilonesi distruggessero Gerusalemme, le famiglie di Lehi (un facoltoso mercante ebreo), di Ishmael e Zoram viaggiarono dalla Palestina fino in America dove Lehi morì. Dopo la sua morte, il suo quarto figlio, Nephi, venne a sapere che i fratelli stavano complottando contro di lui, così fuggì e con i suoi seguaci si rifugiò nei boschi. I seguaci di Nephi si chiamarono nephiti (suddivisi a loro volta in josephiti, giacobiti, e zoramiti). I seguaci del primogenito di Lehi, Laman, furono chiamati lamaniti, anche se vi erano ishmaeliti, lemueliti... Secondo i mormoni, nephiti e lamaniti sono i progenitori degli indiani di America, o almeno di una parte, e ricevettero una visita di Gesù Cristo subito dopo la sua crocifissione. Dopo una serie di secolari peripezie, i nephiti furono sconfitti dai lamaniti. La storia di questi popoli fu registrata in tavole dorate scritte in misteriosi geroglifici da Mormon, padre di Moroni, l'ultimo sopravvissuto dei nephiti, che ricevette le tavole da suo padre e le nascose nel 421 d. C. in un luogo che 14 secoli dopo (nel 1823) sarebbe si sarebbe trovato nello stato di New York, vicino alla casa di Joseph Smith (1805-1844) cui Moroni apparve in sogno, gli fece trovare le tavole e, grazie a una «pietra profetica», lo rese capace di trascriverle in inglese moderno in quel che è divenuto il Libro di Mormon. Va detto che Joseph Smith aveva già trovato altre pietre magiche che, diceva, lo rendevano capace di individuare tesori nascosti, attività in cui fu impegnato per quattro anni, tanto che nel 1826 fu trascinato in processo come impostore per il mancato ritrovamento di un tesoro.
Circa 12 milioni di persone negli States credono in tutto ciò -sì, ok, il credere religioso si è abbastanza sfumato negli ultimi tempi, ma questa non pare gente di grandi sottigliezze-, fra cui un candidato repubblicano alla presidenza, Mitt Romney, ed il presidente democratico del senato Harry Reid. Parliamo della religione con il più alto tasso di crescita mondiale grazie all'altissimo numero di missionari in giro per il mondo. Almeno ai tempi dell'Eneide i miti fondanti li affidavano a gente capace che non produceva simili incroci fra Codice Da Vinci ed Indiana Jones, comunque sempre meglio di Scientology ed i vari alieni, o no?
*nella foto la Mormon Cathedral, Washington DC, o forse dal Mago di Oz, fate voi

19 ottobre 2007

Cinghia e moschetto

Prima di postare questo video volevo fare un po' di ricerche, contestualizzarlo o roba simile, ma poi alla fine le cose parlano da sole. Insomma, i giovani fascisti romani e non solo hanno come rituale (goliardico dicono loro, idiota e sessuale dico io) il prendersi a cinghiate -sì, a cinghiate- sulle note di una canzone dall'eloquente titolo di Cinghiamattanza. Lo slogan è una roba del tipo «Uno me sfilo la cinta, due incomincia la danza, tre pijo bene la mira, quattro cinghiamattanza»: una versione ancora più estrema, e sessualizzata (le mediazioni son sempre sessuali, e la cinta simbolicamente è pure troppo chiara) del pogo. Fra paura e sincero dispiacere (per loro) verrebbe quasi da augurarsi che non prendano così bene la mira e si colpiscano alle parti basse, così ci evitiamo un'altra generazione disperante. Voi, se ne conoscete, aiutateli

La menzione di "circolo futurista", inutile dirlo, suona drammaticamente ridicola.

17 ottobre 2007

Elementare Watson!

Sullo scorso numero di Internazionale c'era un articolo dello psicologo e scienziato cognitivo Steven Pinker, dal titolo In difesa delle idee pericolose (qui in inglese, sorry ma gli italiani son più chiusi e non ci lasciano leggere i loro contenuti online), in cui argomentava contro la possibilità che nella ricerca scientifica vi siano dei tabù, dei limiti che facciano escludere alcune domande dal dibattito in quanto socialmente scomode o contro i nostri ideali, roba del tipo (cito) "La situazione ambientale è migliorata negli ultimi cinquant'anni?" o "L'omosessualità è una malattia?, o "Le religioni hanno ucciso più persone del nazismo?" (le risposte le conoscete, vero?). Alla fine del medesimo articolo lo stesso Pinker riconosceva però come nella stessa scienza, od in altri contesti razionali, si può scegliere per l'ignoranza, si può decidere di non farsi rivelare un segreto temendo minacce, o rifiutare una domanda incriminante, o decidere di non sapere a chi è stato somministrato il placebo ed a chi il medicinale da testare. Non credo però che, per lo meno per certe "domande pericolose", questo sia il corretto approccio. Non c'è sempre bisogno di scomodare il tabù basta ripensare alcune di queste domande -e le possibili risposte che temiamo- soprattutto quelle che coinvolgono concetti umani, troppo umani, quali concetti morali, antropologici, che hanno a che fare con la nostra vita.

Ripensavo a tutto questo leggendo che il genetista premio Nobel James Watson (quello che fin dalla scuola abbiamo imparato ad associare a Crick per la scoperta della struttura del DNA) ha affermato che i neri, gli africani in particolari, sono meno intelligenti . E' in definitiva superfluo ricordare al professor Watson l'elementare verità, portata alla luce da Luca Cavalli-Sforza, che parlare di "neri" o di razza non ha nemmeno più senso, visto che il mio Dna potrebbe essere più simile a quello di un Masai che a quello del mio vicino di casa. Il problema è che la scienza -quella ideologica così come quella corretta- non può pretendere di esercitare la stessa forza di controllo sul concetto di "intelligenza" come lo ha sul concetto di "adenina" o di "proteina". Quello che si deve vedere, che capire è già troppo, è che "intelligenza" è una parola che tira in ballo talmente tante cose (quali? appunto!),che qualunque sua irregimentazione scientifica non aggiungerebbe chiarezza al concetto (come ha fatto spiegandoci che l'acqua è H2O) ma lo distruggerebbe. Altro che Q.I. o capacità logico-simboliche, che son ovvietà, ma l'ambiente, fisico, emotivo, culturale, in cui si cresce, non avrebbero importanza? E come si fa a misurarle? Ma soprattutto che senso ha misurarle? Per vedere le differenze e le identità fra le persone è sufficiente parlarci, incontrarle, aprire gli occhi, abbiamo davvero bisogno che la scienza ci dica che l'omosessualità non è una malattia, o che potenzialmente siamo tutti uguali? Come potrebbe, e perchè? Non è un tabù dire che la scienza non c'entra molto con simili domande, non è paura della risposta, piuttosto è la consapevolezza che la scienza in questi ambiti può aiutarci a smontare imposture come ha fatto Cavalli-Sforza, ma non ha le "risposte", se ci sono son sempre state là, in quello che facciamo, proviamo e vediamo, non c'era bisogno della genetica nell'antica Grecia per capire che gli schiavi e le donne non erano e non sono inferiori, non c'è ne bisogno ora, la domanda non si pone, basta saper guardare.

Fenomelogia del leader

due grandi comici e non solo a confronto, tema: "Il nostro caro Leader"

Svolgimento 1, Maurizio Crozza 2007


Italiano corretto, buona mimica, un'idea sola (il "ma-anchismo" del soggetto in esame, idea ripresa in altri video del candidato Crozza) protratta un po' troppo e peraltro non originalissima, a rischio di didascalismo. voto: 6, per la stima accumulata negli anni, può fare moolto di più

Svolgimento 2, Corrado Guzzanti 2001

Il candidato Guzzanti, come suo solito in anticipo su tempi e modalità, mette al centro della sua interpretazione, perfetta nel timbro e nella fisicità, la perdita della categoria del "politico" da parte dell'allora leader dei Ds Veltroni, che annaspa nella ricerca del candidato premier fra sport, spettacolo e cultura pop. Anche qui l'idea è una sola, ma così forte da diventare "unica", come unico e incapace di alterità è il pensiero del personaggio in esame, inoltre l'idea viene protratta a vertigine, con un interessante crescendo che si discosta dalla giustapposizione del candidato Crozza, che alla lunga risultava piatta. Non si può poi non notare come tutto ciò prefigurasse quanto avvenuto in questi giorni, "il poveraccio che molla Roma e viene a suicidarsi al posto nostro" era allora il giovin Rutelli -impolitico come pochi, solo testimonial e volto pubblicitario-, mentre ora, mutatis mutandis, sembre essere lo stesso Walter. Come al solito il candidato è stato dunque visionario, prefigurando quello che sarà il contrappasso del nostro caro leader. Voto 9+

14 ottobre 2007

Fate la cosa giusta

Se proprio dovete andare a votare oggi, votate lei -è facile, è l'unica donna-, non siate egoisti, pensate all'Africa che ha più bisogno di Lui

e non bastasse quest'appello, beccatevi il secondo video di Tolleranza Zoro, con pure il video confronto fra i candidati

13 ottobre 2007

ahi ahi ahi

Walter candida la signora Longari, sì, quella

«Soltanto chi fabbrica scaldabagni o maniglie di ottone stampato è una persona degna di considerazione a Milano»

Un fulminante e diabolico inedito del gran lombardo Carlo Emilio Gadda, un'invettiva ferocissima contro i milanesi, che nel 1932, menzionando "fabbrichette" e mitologia "celtica" (ricorda qualcosa?), smonta in anticipo, affondando come un coltello, tutto quello che è accaduto nei settant'anni ora passati nella produttiva e retorica Milano. Il corrierone, che lo ha pubblicato il 3 ottobre scorso con il titolo "Chiusi, onesti, pieni di meschinità celtica, odiano i meridionali senza averne la forza", lo accompagna con un breve commento di Paolo Di Stefano.

12 ottobre 2007

iGore

A questo punto, disinteressato a quanto avviene domenica qui in patria, non mi resta che sperare che il prossimo presidente Usa sia un uomo Apple, la mela morsicata alla conquista dell'america, o almeno della nomination democratica. Visto che Steve è impegnato a farci sognare fra iphone & co, ci accontentiamo di un premio Nobel, per di più ecologista: Go Al*, e ricorda, think different

*mr Gore è nel cda Apple Inc.

UPDATE del 13 ottobre: ora la pagina di Apple.com è dedicata proprio ad Al

11 ottobre 2007

Cercansi Isola, scopo Pirati

Corpo di Mille Balene! Il tracker torrent -per intenderci, uno dei siti grazie a cui si scarica dalla rete- The Pirate Bay* è in cerca di un'isoletta indipendente e sovrana come base per le sue scorribande, una micronazione dove far risiedere i server informatici al riparo della varie polizie mondiali che li hanno già costretti a trasferirsi in Svezia.

I moderni Pirati, non più marinai arruzzoniti dalla salsedine ma novelli Robin Hood -provvisti di banner pubblicitari però -che rubano ai ricchi per dare agli utenti, hanno cambiato metodi, niente assalti ardimentosi e sbarchi di fortuna, ma una regolare ed ufficiale transazione di acquisto della loro isoletta in cui fondare una sorta di repubblica pirata. C'era anche un sito per raccogliere i soldi per l'operazione, ma la prima alternativa individuata, l'isola di Sealand**-in realtà una chiatta dinanzi all'Inghilterra che si era proclamata stato sovrano ed independente nel menefreghismo generale- come nel calciomercato estivo è stata dichiarata incedibile dal suo monarca -i sudditi sono 4. Varie sono le alternative cui ora si sta pensando, ma pare che dovunque andranno, e qualunque modello di potere instaureranno nel nuovo stato pirata, non è previsto alcun Partito Democratico.


*se seguite il link e poi ci fate quello che volete, beh, io non c'entro niente, affar vostri, per la barba di Nettuno! che poi mentre scrivo il sito è giù, e sulla pagina compare il divertente «Moving some stuff, database is in use for backups, soon back again.. Btw, it's nice weather outside I think».
**la cui voce wiki qui linkata merita davvero un passaggio

10 ottobre 2007

Sinistro ritratto del Politico da giovane

Sabato Liberazione manda in edicola Walter Ego, gli anni del principato romano, pamphlet in cui ex collaboratori e compagni politici analizzano criticamente gli ultimi anni romani di sua Veltron(n)ezza. Certo che per promuoverlo il nemico storico Piero Sansonetti -il direttore dei rifondaroli- ricorra a il Giornale di Berlusconi fa un po' venire i brividi. Hanno voluto pescare soldi e consensi solleticando la pancia dell'elettorato di destra, pronto a sputacchiare su qualunque cosa venga da sinistra, gli stessi che poi per anni hanno esaltato Bertinotti per la sua coerenza, ovvero il vecchio favore fattogli. Veramente la sinistra e Rifondazione sono ridotte molto male se ricorrono a questi mezzucci per di più cercando sponde.

In prima pagina del retrivo fogliaccio del padron Silvio, pardon, del padroncino Paolo, compare infatti sotto la dicitura "Sgambetti Sinistri" un articolo che illustra l'iniziativa ed addirittura un estratto della Walter-biografia che aprirà il volumetto, proprio a firma di Sansonetti, con annesso attacco di una delle loro solite penne. Che poi quello che scrive Sansonetti non è nulla di che, roba già sentita e stradetta, a parte il fatto accessorio ma gustoso, e che non sapevo, che Veltroni all'epoca dell'Unità concesse una rubrica fissa a Paolo Villaggio.

Comunque ahimè il tutto è davvero troppo sinistro, ero interessato al volumetto ed ad alcune delle sue firme, ma penso che passerò.

08 ottobre 2007

Q.E.D. - Mal Pansa

Uno (io) pensa, con ingenua bontà, che se un grande giornalista italiano di sinistra e dei giornali della sinistra -L'Espresso ma anche Repubblica fra gli altri- si metta verso i 70 a scriver libri sulla resistenza italiana mostrandone esclusivamente i lati oscuri -ché oramai siamo grandi e possiamo dire che un dark side of CLN c'è pure stato-, non stia solo facendo brutalmente i conti col proprio passato, coi propri sensi di colpa seppur di non-partecipante (era piccolino il gran giornalista, del 1935, anche se una staffetta non la si negava a nessuno all'epoca) e di uomo di moderata sinistra poi (che va di moda gettar fango e libri sulle proprie origini), insomma uno pensa che, nonostante l'acrimonia e la violenza efferata degli attacchi, ci sia anche un tentativo di cronaca giornalistica, un abbozzo di processo storiografico seppur mooolto contestabile, magari una provocazione, insomma che ci sia qualcosa, qualunque cosa oltre un debordante emergere di una virulenta indigestione reazionaria, che si sa che con l'età presenta spesso il conto, e conseguente remunerativo passaggio a destra.

Certo a quell'uno (me) dovrebbe dire qualcosa e far dubitare di ciò il fatto che i titoli dei suddetti libri partano dal grand-guignolesco Il sangue dei vinti fino all'orwelliano-berlusconiano La Grande Bugia; eppure no, il nostro in cuor suo spera nonostante la settimanale rubrica infervorata che il grande giornalista tiene ed in cui conferma i suoi impeti revisionisti perfino sull'oggi (?!), nonostante il grande giornalista scriva ogni tanto anche su il Giornale, quello con la maiuscola, insomma quello là, di Paolo fratello di Silvio, ma nulla, nonostante l'evidenza spera e si illude che non stia semplicemente passando a destra in cerca di facili consensi e convenienza, che qui già siam pochi, e fa pure un po' freddo oramai.

Invece. Invece poi succede che Giampaolo Pansa su Il Giornale Della Libertà (il titolo da ex Urss non inganni, è quello diretto da Michela Brambilla), il 5 ottobre a pagina 4 scrive in un suo pezzo:
«I Circoli della Libertà stanno dando un contributo assolutamente positivo al rinnovamento della politica italiana, visto che i partiti da soli non sono in grado di risolvere i problemi»
ed altri elogi connessi. Ed allora uno (io) lo viene a sapere da qualcuno più disincantato e c'ha proprio la nausea, quella vera, de panza.

04 ottobre 2007

Marx, ce l'ho. Stalin, ce l'ho. Berlinguer mi manca, mi manca tanto

Il manifesto, in funzione anti-PD e relativo pantheon, lancia L'Album di Famiglia, una raccolta di 220 figurine per ripercorrere la storia della sinistra italiana e mondiale; ci saranno proprio tutti, buoni e cattivi, da Marx a Gobetti, da Stalin a Pol Pot, passando per Veltroni (?), Occhetto & Co, come scrive repubblica. Da comunisti onesti quali sono, promettono dal manifesto che non ci saranno introvabili o figurine più rare di altre, tutti i protagonisti verranno stampati in egual copia, il costo è di 90 centesimi a pacchetto per cinque figurine.

Cercasi compagni di raccolta e trepidante scarto di pacchetti dinanzi ad edicolanti sconcertati, a differenze di alcuni che criticano online l'iniziativa io aderisco, mi pare importante ristabilire e scegliere le nostre divinità da invocare od imprecare, quelle che hanno dato sciagure, pestilenze, così come quelle che ci hanno fornito vittorie od oracoli da decifrare, per non ritrovarci non solo senza storia ma per di più senza firmamento celeste.