
La ricerca scientifica costituisce un obiettivo polemico fin troppo comodo. Rispetto a ospedali e scuole, il suo valore è meno evidente nella percezione della stragrande maggioranza dei cittadini. Proprio come la Welfare Queen di cui parlava Ronald Reagan durante i comizi elettorali che nel 1980 l'avrebbero portato alla presidenza degli Stati Uniti: una donna grassa - dove "grassa" in realtà stava per "nera" - che andava in giro in limousine a spese dell'assistenza sanitaria pubblica. Come a dire che, se lo Stato la smette di dissipare a destra e a manca per scopi assistenziali, sarà finalmente possibile riconoscere e premiare il merito. La storia è falsa, a testimoniare che l'ossessione per gli sprechi del pubblico viene gonfiata a furia di iperboli, al bar come sulle prime pagine dei giornali; in secondo luogo, essa si fonda sull'uso di una caricatura che viene innalzata a rappresentazione del sistema.
Perché L'accademia come gioco dell'oca? La metafora di un vecchio gioco di società, che esiste da cinquecent'anni, ma cambia leggermente ad ogni nuova edizione, propone una descrizione del mondo universitario dall'interno, registrando la sovrapposizione di circostanze, regole e attori che configurano lo scenario su cui si abbattono i recenti tentativi di riforma. È un percorso ad ostacoli, dove occorre esaminare tabellone, giocatori e regole.
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