Riporta il nostro amato Tommaso Landolfi che «il Montale definì una volta (in viva intervista e senz’ombra di censura) il nostro diletto Gadda “un tradizionalista impazzito”», e della categoria nella letteratura italica ce ne son parecchi, Landolfi compreso: barocchi e densi, aulici ed artificiosi, che con un continuo horror vacui celebrano forse il timore che nemmeno il nulla esista, con consapevolezza e gioco intrecciati fra loro.
Vi sono però altri esponenti di questo stile di prosa e di vita, i conservatori veri e propri (ma tanto non sono tutti pazzi?): ieri mi sono imbattuto in una sorta di datato elogio del conservatore, del guelfo, vecchio articolo di Igino Giordani, che Malvino giustamente stigmatizza, smonta e paragona ad i recenti dibattiti clericali italiani. Nondimeno io sono stato affascinato dallo scorrere delle parole, irretito dalla sua certa inconsistenza confermata dalle ostinazioni linguistiche. Certo, l'intensità non regge per tutto l'articolo, ché il vizio dei tradizionalisti non ufficialmente impazziti è di avere paura della loro pazzia e provano a farsi passare per razionali (che folli!), però alcuni momenti valgono proprio la pena, ecco l'incipit, se vi suona leggetevi il tutto al link qui sopra:
Da un pezzo, dai primi secoli, ci si chiama i lucifugi, i cretini della società, ostriche attaccate allo scoglio cerebrale che è il dogma, punti fermi e acqua stagnante quando il pensiero moderno si evolve, statici quando la vita è dinamismo. Molta gente si è occupata di noi solo per i bassi servizi o per irriderci. E noi abbiamo tollerato troppo, ci siamo nascosti o piegati alla tromba di calunnie e dispregi rovesciataci addosso dal cosidetto pensiero moderno...
1 commento:
... e questo personaggio me lo chiamate "conservatore"? Uno che scrive così, d'impeto, volto a scuotere gli animi sopiti dei cattolici? ... magari ce ne fossero oggi... Questo Giordani usava la penna come grimaldello... altro che conservatore! Grazie per avermelo fatto conoscere... mi documenterò!
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