65 anni fa si concludeva la tragica esperienza dell'Italia fascista.
Oggi il governo italiano, che raccoglie post fascisti, affaristi, regionalisti xenofobi e vari altri loschi figuri, decreta lo stato di emergenza sull’intero territorio nazionale, per una calamità che non esiste.
Se non fossi stato chiaro, non sussiste in Italia alcuna emergenza relativa all’immigrazione che giustifichi leggi straordinarie; non esiste alcuna ragionevole prova a sostegno di tale tesi.
Sfido chiunque a provare il contrario!
La storia del ‘900 ci ha insegnato che tutte le dittature sono iniziate con un qualsivoglia stato d’emergenza e si sono concluse solo con la restaurazione dello stato di diritto.
Il governo italiano, in questi mesi di attività, ci ha dimostrato che:
- il Presidente del Consiglio dei ministri non deve sottostare alle leggi della Repubblica (il “lodo Alfano” viola il principio di “eguaglianza di fronte alla legge” di tutti i cittadini);
- è lecito indagare su qualsivoglia cittadino senza che questi sia indiziato di alcun reato (la delirante proposta di raccogliere le impronte digitali viola il “principio di offensività” del diritto penale);
- è possibile introdurre leggi straordinarie rivolte a gruppi etnici (i provvedimenti contro i rom introducono discriminazioni razziali nell’ordinamento);
- il governo può sospendere, per decreto, intere classi di processi (la “blocca processi” viola il principio di “obbligatorietà dell’azione penale”);
- è prassi normale inasprire le pene relative ai reati di strada, mitigando al contempo quelle riguardanti i reati dei “colletti bianchi” (il “pacchetto sicurezza” è discriminatorio dal punto di vista sociale);
- si possono introdurre nell’ordinamento reati per i quali non è possibile stabilire se siano stati commessi prima o dopo l’entrata in vigore della legge che li istituisce (il “reato di immigrazione clandestina” viola il principio di "irretroattività del diritto penale”);
- l’esecutivo ha il diritto di intromettersi nelle attività della magistratura (i continui attacchi ai giudici minano “l’indipendenza della magistratura”);
- l’informazione (la cui indipendenza è già fortemente minacciata dalla concentrazione monopolista dei mezzi di comunicazione) può essere arbitrariamente minacciata (l’inasprimento delle pene contro i giornalisti che pubblicano intercettazioni telefoniche mina alle fondamenta la “libertà di stampa”);
Sicuramente ho dimenticato qualcosa. Tutti i principi fin qui espressi sono stati pensati dai costituenti (alcuni molto prima) per garantire i cittadini di fronte al rischio di esercizio arbitrario del potere.
Il tiranno è colui che governa nel proprio interesse e nel palese disprezzo della legge.
Decretare lo stato di emergenza nazionale è solo la ciliegina sulla torta della continua violazione delle nostre garanzie costituzionali.
Il tutto con il beneplacito dell’opposizioni; sembra che Veltroni non abbia mai letto (non dico Principia Iuris di Luigi Ferrajoli, ma neanche) 1984 di George Orwell.
Mi chiedo cosa debba ancora succedere perché il Presidente della Repubblica intervenga in difesa di ciò che resta dello Stato costituzionale di diritto.
Con poco ottimismo, lancio timidamente la proposta di spedire in Parlamento e al Quirinale copie di 1984, Fahrenheit 451, Il doppio stato” di Fraenkel, L’età dei diritti di Bobbio e chi più ne ha più ne metta.