25 luglio 2008

Stato d'emergenza nazionale


65 anni fa si concludeva la tragica esperienza dell'Italia fascista.

Oggi il governo italiano, che raccoglie post fascisti, affaristi, regionalisti xenofobi e vari altri loschi figuri, decreta lo stato di emergenza sull’intero territorio nazionale, per una calamità che non esiste.
Se non fossi stato chiaro, non sussiste in Italia alcuna emergenza relativa all’immigrazione che giustifichi leggi straordinarie; non esiste alcuna ragionevole prova a sostegno di tale tesi.
Sfido chiunque a provare il contrario!
La storia del ‘900 ci ha insegnato che tutte le dittature sono iniziate con un qualsivoglia stato d’emergenza e si sono concluse solo con la restaurazione dello stato di diritto.

Il governo italiano, in questi mesi di attività, ci ha dimostrato che:
- il Presidente del Consiglio dei ministri non deve sottostare alle leggi della Repubblica (il “lodo Alfano” viola il principio di “eguaglianza di fronte alla legge” di tutti i cittadini);
- è lecito indagare su qualsivoglia cittadino senza che questi sia indiziato di alcun reato (la delirante proposta di raccogliere le impronte digitali viola il “principio di offensività” del diritto penale);
- è possibile introdurre leggi straordinarie rivolte a gruppi etnici (i provvedimenti contro i rom introducono discriminazioni razziali nell’ordinamento);
- il governo può sospendere, per decreto, intere classi di processi (la “blocca processi” viola il principio di “obbligatorietà dell’azione penale”);
- è prassi normale inasprire le pene relative ai reati di strada, mitigando al contempo quelle riguardanti i reati dei “colletti bianchi” (il “pacchetto sicurezza” è discriminatorio dal punto di vista sociale);
- si possono introdurre nell’ordinamento reati per i quali non è possibile stabilire se siano stati commessi prima o dopo l’entrata in vigore della legge che li istituisce (il “reato di immigrazione clandestina” viola il principio di "irretroattività del diritto penale”);
- l’esecutivo ha il diritto di intromettersi nelle attività della magistratura (i continui attacchi ai giudici minano “l’indipendenza della magistratura”);
- l’informazione (la cui indipendenza è già fortemente minacciata dalla concentrazione monopolista dei mezzi di comunicazione) può essere arbitrariamente minacciata (l’inasprimento delle pene contro i giornalisti che pubblicano intercettazioni telefoniche mina alle fondamenta la “libertà di stampa”);

Sicuramente ho dimenticato qualcosa. Tutti i principi fin qui espressi sono stati pensati dai costituenti (alcuni molto prima) per garantire i cittadini di fronte al rischio di esercizio arbitrario del potere.
Il tiranno è colui che governa nel proprio interesse e nel palese disprezzo della legge.
Decretare lo stato di emergenza nazionale è solo la ciliegina sulla torta della continua violazione delle nostre garanzie costituzionali.
Il tutto con il beneplacito dell’opposizioni; sembra che Veltroni non abbia mai letto (non dico Principia Iuris di Luigi Ferrajoli, ma neanche) 1984 di George Orwell.
Mi chiedo cosa debba ancora succedere perché il Presidente della Repubblica intervenga in difesa di ciò che resta dello Stato costituzionale di diritto.

Con poco ottimismo, lancio timidamente la proposta di spedire in Parlamento e al Quirinale copie di 1984, Fahrenheit 451, Il doppio stato” di Fraenkel, L’età dei diritti di Bobbio e chi più ne ha più ne metta.

5 commenti:

Francesco ha detto...

io alla proposta ci sto. all'attenzione di chi le inviamo le copie?

Anonimo ha detto...

Mi fanno altrettanta – se non di più! - paura quei magistrati che, reputando di possedere la verità assoluta, si ergono a poliziotti, giudici e carnefici. E’ un retaggio lasciato nel nostro sistema giudiziario dal famigerato Sant’Uffizio, difficile da estirpare ma che tuttavia non riesce a suscitare alcuno sdegno in coloro che provengono da una formazione di tipo fascista o stalinista, perché perfettamente conforme ai principi di queste ideologie. Ma basterebbe subire un qualsiasi procedimento penale e avere a che fare con un PM per comprenderne immediatamente la portata kafkiana ….

Massimo ha detto...

Caro Lector,
la stragrande percentuale della popolazione carceraria italiana è composta da emarginati, drogati, immigrati e disperati, che affollano le nostra prigioni mentre il resto dei criminali, quelli che suona strano chiamare criminali, restano letteralmente impuniti, quando negli Stati Uniti se falsifichi un bilancio te ne vai (veramente) in galera.
Forse non ti è ben chiara la differenza fra Torquemada e i PM italiani.
Quanto all’accusa di stalinismo, essa viene da quindici lunghi anni di desensibilizzazione civile e mistificazione berlusconiana. La tiritera degli spyco magistrati, simbolo di un potere che trama nell’ombra, è la favola dell’uomo nero che ti perseguita dall’alto. Ora che avete anche un’ossessione dal basso, quella dei clandestini, siete ancora più compiaciuti del lento massacro delle garanzie costituzionali, ciechi delle possibili conseguenze; senza sapere che gli ultimi, contro i quali molti sfogano le loro frustrazione, sono purtroppo già discriminati nella realtà, e che il rischio di delegare al tiranno tutto il potere vale anche gli ingenui perbenisti, che al mattino chiudono gli occhi sulle torture di Bolzaneto e la sera gridano alla dittatura della magistratura; che invocano la forca per i Rom e sorridono dei reati impuniti frutto dell’ingegno italico.
Lasciatelo dire da un liberale, il tuo commento dimostra che questo paese è spacciato.

Anonimo ha detto...

Caro Massimo,
ognuno infine ha un'opinione in base alle proprie esperienze. Tra le molte, te ne cito una, per me molto significativa. Parecchi anni or sono - ben prima che il Berlusca scendesse in politica - una mia cara amica conviveva con un tizio che, a un certo punto, venne incriminato per spaccio. Il tizio in questione era tenuto sotto stretto controllo telefonico. Dopo averlo lasciato, alcuni mesi precedenti l'arresto da parte della polizia, lei gli aveva detto all'apparecchio: "Passo domani a prendermi la roba", intendendo i propri vestiti, le lenzuola e gli altri ammennicoli che compongono un corredo personale. Quella malaugurata frase costò a lei e alla sua famiglia sei anni di tribolazioni e tormenti, finché in appello non venne dimostrata la sua assoluta estraneità alle vicende del suddetto tizio (estraneità che io non avevo mai messo in dubbio, conoscendola bene, ma che aveva il grande difetto di minare uno dei teoremi accusatori).
Non so se negli USA i giudici siano "al di sopra di ogni sospetto". So solo che ciascuno si crea la propria credibilità e la propria autorevolezza con i suoi comportamenti concreti e dunque, in Italia, "se non ci sono", allora vuol dire che "ci fanno". La mia personale e diretta esperienza che, oltre a quello sopra illustrato, comprende un campione piccolo ma significativo dell'universo in questione e nonostante le tue parole, non fa che confermare tutti i dubbi che si possono avere in merito. Ciao.

Anonimo ha detto...

e ti illudi che le leggano? se ti va bene fanno leggere la sintesi su wikipedia a qualche tirapiedi