27 marzo 2008

Elogio della cassetta, e suo pallido recupero nostalgico



Le audio-cassette sono ormai dei reperti, esaurite e fuori produzione, il che nel mondo d'oggi dì vuol dire essere fuori dal mondo d'oggi dì e sicuramente anche da quello dei giorni a venire. Così come sono scomparsi o quasi mangia-nastri portatili prima, walkman poi e così tutti gli altri amabili riproduttori di questo primo strumento di liberazione musicale, ché "farsi una cassetta" era uno dei momenti mistici di quella cosa che gli altri ti chiamano adolescenza ma tu nel mentre sai solo che suona forte e c'ha bisogno di una colonna sonora fluida ma costante. E così costruisci quegli strani pezzetti di te in metropolitana aggrappato ad appigli precari come ipotesi metafisiche, ma ti reggi cantando su una cassetta molto lo-fi che ti assorbe, ti accompagna, ti esalta e ti àncora dove sei, solo per scoprire che non sei lì in metro ma altrove, potenza della vera musica che realmente e fisicamente si consuma. Poi un giorno scopri addirittura che gli stereo c'hanno degli automatismi per catturarla dai Cd e metterla in quelle due bobine dentate che non puoi fare a meno di stuzzicare, e allora ti metti lì e ne fai -homo faber musicae suae- a decine di cassette. La miscela e la chimica dell'accostamento sonoro si spalanca per te, per gli amici, per quelle che ti piacciono -ché oramai le ciocche di capelli né si danno più né si chiedono in pegno-, con quel gusto fra la libertà e l'irrevocabilità della scelta (c'avete mai provato a sopraincidere un solo singolo pezzo sopra un altro, non troncando nessuno degli altri? beh, rientra fra i lavori iper-usuranti oltre che folli). Insomma, questo passaggio rituale della nostra vita che educava e spalancava la scelta, l'individuazione e le sue conseguenze, attraverso uno scartoccìo di plastica, alcuni tasti da premere con destrezza e sincronicità e la precisione amanuense del vergar nomi di persone, città, e canzoni in spazi ristretti, ebbene tutto questo oramai non c'è più. Ed internet, che delle nostre nostalgie si alimenta, dalle canzoni dei cartoni animati ad i vecchi spot, ci dà questo surrogato che ci riporta ad i giorni passati, ma è solo una "playlist", non c'è nastro, non c'è quasi intoppo, ma almeno c'è la musica, spingete pure PLAY.

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