07 marzo 2008

Il pianto di Berlin

They're taking her children away
Because they said she was not a good mother
They're taking her children away
Because she was making it with sisters and brothers
And everyone else, all of the others
Like cheap officers who would
Stand there and flirt in front of me

Lou Reed, The Kids


C'era una storia, una storia di leggende e invenzioni, che era da un po' che volevo raccontare, in realtà la storia è già là, fra le pieghe della rete (che cosa non c'è ?), ma mi andava di metterla qui, insomma i blog sono regni dell'effimero e del già visto ma è pur sempre il mio effimero (da ephemeros, che dura un giorno, come ogni diario -log- o quotidiano che si rispetti o dispregi).

Per arrivare al dunque, c'è un notevole e bellissimo album di Lou Reed, su cui mr. vicious è ritornato recentemente per proporlo finalmente live, un concept, uno dei primi della storia del rock, che eravamo -erano- nel '73, e che si chiamava e si chiama Berlin e che dopo le gioie della vita dissoluta e bohemien di Transformer (quello di Perfect Day, di Walk on the wild side, di Vicious) canta la tremenda vicenda -brechtiana è un aggettivo da molti adoperato- di un rapporto di droga e sfruttamento, prostituzione e disperazione, fra due giovani nella Berlino anni 60-70. Una roba tosta, all'epoca non molto apprezzata proprio perchè sottolineava troppo il dark side (che è dello stesso anno non a caso) di quegli anni eccezionali, con i suoi bellissimi arrangiamenti orchestrali -ci suonano dei musicisti incredibili- e la struttura quasi operistica che coinvolge i due protagonisti, le loro vicende, ed i loro bambini.

E qui arriviamo al dunque del dunque, c'è una canzone infatti, in cui probabilmente è lui a parlare, che racconta di come assistenti sociali o roba simile portino via a lei i suoi bambini. E lui commenta, tra il distacco e lo stordimento «But since she lost her daughter/Its her eyes that fill with water/And I am much happier this way». Il produttore, Bob Ezrin (quello che poi farà The Wall dei Pink Floyd, tanto per capirci), per aggiungere pathos e dramma a questa canzone straziante, inserì delle grida disperate di un bimbo decisamente piccolo, che si contorce dal dolore e piange urlando "Mommy...mommy" per una trentina di secondi impressionanti. E qui le leggende: i pianti sono così realistici, veri, che da anni girano varie versioni, la prima vorrebbe che Ezrin, in un momento di crudele cattiveria artistica, e di poca lucidità a causa delle droghe che lui stesso ricorda abbiano dominato quel periodo, abbia detto a suo figlio, con i microfoni pronti, che la madre era morta. Proprio oggi su Repubblica, in un'intervista ad Ernesto Assante mr Bob Ezrin smentisce questa versione -ecco il perchè del post. La seconda versione, un po' meno infame per il povero bimbo, vuole che la madre fosse fuori dello studio, con il piccolo chiuso dentro che implorava di raggiungerla. La terza versione, quella che 'preferisco', che mi fa più paura, e che forse proprio Ezrin conferma oggi, sostiene che semplicemete Ezrin chiese al figlio di piangere, ed il bambino si fece tanto prendere dal tutto che ci vollero ore per calmarlo, così preso nel suo strazio -son leggende, quindi alle volte è mezz'ora, alle volte tutta una giornata-, insomma disarmante potenza della finzione, ma soprattutto la forza enorme del gesto -non piangiamo perché siamo tristi, ma siamo tristi perché piangiamo diceva lo psicologo William James. Nelle parole di Ezrin c'è perlomeno un vago senso di tutto questo, e questa terza possibilità getta per me una luce opaca e inquietante su quanto oggi afferma a Repubblica«il pianto è di mio figlio Joshua, al quale chiesi di caricare al massimo la sua 'interpretazione'. E lui lo fece con molto impegno»

vabbè, dopo tante ciarle, andando nel tumblr/discarica di questo blog vi potere sentire la canzone, che è meglio.

4 commenti:

nullo ha detto...

ho l'impressione che questa storia tu me l'avessi già raccontata, di recente.

anyway, che coincidenza: sto leggendo le storie berlinesi di isherwood

Francesco ha detto...

si, effettivamente potrei avertelo detto st'estate, ma ribadivo per eventuali, molto ipotetici, altri lettori del s-blog ;)

Anonimo ha detto...

Effettivamente che coincidenza anche per me...avevo giusto ripreso la biografia di Zappa e al suo brutto rapporto con L. Reed...
E comunque meglio un brutto rapporto tra Zappa e L.Reed che l'amore tra la Tatangelo e Gigi D'alessio!
Luca

Francesco ha detto...

«meglio un brutto rapporto tra Zappa e L.Reed che l'amore tra la Tatangelo e Gigi D'alessio!» potrebbe diventare il nuovo nome di questo blog, se solo non fosse troppo lungo!!!!