01 aprile 2008

Chiarimenti sul voto utile al Senato

ricevo e pubblico dall'amico Massimo, fra i collaboratori di questo blog che però ha perso la password, questa analisi puntuale delle nostre future sventure berlusconiane e delle decisioni più utili ad evitarle. una delle cose più interessanti che spiega è che in alcuni regioni il voto alla Sinistra arcobaleno toglierebbe comunque seggi al centrodestra, anzi sarà addirittura fondamentale che al Senato superi lo sbarramento. In altre, come nel mio caso del Lazio, invece non c'è scampo,tocca votare PD.

Partito democratico o Sinistra Arcobaleno?
Chiarimenti sul voto utile al Senato

La legge elettorale con cui ci accingiamo a votare è deprecabile sotto tutti i possibili punti di vista. Uno di questi è il perverso meccanismo degli irrazionali calcoli legati alla prefigurazione dei possibili esiti nella composizione del futuro Senato; ultima speranza per frenare l’ennesima ascesa di Berlusconi e dei suoi al governo di questo paese. Se, sondaggi alla mano, alla Camera non ci sono speranze; al Senato si possono ancora fare considerazioni strategiche. Non entro nel merito nel concetto di voto utile, ma mi limito a descrivere tecnicamente il risvolto, nei diversi casi, del voto per il Partito democratico o per la Sinistra Arcobaleno.

L’ipotesi teorica prevede, fisso il numero dei voti della coalizione berlusconiana, l’analisi dell’incidenza, regione per regione dell’alternativa fra le due diverse opzioni di voto.
In altre parole uso qui il termine “utile” con il significato di “atto a sottrarre seggi alla coalizione berlusconiana”; senza nessun’altra connotazione politica.
Solo le liste sopra l’8% accederanno alla ripartizione dei voti. Il raggiungimento di tale soglia, affatto scontato, da parte della Sinistra Arcobaleno in alcune regioni è utile, in altre indifferente e in altre ancora dannoso.
Il tutto, infatti, sarà deciso da quella che è stata definita la lotteria dei premi di maggioranza regionali. Le regioni prese in considerazione sono 17 perché il meccanismo del premio di maggioranza non esiste per Valle d’Aosta, Trentino – Alto Adige, Molise e per il Collegio estero.

Regioni in bilico: Abruzzo, Calabria, Friuli, Lazio, Liguria, Sardegna
Per mettere a repentaglio la maggioranza Berlusconiana, è necessario, in queste regioni, che la coalizione di centro – sinistra (Pd + Di Pietro) prenda almeno un voto in più della coalizione di centro – destra (Pdl + Lega + Mpa). Nella nostra accezione di utile, quindi, in questi casi sarebbe opportuno votare per il Partito democratico.

Regioni “rosse”: Basilicata, Emilia, Marche, Toscane, Umbria
In queste regioni, presumibilmente, la coalizione guidata dal Pd si aggiudicherà il premio di maggioranza (pari al 55% dei seggi) con facilità. Il restante 45% sarà diviso fra le altre liste con una percentuale di voti maggiore all’8%. Se la Sinistra Arcobaleno raggiungesse tale soglia sottrarrebbe seggi al centro – destra.

Regioni perse: Campania, Piemonte, Puglia, Sicilia
In queste regioni è molto improbabile che il Pd raggiunga un numero di voti maggiori rispetto alla coalizione berlusconiana. Sarà quest’ultima ad accedere al premio di maggioranza; mentre le restanti liste si spartiranno il 45% dei seggi. Al fine di determinare i seggi spettanti al centro – destra è, dunque, ininfluente se la SA raggiunga o meno la soglia di sbarramento; in tale eventualità, infatti i seggi sarebbero sottratti al Pd.

Lombardo – Veneto
: Lombardia, Veneto
In queste due regioni la vittoria della coalizione fra il Pdl e la Lega supererà, probabilmente, la quota di seggi che si otterrebbero con il premio di maggioranza. La ripartizione fra le liste, che avranno superato la soglia dell’8%, sarà, allora, calcolata su base proporzionale. È, in questo caso, fondamentale (data anche la grandezza delle regioni) che la Sinistra Arcobaleno superi l’8% dei voti; in tal caso, infatti, i seggi guadagnati sarebbero sottratti in proporzione alle liste maggiori, prima fra tutte quella del Pdl.

21 commenti:

nullo ha detto...

molto utile e preciso, Massimo.

le due questioni più interessanti sono però, secondo me, quelle che qui vengono assunte: che un altro governo bloccato prodi-style con il cav. presidente sarebbe meglio di una vittoria netta del cav. e che il cav. continua a rappresentare una emergenza tale da giustificare sempre e cmq ed a qualsiasi condizione il voto al suo avversario più signficativo.

nel primo caso la mia preoccupazione è che, soprattutto in situazione di contingenza economica, un governo debole sarebbe ancora più pericoloso di un cav. con le mani libere

nel secondo caso, il rischio è che, standoci a qualsiasi condizione, in effetti si contribuisca al declino invece di frenarlo

ciao,
nullo

Anonimo ha detto...

sottolineiamo questo perverso procedimento secondo cui votare in lambardia e in veneto la sinistra premia il partito democratico.

effettivamente se si vuol fare un lavoro di squadra(che però non c'è, anzi)nelle regioni in bilico al senato si dovrebbe votare partito democratico o ITALIA DEI VALORI(e diciamolo no?). però se nel lazio vince pd-idv, credo che una sinistra all'8% farebbe comodo per sottrarre seggi al pdl. e se anche udc e destra raggiungessero quella percentuale? ecco, attenzione quindi, è tutto in bilico, ma una scelta elimina altre possibilità

Anonimo ha detto...

Agli amici del PD ho lanciato un appello per il Senato.

scrooge ha detto...

l'unico voto utile è un voto cosciente

Vaaal ha detto...

purtroppo sono un elettore di sinistra in Campania, regione evidentemente di destra. Ahimè, sono ancora nella schiera degli indecisi, ma a quanto pare il voto per l'uno o per l'altro non cambierà molto le cose. Mah.

Sono assolutamente d'accordo con la politica anti-berlusconi a qualunque costo.

Anonimo ha detto...

Grazie del chiarimento. E bella Fra, ti sei pure beccato un reblog da kekkoz!

Massimo ha detto...

caro nullo,
il mio prospetto voleva essere solo un chiarimento tecnico su una questione poco chiara, a causa dell’assurda legge con cui ci tocca votare.
Le mie considerazione politiche sono più complesse.
La nascita del Partito Democratico costituisce la prima risposta politica ad alcuni fra i più rilevanti problemi dell’Italia post 1992, non ultimo (anzi ben lontano dall’ultimo posto) Berlusconi e il berlusconismo. Dopo 15 anni di discorsi sull’assetto istituzionale e la legge elettorale (lungi da me sottovalutare questi temi) si è giunti alla conclusione che esiste anche una crisi politica non riconducibile alle sole anomalie nelle regole.
Il giudizio su quello che al momento è un contenitore vuoto, cioè il Pd, li rimanderei a dopo le elezioni, con una convinzione: lo spostamento a destra dell’agenda politica dei paesi occidentali a partire dalla fine degli anni ’70 (in cui su temi e in modi più o meno coscienti ci sta dentro anche tutta la sinistra italiana) non si combatte contro il Partito democratico.
Tale battaglia va combattuta nei giornali, nelle università, su internet, nelle strade, nelle piazze e dentro le due grandi formazioni che si candidano a rappresentare la sinistra in Italia. Questa battaglia negli Stati Uniti è cominciata (cito George Lakoff, ma anche Al Gore, solo per fare qualche esempio), mentre in Italia siamo ancora lontani dalla mera teorizzazione del problema.
Quanto all’alternativa fra un governo Berlusconi zoppo ed uno pienamente legittimo non ho molti dubbi. Di tutti i mali che soffre il nostro paese Berlusconi forse non è il maggiore, ma senz’altro quello la cui soluzione sembra più semplice: fare il più possibile per tenerlo lontano dalla guida dell’Italia.
Sull’economia, poi, se ti è capitato di sentire i vaticini protezionisti di Tremonti (secondo solo ad Obama quanto a passione per il mercantilismo cristiano) mi viene da dire, sarò forse superficiale, che meno avrà le mani libere, meglio sarà per tutti noi.
Io voto Partito democratico, poi si vedrà.

Massimo ha detto...

Romammxi,
tanto per fare un esempio, ti ricordo che esponenti della Lega Nord gettarono urina di suino sul suolo destinato ad una moschea, il passo successivo sulla strada dell’intolleranza è solo la violenza fisica. Per non parlare del fatto che in questa situazione ci siamo per colpa di una legge elettorale incostituzionale, biecamente tesa a meri interessi di parte e (cosa forse ancora più assurda) scritta talmente male da creare danni a valanga sulle istituzioni repubblicane. Chi l’ha scritta e votata questa legge?
Prima che io possa anche solo prendere in considerazione l’idea di votare Berlusconi e la sua banda mi devono cascare le mani (e non solo).

nullo ha detto...

Massimo,

discussione interessante, mi dispiace di non aver moltissimo tempo per elaborare.

semplificando: quello che non condivido del tuo ragionamento nella risposta al primo punto e' l'idea che ci sia un legame 'necessario' o anche solo 'significativo' tra la battaglia non-parlamentare non-di-rappresentanza (perlomeno diretta) di cui parli - e che sono sicuro di condividere almeno in alcuni dei suoi aspetti - ed il voto al partito democratico.

l'alternativa che ti prospetto - e che ha a vedere con il declino tanto caro al padrone del blog - e' di fare quella battaglia senza comprometterla con scelte di rappresentanza - parlamentari - che, e questo penso dipenda dal giudizio che uno da del PD - finirebbero per comprometterla.

internet e' un esempio decente: la politica va estesa. non deparlamentarizzata o addirittura sostituita come vorrebbero i vari grilli parlanti. e forse neanche marginalizzata. solo 'estesa'. in una maniera non necessariamente diversa da quella degli anni 60-70, solo che abbiamo strumenti forse migliori - da un punto di vista sia morale che di efficacia.

se uno fa la battaglia di partecipazione, appunto battaglia estensiva, e poi la appiattisce sulla contingenza parlamentare, quella battaglia si svuota di significato (scusa per la brutta espressione)

p.s. tutto questo, tra parentesi, forse dipende anche dal giudizio che uno da dell'anomalia e del pericolo berlusconiano. nel senso che certo di deve essere un threshold di consenso positivo rispetto alla propria scelta di rappresentanza, ma quel threshold e' almeno in parte dipendente dal livello dell'alternativa

ciao,
nullo

nullo ha detto...

p.p.s. x Massimo

immagino sia chiaro dai commenti, pero': io non voto.

(anche se forse se avessi speso in italia questi ultimi anni forse, dico forse, la scelta sarebbe diversa...)

SdL ha detto...

grazie, davvero esemplare. Ci accomuna l'equazione utile=contro-berlusconi.

Anonimo ha detto...

Caro Massimo,
la Lega è certamente intollerante, almeno in molti suoi esponenti. Ma, per chi condivide le parole di Veltroni sulla governabilità dell'Italia, il realismo IMPONE di votare per il PdL. Nel mio post linkato ieri spiego perché, e spiego perché un voto al PD al Senato vuol dire andare contro quello che si dice in campagna elettorale.
Sul fatto che questa sia una pessima legge elettorale, niente da dire, perché è vero: ma dobbiamo votare con questa. Quando avremo la possibilità di votare con la legge dei nostri sogni faremo discorsi diversi.

Massimo ha detto...

caro Nullo,
credo di non essere stato abbastanza chiaro. Lungi da me pensare che qualsivoglia forma di partecipazione sia in grado di sostituire la rappresentanza parlamentare. Ci tengo a chiarirlo!
Il mio punto è un altro e, almeno così credo, è sganciato dalla contingente emergenza berlusconiana (che pure è lì ed incombe minacciosa).
Credo, cioè, che ci sia un livello che precede quello della proposta politica, rappresentata dai partiti in competizione nelle elezioni.
Questa è quella che precedentemente ho chiamato influenza sull’agenda politica. Per banalizzare, i temi più influenti del linguaggio politico attuale, non sono gli stessi del trentennio che va dagli anni 50 ai 70, indipendentemente dal colore politico delle maggioranze in carica.
Ritengo sia proprio questo fenomeno a costituire la disaffezione dell’elettorato di sinistra nei confronti dell’offerta politica.
Questo è il livello che, a mio parere, non può essere affrontato contro i partiti ma dentro i partiti (oltre che nelle altre sedi accennate).
Un grande partito situato nell’area del centro sinistra, resta il mio luogo naturale, convinto che non è non votandolo che si frena la degenerazione (all’interno della quale, sia chiaro ci sta pure la Sinistra Arcobaleno). La dilapidazione, da parte del pds, del patrimonio elettorale del pci (che per ragioni anagrafiche ho avuto la fortuna di non aver mai dovuto votare) non ha fermato il processo, anzi, l’ha legittimato grazie alle ripetute vittorie delle destre, arginate solo dalla loro abissale incapacità.
Magari la mia è solo necessità di legittimare l’antiberlusconismo duro e puro, ma credo ci sia qualcosa di più.
Massimo

Ps. Perché Fra tace?

Massimo ha detto...

RomaMMXI,
sarà forse che considero le parole di Veltroni e di gran parte dei leader politici riguardo all’ossessione della governabilità, uno dei grandi mali del paese, ma mi sento di dire che anche se dovessi sottoscrivere in pieno tali assunzioni non potrei comunque votare lo schieramento berlusconiano, e non perché non condivido con loro valori politici (loro di destra, io di sinistra); ma perché tali forme di intolleranza e di disprezzo delle istituzioni rappresentative è inconciliabile con qual si voglia concezione (anche minima) di convivenza civile e democratica.

nullo ha detto...

no, Massimo, invee penso ci siamo capiti: quello che ti contesto e' la necessita'/utilita' di fare la battaglia in questione all'interno di un partito, e in questo caso del pd. secondo me una posizione del genere sopravvaluta la sfera parlamentare/di rappresentanza della politica.

potremmo fare un discorso su quali sono stati i cambiamenti culturali/civili/politici/sociali/economici piu' importanti dal dopoguerra ad oggi, e se essi siano stati legati indossolubilmente alla politica della rappresentanza.

ma non credo di saperne abbastanza per intraprendere quella strada

non solo quindi rinunciare a far politica dentro un partito non significa rinuciare a far politica; ma non significa nemmeno, necessariamente, un sacrificio dal punto di vista dell'efficacia.

vabbe', un po' ho sviato dal tema principale che mi sembrava l'emergenza berlusconi.

Anonimo ha detto...

Veltroni ha scaricato la sinistra(anche se nei capoluoghi di Provincia è ancora alleato), che per 18 mesi ha ingoiato bocconi amari pur di non far cadere il governo .Ma per piacere ragazzi Veltroni
non ha fatto un comizio dove apertamente dice di vergognarsi di quanto succede a Napoli,e poi zitto zitto candida la moglie di Bassolino (e questo è il nuovo)
certo vedere tirare uova in faccia a uno che parla non è segno di democrazia (ma voi di sinistra la usate a vostra piacimento)vorrei capire quante sinistre ci sono in Italia ,avete le idee un pò confuse alle prossime elezioni magari da PD toglierete la P e sarete la vecchia DC(o forse già lo siete diventati) di certo non siete il nuovo (Veltroni -D'Alema-Bersani-Bindi-Prodi che ora incolpa i Sindacati per Alitalia ecc...)

Anonimo ha detto...

Nessun dubbio sul fatto che in Emilia-Romagna il voto utile a senato è per la Sinistra Arcobaleno: l'hanno sostenuto anche personaggi come Gianfranco Pasquino (politologo) e Mauro Zani (europarlamentare Ds).
Ma per me può essere qualcosa di più: il filo tenue che non si rompe fra il Pd e la Sinistra, perché se si torna all'epoca che il primo nemico è quello più vicino, ci meritiamo Berlusconi al Quirinale.

CaccaSpray ha detto...

ciao, io avrei una domanda da completa ignorante e ne approfitto per rompere le scatole a te: premesso che sono dell'emilia, in che modo il mio voto al senato sarebbe più utile se dato alla sinistra arcobaleno invece che al pd?
è comunque un voto che in questo modo non andrebbe al pd e che quindi limiterebbe il numero di senatori del pd stesso..
non riesco a vedere in che modo potrebbe aumentare il numero di senatori totali di sinistra (intesa come pd+sinistra arcobaleno)..
spero di essermi spiegata :s

Massimo ha detto...

La legge attuale, non mi stancherò mai di dirlo, è assurda sotto infiniti punti di vista.
Prendiamo il caso dell’Emilia Romagna per spiegare questo strano meccanismo dei premi di maggioranza regionale per la ripartizione dei seggi al Senato.
I seggi in palio sono 21. La coalizione che raccoglie più voti ha diritto a 12 seggi. Con tutta probabilità questi 12 seggi se li spartiranno il Partito democratico e l’Italia dei valori. I restanti 9 seggi saranno spartiti fra le liste che superano lo sbarramento.

I caso: Sinistra arcobaleno e Udc non raggiungono l’8%
Pd (+IdV) = 12
Pdl (+Lega) = 9
SA = 0
Udc = 0

II caso: Sinistra arcobaleno all’8%
Pd (+IdV) = 12
Pdl (+Lega) = 7
SA = 2
Udc = 0

III caso: Sinistra arcobaleno e Udc all’8%
Pd (+IdV) = 12
Pdl (+Lega) = 7
SA = 1
Udc = 1

Faccio notare che con questa legge anche 2 senatori potrebbero fare la differenza.

CaccaSpray ha detto...

è molto più chiaro ora, anche se mi rimane il dubbio che se tutti al senato iniziassero a votare SA allora, per dispersione di voti, il pd rischierebbe di non prendere nemmeno quei 12 seggi..anche se quest'eventualità è piuttosto bassa in realtà (spero!)..
bè, grazie mille del chiarimento!
ciao

Anonimo ha detto...

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