25 aprile 2008

Perchè il fascismo è sopravissuto ed il nazismo no

Sessantatre anni fa abbiamo -sì, mi ci metto proditoriamente dentro- tolto al fascismo italico il controllo di questo paese grazie ai partigiani che liberarono Milano e Torino, Mussolini era caduto, e più in generale è stato qui sconfitto quello che appunto si definisce nazi-fascismo. Per di più l'unione fra i due totalitarismi era stata ufficializzata da un bel patto (che in realtà era a tre, RoBerTo, Roma-Berlino-Tokyo), fra i due "timonieri" di queste due deformi navi di orrori. Eppure credo che fra le due sconfitte ci sia stata una enorme differenza, che ci riguarda molto. L'una, quella del nazismo, mi pare sia stata definitiva, mentre quella sul fascimo non sembra tale, come mostra la pancia ed il sentire di una parte consistente e centrale di questo paese, a differenze del nazismo che ha avuto riprese solo nei margini della società tedesca e dintorni (non che non tocchi tenere gli occhi aperti anche lì, ma comunque è un fenomeno che è ridotto a simboli e rituali ora per pochi, il fascismo è preoccupantemente più secolarizzato ).

E secondo me la differenza degli esiti di quella che fu una comune sconfitta dipende dalla differenza profonda fra le due ideologie, detto molto rozzamente, il nazismo aveva un progetto, folle e mostruoso (conquistare l'Europa ed il mondo, sterminare ebrei e "diversi"...), contraddittorio anche, ma comunque un progetto, e quel progetto è stato sconfitto. Punto, non si è realizzato, Hitler ha perso totalmente, nè altri sono ora in grado di riprendere quel progetto. Il fascismo invece mi sembra una cosa molto più scivolosa, è la destra nella sua triade Dio-patria-famiglia, è (ed era con Mussolini) il machismo, l'amore per la violenza, il maschilismo, il razzismo, non come progetto, ma come reazione viscerale, insomma una serie di pulsioni bestiali (quindi umanissime) e tuttora diffusissime. Mussolini veniva -per gli dei!- dal socialismo ma riunì i primi fasci di combattimento in una sala di confidustria, nazionalizzava le imprese e se ne impadroniva e però ammazzava i rossi fin dall'inizio, si alleava con Hitler e contemporaneamente vendeva le armi agli inglesi. Non c'era un progetto, un obbiettivo preciso, l'obbiettivo era il potere, in una maniera trasformistica e dalla mille facce che a dirla tutta forse è proprio quella caratterizza l'Italia di contro all'idealistica Germania -ahimè come la mafia il fascismo è una cosa che abbiamo esportato in tutto il mondo. Mussolini ha sì fallito, ma non è fallita un'idea, perchè non c'era mai stata, e di qui il suo rimanere alla base della nostra società, a prescindere da croci celtiche o busti di un pelato mascelluto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Se il fascismo fosse ancora in voga, come tu affermi, non avresti potuto scrivere un post simile; anzi, non avresti potuto scrivere e basta.

Roberta

Francesco ha detto...

in voga non vuol dire al potere, ma in realtà non direi nemmeno che è in voga, io dico che il fascismo c'è, è visibile in alcune forze politiche -non solo quelle che si dichiarano più o meno tali- e soprattutto nelle nostre pancie ed in alcuni nostri modi di fare e di considerare gli altri ed il potere, la sconfitta non è stata affatto definitiva

Anonimo ha detto...

darwinianamente parlando, il fascismo è un organismo più evoluto, capace di sopravvivere, come un buon parassita, all'ospite che lo nutre

Francesco ha detto...

@raser: mica c'avevo mai pensato in questi termini evolutivi! e mi sembrano molto interessanti, certo in questo caso sarebbe interessanti ritrovare gli ospiti di questa parassitosi, forse lo stesso nazismo è stato un organismo ospite