in anticipo, come si usa qui dalle parti della senonlarealtà -che in verità freuqenta più il ritardo - auguri a chi passa da queste parti, ed occhio al volo degli stormi . E già che ci siete fra le maglie della rete pur in questi giorni di festa, leggetevi la sintesi dell'anno passato (sportivo e non solo) di uno dei più grandi scrittori italici, Gianni Mura
31 dicembre 2007
27 dicembre 2007
Lucio, dove vai? Si fa notte nel cielo
COMUNISTA
Canto l’uomo che è morto
Non il Dio che è risorto
Canto l’uomo infangato
Non il Dio che è lavato.
Canto l’uomo impazzito
Non il Dio rinsavito
Canto l’uomo ficcato
Dentro il chiodo ed il legno.
L’uomo che è tutta una croce
L’uomo senza più voce
L’uomo intirizzito
L’uomo nudo, straziato
L’uomo seppellito.
(Dalla, Roversi)
Canto l’uomo che è morto
Non il Dio che è risorto
Canto l’uomo infangato
Non il Dio che è lavato.
Canto l’uomo impazzito
Non il Dio rinsavito
Canto l’uomo ficcato
Dentro il chiodo ed il legno.
L’uomo che è tutta una croce
L’uomo senza più voce
L’uomo intirizzito
L’uomo nudo, straziato
L’uomo seppellito.
(Dalla, Roversi)
No, davvero, non gli credete. Lui è un situazionista -qualunque così voglia poi dire- il grande matt-attore di una perfomance contemporanea, da quando con le canzoni non ne azzecca più una, sparsa fra giornali/tv/concerti dove si dichiara sempre più religioso, per l'ortodossia e l'ortoprassia, in deliri pseudomistici e reazionari («a me piace la Messa Tridentina, bene ha fatto il Papa a liberalizzarla).
D'altronde mica potrete credere alle sue testè esternate sintonie con l'Opus Dei, che basti la vecchiaia, la morte che sta lì appollaiata ed i dischi che non ne fermano l'avanzare, a trasformare Lui che ha scritto Disperato Erotico Stomp, Quale Allegria, Siamo dei, Com'è Profondo il Mare, in un bigottello nazionalpopolare che ci piace tanto «San Josemaria», come lo chiama Lui, riferendosi al franchista Escrivà. No, tranquilli, ringraziatelo, seguitelo in questa progressiva messa alla berlina (che lui ci è stato con Bonetti) del ritorno fideistico di questo paese corroso da religiosi e ciccioni devoti; notate come non tradisca mai l'ironia di questa sua recita grottesca, come sottolinei con apparente sensatezza e placidità l'abisso di follia che la religiosità sta prendendo proprio facendosi intervistare dal giornale online Petrus che si occupa del pontificato di Benedetto XVI, come si immedesimi nella parte senza difficoltà alcuna, con grande facilità, davvero troppa mannaggia a lui (sì, mo è minuscolo). Ciao Lucio. sniff
26 dicembre 2007
Una moratoria è per sempre
Dopo quella contro la pena di morte, e quella di Ferrara contro l'aborto (che è meglio non commentare nemmeno fra queste incidentali parentesi), visto che è l'anno buono, anzi forse il mese, ed evidentemente non la si nega a nessuno, mi sbrigo e lancio anch'io la mia: Moratoria Contro le Enciclopedie allegate ai Giornali. Credo che il Tg1 domani intervisterà Dacia Maraini in merito, come oggi ha fatto per Ferrara (cacchio, due volte il suo cognome in un post, devo star male).
[nella foto la mora enciclopedica -così dice google, sarà per la frangia- Anita Loos]
[nella foto la mora enciclopedica -così dice google, sarà per la frangia- Anita Loos]
23 dicembre 2007
Pac-uomini?
trovata oggi in rete, non ricordo dove
in realtà, anzi in senonrealtà, pare sia una barzelletta metà anni '90 di un comico, comunque come retro-fezia, o se siete degli sporchi razionalisti 'spiegazione', non è affatto male
"I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac Man avesse influenzato la nostra generazione ora staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva."
(Kristian Wilson, Nintendo Inc., 1989)
in realtà, anzi in senonrealtà, pare sia una barzelletta metà anni '90 di un comico, comunque come retro-fezia, o se siete degli sporchi razionalisti 'spiegazione', non è affatto male
18 dicembre 2007
Paesi moderni?
a Cuba, dove di certo gli omosessuali non godono storicamente di trattamente equi e sono stati perseguitati duramente- le dittature uniscono, per statuto e contratto, repressione e machismo-, i Pacs sono già in parlamento, e pare ce la faranno ad approvarli, pur con tutti i problemi che rimangono in merito ai reali diritti di gay, lesbiche e trans, perlomeno da ciò che si capisce nel contrastante dibattito in rete. Qui, ma proprio qui, il comune di Roma non riesce a votare un semplice registro delle unioni civili, che nell'altrettanto machista Città del Messico è da un po' è in vigore.
13 dicembre 2007
Marketing inconscio?
11 dicembre 2007
Moratti ed il santo Graal
I turchi -così, in generale, non specificati- se la prendono con l'Inter perché è andata a giocare nella loro araba terra con la maglietta del centenario, con un enorme croce rossa su campo bianco. Il che gli ricorda un po' troppo i templari, che evidentemente non benvogliono affatto. Conseguentemente a questo affronto rivogliono indietro, i turchi, i 3 punti che l'Inter ha preso al Fenerbahce, peraltro, con ostinata insistenza teologica da crociati tutti tesi ad onorare la vera ed unica Fede ed i suoi misteri, segnando proprio 3 gol.
Riportano il tutto vari giornali italiani, fra cui la laica Gazzetta, e noi finalmente si sanno le cagioni della rinnovata fortuna calcistica di una squadra fino a poco fa' in disarmo: l'aver rinnovato antiche alleanze con settori mistici-cavallereschi noti per i loro molti contatti con forze sovrannaturali -quelle che sorreggono la chioma di Mancini il tanto che basta a fargli percepire i giocatori ma non troppo-, ordini segreti che da sempre gestiscono masse ingenti di soldi, nonché dotati di grandi capacità mistiche e taumaturgiche quali piazzare Recoba ad una qualsiasi squadra - che poi nello specifico questa sia il Torino, visti i trascorsi occultisti della città, non deve certo sorprendere.
Il patto Moratti - Templari (ecco il loro sedicente sito ufficiale) deve far parte di qualche piano complottistico sfuggito ai più, persino a Beppe Grillo ed a Roberto Giacobbo, ma questo blog, guardiano della verità nonchè della senonrealtà, sorveglierà i futuri eventi e vi terrà aggiornati.
nome alternativo per il post: In hoc signo Inter
nelle foto l'ultimo ritiro (spirituale) dell'Inter ad Appiano Gentile
26 novembre 2007
Intercettazioni della realtà, quando non scappa in dribbling
alla fine si torna sempre qui, dalle parti della realtà: «La realtà è quella cosa che, anche quando smetti di crederci, non scompare» Philip K. Dick
prendete le recenti intercettazioni, quelle lì, sulla fascia destra, dei passaggi incestuosi fra gli pseudo concorrenti Rai-Mediaset, che ci hanno svelato la “realtà dei fatti” (ce ne sono altre?); ebbene la reazione sinistra, di molti di noi, urbani e civilizzati esseri umani smagati alla vita, cinici quel che basta verso le manifestazioni del potere, è stata un sorrisetto a mezza bocca, pochi denti esposti, sopracciglia leggermente inarcate, testa inclinata da un lato, che lo sguardo di sguincio e non diretto fa tanto atteggiamento (post)moderno verso il mondo, il tutto corredato da leggera, a volte ripetuta, annuizione. Insomma, si derubricava nel già visto, già saputo, che noi siam gente del mondo. Scrive a proposito Alessandro Robecchi (giornalista ed autore satirico che spazia da Ballarò a Crozza fino al Manifesto):
prendete le recenti intercettazioni, quelle lì, sulla fascia destra, dei passaggi incestuosi fra gli pseudo concorrenti Rai-Mediaset, che ci hanno svelato la “realtà dei fatti” (ce ne sono altre?); ebbene la reazione sinistra, di molti di noi, urbani e civilizzati esseri umani smagati alla vita, cinici quel che basta verso le manifestazioni del potere, è stata un sorrisetto a mezza bocca, pochi denti esposti, sopracciglia leggermente inarcate, testa inclinata da un lato, che lo sguardo di sguincio e non diretto fa tanto atteggiamento (post)moderno verso il mondo, il tutto corredato da leggera, a volte ripetuta, annuizione. Insomma, si derubricava nel già visto, già saputo, che noi siam gente del mondo. Scrive a proposito Alessandro Robecchi (giornalista ed autore satirico che spazia da Ballarò a Crozza fino al Manifesto):
Pasolini diceva “io so”, era rivoluzionario. L’Italia di oggi, praticamente in coro, dice “lo sapevo”, ed echeggia come un suono fesso. Il caso Rai-Mediaset è soltanto l’ultimo in cui il “si sapeva” è risuonato tonante e potente. E si sapeva sì! Se scompare Enzo Biagi e al suo posto arrivano Max e Tux, chi poteva non vedere, non capire?al che mi sono riletto il famoso articolo:
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.Qui tutto si gioca, alle mie orecchie, sulle due forme linguistiche contrapposte, il distacco da quanto ci succede attorno in quanto già noto è sempre o in forma impersonale, del tipo “ si sa”, o personale al passato:“lo sapevo già”, anche se personalmente la forma che ho incontrato di più è l’unione dei due:“già lo sapevamo”. Pasolini invece parla in una prima persona esplicita, chiarische chi è il soggetto, e parla di sé e per sé, ed inoltre al presente, la sua è un’azione, personale, si sente lo sforzo di quello che dice, mentre noi ci rifugiamo in uno stato -il passato-, in una condizione isolante, in cui la conoscenza spersonalizzata disattiva la realtà, il rapporto con essa, che nemmeno le "prove" possono riaccendere. E non è arroganza quella che porta Pasolini ad affermare tutto ciò ed ad ammantarsi del ruolo di “intellettuale”, basta vedere poi come si descrive, ovvero come un qualcuno che tenta di sapere quello che può e che lavora immaginativamente per comprenderlo, un qualcosa aperto a tutti -ok, lui era più intelligente di me e credo anche di voi che leggete- almeno in linea di principio, basta fidarsi di sé stessi, pronunciare quell’ “io”, anche rischiando di sbagliare. Poi ogni tanto la realtà per vie contorte scappa addirittura fuori, emergono “come stanno le cose”, ed addirittura diviene “comprovata”, finalmente “reale”, ma qui non solo non ha senso discostarsi da essa, guardar oltre che tanto si sapeva, ma nemmeno brandirla a mo’ di indignazione, contenti che ce ne hanno somministrata un po’, tiepida minestrina che ci scalda il cuore ma dura poco; forse toccherebbe a sto punto fidarci più di noi stessi in futuro, con lo prove o senza, ed agire di conseguenza (leggi: non ho la più pallida idea di come, cacchio sono solo uno stupido blogger che aveva bisogno di una conclusione).
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace;
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22 novembre 2007
Mastro Lindo
C'è una canzone di Franceco De Gregori, del lontano 1989, dal titolo Bambini venite parvulos, che ad un certo punto recita:
«Legalizzare la mafia sarà la regola del duemila,Versi che mi son sempre sembrati profetici ed illuminanti di quello che è successo da queste parti negli ultimi 15 anni: l'immagine è calzante e funziona bene (calvizie + pubblicità, ma se vogliamo anche l'aspetto da filibustiere). Poi oggi ho scoperto che Luigi Crespi, l'ex tripputo ex sondaggista di Berlusconi, dice su Repubblica a proposito del suo capo
sarà il carisma di Mastro Lindo a regolare la fila»
Pensavo di avere una qualche relazione personale con Berlusconi. Non sapendo che lui non è un uomo ma un'icona. Io lo chiamo Mastro LindoEffettivamente online le giustapposizione fra i due figuri son parecchie, da Beppe Grillo a bloggers vari, però sentirlo dire da uno che ci ha collaborato fa un po' più impressione.
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21 novembre 2007
Il pedobattesimo moderno
Dicesi "pedobattesimo moderno" il battesimo somministrato ad un neonato in epoca moderna e più precisamente, nell'accezione da me usata della parola "moderno", "domenica scorsa". In questo breve saggio mi occuperò dell'interpretazione parrocchiale di tale pratica neotestamentaria e di alcune esilaranti implicazioni dalle baggianate che i molti presenti ed io abbiamo dovuto ascoltare. Più di qualcuno, all'uscita, si mostrava infatti decisamente perplesso. Chiamerò il battesimando "Piergiorgio", in ottemperanza al diritto alla privacy del pargolo.
Durante la cerimonia, disse il parroco:
Non credo sia necessario un commento, ma già che ci sono: vuol forse dire il parroco che il rapporto tra un essere sovrannaturale presunto "creatore del cielo e della terra" e un semplice essere umano sia 6 miliardi diviso tremilaquattrocento, ovvero che Dio è solamente 1 milione e 700 mila volte più fico di noi (notare la citazione da Genesi 3,7)? E dove li mettiamo i 60 miliardi di esseri umani che, secondo le stime, sarebbero esistiti nei millenni? Forse Dio non si occupa dei morti? La dottrina cristiana suggerisce invece che i morti son ancor più amati e tenuti vicino ad Egli.
Ad un certo punto il parroco ha dichiarato che
Lungi dal voler contestare la veridicità di tale affermazione, ci chiediamo comunque se intendessi dire "vita spirituale".
Poco prima di eseguire sul pargolo il lavaggio del cuoio capelluto, il parroco ha affermato con veemenza che
Di fatto, il parroco attribuisce al pargolo una forte intenzionalità nel voler ricevere il sacramento, intenzionalità che purtroppo l'infante non può evidentemente avere, vista la tenerissima età. Ma nell'attribuzione il parroco si spinge fino alla pianificazione della vita spirituale (ops, divina) del fanciullo fino ai 13-14 anni, età in cui, dopo il catechismo e la prima comunione, si arriva finalmente alla cresima. Dunque evviva la libertà di religione.
In un breve excursus bibliografico, il parroco narra dell'episodio del battesimo di Gesù Cristo di Nazareth che, alla tenera età di 30 anni si fece battezzare, dimenticandosi, il parroco, di sottolineare che Gesù Cristo di Nazareth non ha mai detto: "ah però, a parte me, sono i neonati a dover essere battezzati". Infatti per secoli i battezzandi furono sempre e solo maggiorenni e vaccinati, anche nella chiesa cattolica.
Il brano neotestamentario citato dal parroco per illustrare l'importanza del battesimo è Luca 3,22 "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto" (vedi illustrazione), frase attribuita ad una voce tonante scaturitasi dal cielo subito dopo il primo battesimo della storia. Sorvoliamo come una voce dall'alto che parla ad un figlio a mollo nel Giordano, implicherebbe, a rigor di logica, la nullità della Santissima Trinità. Ma è un Mistero, e su questo concetto puntano sovente i chierici.
Unico accenno al peccato originale, teoricamente centrale nel battesimo moderno ma assai trascurato nel briefing di preimmersione, è in quella che viene chiamata "Preghiera di esorcismo", introdotta dal parroco in codesto modo:
Non si è parlato né di mele, né di serpenti, ma solo un certo Satana, probabilmente un chitarrista divenuto famoso a Woodstock nel 1969.
Dopo aver riempito uno strano mestolo di acqua, ed averla repentinamente versata sul capo del fanciullo, il parroco ha pronunciato la significativa frase:
Da cui spontanea la domanda "e prima di chi era figlio?" Chi l'ha creato? Forse il chitarrista? Oppure, speriamo di no, il Demonio? Non ci è dato sapere poiché, come al solito, è un Mistero. Però la cosa certa è che un pargolo, prima di subire un battesimo, non è figlio di Dio.
Raccomandazione finale del parroco, probabilmente sollecitata dai volti annoiati dei presenti, è stata la spiritualissima:
Si conclude così questo breve saggio sul pedobattesimo moderno. Nelle prossime settimane analizzerò la "consolazione funebre", un viaggio fra la certezza del Paradiso e le conseguentemente stupide lacrime dei parenti, "l'Assunzione di Maria", un'indagine sociologica fra religione e precariato, e infine "Lazzaro contro Ippocrate", uno studio interdisciplinare fra miracoli e medicina: chi vincerà i fondi per la ricerca?
Ah, dimenticavo: tutto ciò non vuol essere una critica alla fede cattolica, sia ben chiaro. Essa è l'unica vera fede, come lo è qualsiasi altra fede, Islam, Induismo e Pastafarianesimo compresi.
Durante la cerimonia, disse il parroco:
"E' stato calcolato che possiamo amare 3400 persone, Dio ne ama 6 miliardi... ma Dio è Dio!"
Non credo sia necessario un commento, ma già che ci sono: vuol forse dire il parroco che il rapporto tra un essere sovrannaturale presunto "creatore del cielo e della terra" e un semplice essere umano sia 6 miliardi diviso tremilaquattrocento, ovvero che Dio è solamente 1 milione e 700 mila volte più fico di noi (notare la citazione da Genesi 3,7)? E dove li mettiamo i 60 miliardi di esseri umani che, secondo le stime, sarebbero esistiti nei millenni? Forse Dio non si occupa dei morti? La dottrina cristiana suggerisce invece che i morti son ancor più amati e tenuti vicino ad Egli.
Ad un certo punto il parroco ha dichiarato che
"I genitori gli hanno dato la vita materiale, ora riceverà la vita divina."
Lungi dal voler contestare la veridicità di tale affermazione, ci chiediamo comunque se intendessi dire "vita spirituale".
Poco prima di eseguire sul pargolo il lavaggio del cuoio capelluto, il parroco ha affermato con veemenza che
"Con questa cerimonia Piergiorgio si prende l'impegno di diventare figlio di Dio, impegno che verrà confermato con la cresima."
Di fatto, il parroco attribuisce al pargolo una forte intenzionalità nel voler ricevere il sacramento, intenzionalità che purtroppo l'infante non può evidentemente avere, vista la tenerissima età. Ma nell'attribuzione il parroco si spinge fino alla pianificazione della vita spirituale (ops, divina) del fanciullo fino ai 13-14 anni, età in cui, dopo il catechismo e la prima comunione, si arriva finalmente alla cresima. Dunque evviva la libertà di religione.
In un breve excursus bibliografico, il parroco narra dell'episodio del battesimo di Gesù Cristo di Nazareth che, alla tenera età di 30 anni si fece battezzare, dimenticandosi, il parroco, di sottolineare che Gesù Cristo di Nazareth non ha mai detto: "ah però, a parte me, sono i neonati a dover essere battezzati". Infatti per secoli i battezzandi furono sempre e solo maggiorenni e vaccinati, anche nella chiesa cattolica.
Il brano neotestamentario citato dal parroco per illustrare l'importanza del battesimo è Luca 3,22 "Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto" (vedi illustrazione), frase attribuita ad una voce tonante scaturitasi dal cielo subito dopo il primo battesimo della storia. Sorvoliamo come una voce dall'alto che parla ad un figlio a mollo nel Giordano, implicherebbe, a rigor di logica, la nullità della Santissima Trinità. Ma è un Mistero, e su questo concetto puntano sovente i chierici.
Unico accenno al peccato originale, teoricamente centrale nel battesimo moderno ma assai trascurato nel briefing di preimmersione, è in quella che viene chiamata "Preghiera di esorcismo", introdotta dal parroco in codesto modo:
"La Preghiera di esorcismo... esorcismo è una parola strana che vuol dire "liberazione", serve a liberare Piergiorgio dal peccato originale."
Non si è parlato né di mele, né di serpenti, ma solo un certo Satana, probabilmente un chitarrista divenuto famoso a Woodstock nel 1969.
Dopo aver riempito uno strano mestolo di acqua, ed averla repentinamente versata sul capo del fanciullo, il parroco ha pronunciato la significativa frase:
"Adesso Piergiorgio è diventato figlio di Dio"
Da cui spontanea la domanda "e prima di chi era figlio?" Chi l'ha creato? Forse il chitarrista? Oppure, speriamo di no, il Demonio? Non ci è dato sapere poiché, come al solito, è un Mistero. Però la cosa certa è che un pargolo, prima di subire un battesimo, non è figlio di Dio.
Raccomandazione finale del parroco, probabilmente sollecitata dai volti annoiati dei presenti, è stata la spiritualissima:
Mi raccomando, voglio vederlo più spesso
Si conclude così questo breve saggio sul pedobattesimo moderno. Nelle prossime settimane analizzerò la "consolazione funebre", un viaggio fra la certezza del Paradiso e le conseguentemente stupide lacrime dei parenti, "l'Assunzione di Maria", un'indagine sociologica fra religione e precariato, e infine "Lazzaro contro Ippocrate", uno studio interdisciplinare fra miracoli e medicina: chi vincerà i fondi per la ricerca?
Ah, dimenticavo: tutto ciò non vuol essere una critica alla fede cattolica, sia ben chiaro. Essa è l'unica vera fede, come lo è qualsiasi altra fede, Islam, Induismo e Pastafarianesimo compresi.
20 novembre 2007
Veltroni interviene a Crozza Italia sul neo partito di Silvio B: copia ed originale
Sembrano grandi amiconi, il che fa venire un po' rabbia, anzi parecchia
p.s. con "copia ed originale" non mi riferivo a Walter che commenta il PdP di Silvio, almeno credo
p.p.s. il centro sinistra ha un leader che, a suo dire, potrebbe citare tutta la discografia di Shel Shapiro, davvero
p...s. gli ultimi due minuti non sono malaccio
p.s. con "copia ed originale" non mi riferivo a Walter che commenta il PdP di Silvio, almeno credo
p.p.s. il centro sinistra ha un leader che, a suo dire, potrebbe citare tutta la discografia di Shel Shapiro, davvero
p...s. gli ultimi due minuti non sono malaccio
19 novembre 2007
Perchè nessuno ha detto che Mario Landolfi è indagato per camorra?
Sui media italiani non trovo traccia o quasi della notizia della settimana appena passata: Mario Landolfi, uno dei boss (ops) di An, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, è indagato per estorsione, truffa e corruzione aggravati dal favoreggiamento camorristico, insieme ad i suoi fratelli ed al sindaco di Mondragone, comune di 30.000 abitanti del casertano. Una ventina di persone (4 arresti fin ora) sono accusate di aver creato una struttura parallela che controlla i voti, i rifiuti, il mercato del lavoro e quant'altro. Dopo una controllata in giro, se ne trova notizia sui sempre attenti bloggers, su un po' di siti di giornali locali, e controllando la rassegna stampa della scorsa settimana solo sull'Unità ed il Mattino, e basta, niente sul corrierone, repubblica, la stampa, messagero.
18 novembre 2007
«Di tanto in tanto fumo, quello che basta per tossire», Groucho Marx chiacchera con Woody Allen
La trascrizione della conversazione fra i due maestri del non-sense e risata, avvenuta realmente una trentina d'anni fa abbondante, con interessantissime considerazioni sul grandissimo Chaplin e la rivoluzionaria generazione dei comici dei primi del '900, il tutto tratto da questo libro che nel maggio 2008 arriva anche da noi.
la Rete - tutta intorno a noi?
L'altro giorno ero in un ascensore, a Palermo, un bell'ascensore moderno, metallo e vetro e riflessi di luce fra i due, e nella consueta targhetta in cui si indicava il produttore ed il conseguente numero di assistenza c'era indicata l'indirizzo di posta elettronica. Come a dire, la prossima volta che mi blocco qui dentro gli mando una mail [sempre solo se sprovvisto di compagnia femminile adeguata, anche se era un po' troppo aperta la visuale]; quello che qui da noi è una battuta -effettivamente l'ho pronunciata come tale quel giorno ed hanno riso gli altri compagni di ascensione-, in altri posti sarebbe invece realtà, nelle famose terre iperboree delle connessioni flat per cellulari a prezzi umani, dove non paghi a kilobyte e soprattutto dove tutto ciò funziona; terre paradisiache, di wi-fi danzanti che suonano l'arpa e ti blandiscono l'anima con pixel e feed, dove potresti, fuori dal locale un po' brillo, fare il test online dell'etilomentro di Repubblica (sì, ok è una stupidaggine, ma è uguale, devo poter usarlo). Luoghi del sogno, mistici, in cui la rete non ti abbandona mai e la solitudine è solo una faccina triste lanciata nel mare di una chat, luoghi religiosi, in special modo per uno come me, che si intrattiene spesso in concezioni teologiche della rete, regno dell'onniscienza, in cui tutto ciò che cerchi effettivamente c'è - dalle ricette di antiche cucine mozambichesi agli spartiti per oboe delle canzoni di Mino Reitano-, anche se noi, metafisicamente inferiori, possiamo solo, seguendo Pascal, affidarci al salto della Fede, ovvero a Google, e cercare, cercare e venire poi premiati. Luoghi in cui il consumo diventa critico, perchè prima di qualsiasi acquisto in un negozio -fosse anche di un capuccino- ho milioni di miliardi di alternative online con cui confrontarlo. Insomma, per farla breve, quelli che bramo sono posti dove l'iPhone innanzitutto è in vendita, e sopratutto a tariffe umane e flat, ovvero non l'Italia.
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12 novembre 2007
La Gioia - malgrado tutto
una qualche domenica fa sulla cronaca di roma di repubblica c'era un bel "racconto" (metto le virgolette perchè di 'sti tempi le definizioni valgono poco) di Nicola La Gioia, che in teoria era lì per raccontare Roma, un quartiere od anche solo un baretto dei ricordi del giorno prima, che si sa, gli scrittori gli basta poco, e di fatto lui ha raccontato "bene" (per le virgolette vedi sopra) i cazzi suoi, o roba che gli assomigliava molto, insomma di una donna e tutto quello che ne consegue, quindi più o meno tutto; e fra questo tutto c'era un'idea molto interessante, interessante senza virgolette dico, che mi è rimasta in testa. Ah, per la cronaca Nicola La Gioia è un valente scrittore giovane - 30 e qualcosa-, sceneggiatore e tante altre cose che hanno a che fare con la letteratura, addirittura con quella dove girano dei soldi(miminum fax, einaudi); mi dicono sia molto post-moderno, ma nemmeno troppo. Personalmente iniziai il suo Occidente per Principianti dopo averlo trovato su una bancarella a Porta Portese il giorno dopo averne letto una recensione di quelle del tipo "il libro è molto bello " ma che ci mettono un po' di più per dirlo; dopo un po' di pagine smisi la lettura perché fondamentalmente maceravo nell'invidia, insomma sentirmi parlare 'sto tipo che girava fra feste in case obnubilate di alcool, cultura e belle donne a piazza Navona -mi pare-, provvisto di seminterrato da artista, editor di non mi ricordo quale prestigiosa collana, insomma non ce la facevo proprio a leggere di sto tizio -il protagonista del romanzo, ma anche un po' lui, mr. La Gioia- che se la spassava e faceva la bella vita da scrittore, soprattutto in quei giorni per me un po' cupi -sì, ok, è un blog, in questo post ci metto anche gli affaracci miei, diamine, lo fa pure mr. La Gioia su Repubblica.
Comunque ritornando all'idea del suddetto "racconto", l'autore-protagonista La Gioia, poco prima di trovarsi al cinema con la donna bramata ma difficile da stringere a sè, scrive:
Insomma mi sono messo a pensare -è un pensare un po' strano e folle, lo so- ad un mondo in cui il piacere non ha più articolazione sociale di nessun tipo: niente bar, aperitivi, feste, party, cinema, teatri, ristoranti, caffè, concerti od orge di gruppo a cui invitare chi concupiamo, insomma basta con i modi e coi luoghi dove, di nascosto un po' anche da sè, noi si vede l'effetto che fa stare lì a desiderare. Beh, se togliessimo al piacere ogni contestualità rimarrebbe lì con la sua scabrosità, la sua pulsionalità, con il fatto che desideri lei - lui, fate voi-; quello che gli etologi da superquark chiamano il gioco del corteggiamento si ridurrebbe a quello che poi di fatto vediamo sullo schermo intercorrere fra leone e leonessa -sì, con loro, l'immagine funziona meglio-, ovvero dei semplici preliminari, in senso tecnico se ne esiste uno, ché il gioco più o meno è fatto e si sta lì solo ad assaporare quello che sta per succedere -ripensandoci, anche gli altri animali e la pulsionalità bruta son parecchio umani in questo, o forse umano e animale sono più vicini di quello che si può pensare. Insomma, senza contesti vari il piacere ed il desiderio (dell'altro ma non solo) sarebbe senza infingimenti -senza umanità? non credo- quello che già è, cioè sessualità, sesso, e credo che questo coinvolgerebbe anche quelle che ora sono relazioni di amicizia. Insomma, capisco lo scrittore con le sue necessità di scrivere da scrittore, su Repubblica per altro, ma quello che spunterebbe fuori non sarebbe proprio il "riempire la desolazione urbana con i nostro pensieri più immediati", più che altro si farebbe sesso non proprio con tutti indiscritamente, ma fra quelli che ci si piace sì, altro che omosessuali ed eterosessuali, amici e fidanzata, senza i contesti di piacere si perderebbe la distinzione fra i modi di piacerci, quindi amicizia ed amore o attrazione pari sarebbero -come pari già sono se uno guarda bene. A pensarci tutto ciò, soprattutto in alcuni paesi, comporterebbe l'abbattimento del tabù dell'incesto, difatti quest'estate ero in Scozia ed ho visto figli cresciutelli piacevolmente al pub con mamma e papà; vabbé, in Italia simili rischi forse non ci sono.
Certo è che la società in senso molto profondo, la socialità dell'essere umano, sì insomma quella della definizione dell'uomo -non quella del bipede implume- che già Aristotele a suo tempo... , il nostro essere quello che siamo si basa su questi contesti ben strutturati di piacere, su queste distinzioni, insomma su una forma di "repressione" che tutti si accetta, e quindi, nel mio delirietto personale, per paura di dissolvere troppo il me stesso immaginato allontanandomi troppo dal me reale - la domanda su fino a che punto si può immaginare non solo di non essere stessi, ma di andare contro il nostro comune sentire ed essere, tipo pensarsi fuori dallo spazio tempo o simili, mi ha sempre intrigato, ma in fondo sono un fifone e non ho voluto darmi risposta- ho escogitato una semplice soluzione. Non so se avete presente la distinzione socialismo/comunismo, quella che si tira fuori nei dibatti o nei collettivi per far vedere che sì è proprio di sinistra -mica socialdemocratici, eh!- ma che si sa che l'Urss era un obbrobrio, per cui si dice che i mezzi di produzione devono essere pubblici, anzi, degli operai o del popolo, come nel comunismo, mentre i singoli beni devono rimanere privati, del singolo. Ebbene qui, similmente, facciamo sì che il lavoro rimanga strutturato, sociale, fatto di cartellini da timbrare, code in macchina, corse e rincorse senza molto senso e tutto quello che già c'è adesso, e contemporaneamente lasciamo il godimento, insomma tutto quello che è dopo-lavoro e non più sussistenza, lasciato a noi stessi, senza punti di appoggio. Come a dire, entri in società -peraltro senza il noioso ballo del debutto- quando inizi a lavorare, poi, finito il tutto, così come sei entrato semplicemente vestendoti ed andando a lavorare, ne esci, e stai così, un po' nel vuoto un po' a godere
Comunque ritornando all'idea del suddetto "racconto", l'autore-protagonista La Gioia, poco prima di trovarsi al cinema con la donna bramata ma difficile da stringere a sè, scrive:
«Ho pensato per un attimo che solo in una città senza più cinema, né teatri, né ristoranti, né sale da concerto saremmo finalmente liberi di riempire la desolazione urbana con i nostro pensieri più immediati.»Che detto così magari non vi suona tanto, io però mi ci sono baloccato un po' con questa idea, dato che qualcun altro non lo faceva per me -ricordate quegli scrittori che di botto partivano per la tangente, anzi, che tante volte principiavano dalla tangente, e che poi finivano in quello che poi i critici chiamavano il "fantastico", gente come Tommaso Landolfi a cui ho rubato il nome di 'sto blog? Beh La Gioia mi sa che non è uno di quelli.
Insomma mi sono messo a pensare -è un pensare un po' strano e folle, lo so- ad un mondo in cui il piacere non ha più articolazione sociale di nessun tipo: niente bar, aperitivi, feste, party, cinema, teatri, ristoranti, caffè, concerti od orge di gruppo a cui invitare chi concupiamo, insomma basta con i modi e coi luoghi dove, di nascosto un po' anche da sè, noi si vede l'effetto che fa stare lì a desiderare. Beh, se togliessimo al piacere ogni contestualità rimarrebbe lì con la sua scabrosità, la sua pulsionalità, con il fatto che desideri lei - lui, fate voi-; quello che gli etologi da superquark chiamano il gioco del corteggiamento si ridurrebbe a quello che poi di fatto vediamo sullo schermo intercorrere fra leone e leonessa -sì, con loro, l'immagine funziona meglio-, ovvero dei semplici preliminari, in senso tecnico se ne esiste uno, ché il gioco più o meno è fatto e si sta lì solo ad assaporare quello che sta per succedere -ripensandoci, anche gli altri animali e la pulsionalità bruta son parecchio umani in questo, o forse umano e animale sono più vicini di quello che si può pensare. Insomma, senza contesti vari il piacere ed il desiderio (dell'altro ma non solo) sarebbe senza infingimenti -senza umanità? non credo- quello che già è, cioè sessualità, sesso, e credo che questo coinvolgerebbe anche quelle che ora sono relazioni di amicizia. Insomma, capisco lo scrittore con le sue necessità di scrivere da scrittore, su Repubblica per altro, ma quello che spunterebbe fuori non sarebbe proprio il "riempire la desolazione urbana con i nostro pensieri più immediati", più che altro si farebbe sesso non proprio con tutti indiscritamente, ma fra quelli che ci si piace sì, altro che omosessuali ed eterosessuali, amici e fidanzata, senza i contesti di piacere si perderebbe la distinzione fra i modi di piacerci, quindi amicizia ed amore o attrazione pari sarebbero -come pari già sono se uno guarda bene. A pensarci tutto ciò, soprattutto in alcuni paesi, comporterebbe l'abbattimento del tabù dell'incesto, difatti quest'estate ero in Scozia ed ho visto figli cresciutelli piacevolmente al pub con mamma e papà; vabbé, in Italia simili rischi forse non ci sono.
Certo è che la società in senso molto profondo, la socialità dell'essere umano, sì insomma quella della definizione dell'uomo -non quella del bipede implume- che già Aristotele a suo tempo... , il nostro essere quello che siamo si basa su questi contesti ben strutturati di piacere, su queste distinzioni, insomma su una forma di "repressione" che tutti si accetta, e quindi, nel mio delirietto personale, per paura di dissolvere troppo il me stesso immaginato allontanandomi troppo dal me reale - la domanda su fino a che punto si può immaginare non solo di non essere stessi, ma di andare contro il nostro comune sentire ed essere, tipo pensarsi fuori dallo spazio tempo o simili, mi ha sempre intrigato, ma in fondo sono un fifone e non ho voluto darmi risposta- ho escogitato una semplice soluzione. Non so se avete presente la distinzione socialismo/comunismo, quella che si tira fuori nei dibatti o nei collettivi per far vedere che sì è proprio di sinistra -mica socialdemocratici, eh!- ma che si sa che l'Urss era un obbrobrio, per cui si dice che i mezzi di produzione devono essere pubblici, anzi, degli operai o del popolo, come nel comunismo, mentre i singoli beni devono rimanere privati, del singolo. Ebbene qui, similmente, facciamo sì che il lavoro rimanga strutturato, sociale, fatto di cartellini da timbrare, code in macchina, corse e rincorse senza molto senso e tutto quello che già c'è adesso, e contemporaneamente lasciamo il godimento, insomma tutto quello che è dopo-lavoro e non più sussistenza, lasciato a noi stessi, senza punti di appoggio. Come a dire, entri in società -peraltro senza il noioso ballo del debutto- quando inizi a lavorare, poi, finito il tutto, così come sei entrato semplicemente vestendoti ed andando a lavorare, ne esci, e stai così, un po' nel vuoto un po' a godere
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10 novembre 2007
Aridaje! O forse no
Pare che la signora Hillary Clinton rischi di perdere la presidenza per una donna, sì, anche lei. La donna suo possibile futuro danno sarebbe Huma Abedin, che, come riporta la Stampa, si dice in giro sia la sua amante; alcuni giornali statunitensi riportano fonti, anonime of course, interne allo stesso staff Clinton, e detto da loro -i giornali americani- sembra quasi credibile.
Che poi alla forza ed alla diffusione di questo pettegolezzo contribusice il fascinoso mistero della collaboratrice della Clinton; vera e propria Mistery Woman, come la definisce in un lungo articolo the Observer: dall'età imprecisata (32 in realtà), origini sparse per il mondo (indo-pakistane pare, ma con solida crescita nella solida america del Michigan), bellezza sconcertante che abbaglierebbe chiunque sia a portata di sguardo od anche solo di immaginazione; sempre nell'articolo dell'Observer senatori americani si chiedono ammirati se la si possa considerare semplicemente umana e ricordano e menzionano sue virtù carismatiche e taumaturgiche; per dirne una, pare non sudi la ragazza, nemmeno in giugno, nei mezzogiorno assolati di Buffalo duranti interminabili comizi della capa cui pare induca fiducia e sicurezza come pochi, e di cui districa e dispone ogni movimento, letteralmente, tanto da esserne quello che in gergo si chiama "body person", un'assistente che gestisce dalle strette di mano e baci di bimbi, che non mancano ad ogni politicare, fino alle questioni del medioriente. Insomma dai ritratti trovati online la signorina Huma Abedin (pare sia single, seppur forse dotata di qualche figlio, di chi?, ma del mistero, come lei d'altronde) emerge come una vera e propria figura mitologica, un po' Medusa, fattucchiera, principessa orientale salda e saggia ma dalla bellezza trafiggi-animi, sfinge silente ma che evidentemente molto sa ma non si lascia sapere; come a dire che tanto noi uomini e donne siamo sempre là, attorno agli stessi altari e soggetti agli stessi incanti.
Comunque, pur in quello che all'apparenza sembra costituirsi come un eterno ritorno dell'identico, bisogna dire che la signora Clinton, a differenza del marito e della scialba Monica L, nel caso darebbe prova di gusti decisamente raffinati e selettivi; che poi una presidente donna e lesbica o bisex sarebbero un paio di notevoli rivoluzioni in una. Peccato che nello specifico non stimi affatto questa donna.
Che poi alla forza ed alla diffusione di questo pettegolezzo contribusice il fascinoso mistero della collaboratrice della Clinton; vera e propria Mistery Woman, come la definisce in un lungo articolo the Observer: dall'età imprecisata (32 in realtà), origini sparse per il mondo (indo-pakistane pare, ma con solida crescita nella solida america del Michigan), bellezza sconcertante che abbaglierebbe chiunque sia a portata di sguardo od anche solo di immaginazione; sempre nell'articolo dell'Observer senatori americani si chiedono ammirati se la si possa considerare semplicemente umana e ricordano e menzionano sue virtù carismatiche e taumaturgiche; per dirne una, pare non sudi la ragazza, nemmeno in giugno, nei mezzogiorno assolati di Buffalo duranti interminabili comizi della capa cui pare induca fiducia e sicurezza come pochi, e di cui districa e dispone ogni movimento, letteralmente, tanto da esserne quello che in gergo si chiama "body person", un'assistente che gestisce dalle strette di mano e baci di bimbi, che non mancano ad ogni politicare, fino alle questioni del medioriente. Insomma dai ritratti trovati online la signorina Huma Abedin (pare sia single, seppur forse dotata di qualche figlio, di chi?, ma del mistero, come lei d'altronde) emerge come una vera e propria figura mitologica, un po' Medusa, fattucchiera, principessa orientale salda e saggia ma dalla bellezza trafiggi-animi, sfinge silente ma che evidentemente molto sa ma non si lascia sapere; come a dire che tanto noi uomini e donne siamo sempre là, attorno agli stessi altari e soggetti agli stessi incanti.
Comunque, pur in quello che all'apparenza sembra costituirsi come un eterno ritorno dell'identico, bisogna dire che la signora Clinton, a differenza del marito e della scialba Monica L, nel caso darebbe prova di gusti decisamente raffinati e selettivi; che poi una presidente donna e lesbica o bisex sarebbero un paio di notevoli rivoluzioni in una. Peccato che nello specifico non stimi affatto questa donna.
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03 novembre 2007
Agli estremisti di destra serve la nostra comprensione
E io che pensavo fosse rigidità mentale, intolleranza congenita, volgare stupidità -sì insomma, son quelli che qualche post qui sotto potete vedere prendersi a cinghiate-, invece no, il nazi-fascismo altro non è che paralisi spasmica dell'arto superiore destro che colpisce maschi beoti cui causa un insoffocabile desiderio di radersi la testa, per non parlare dell'emarginazione cui condanna questi poveretti, insomma adottate un estremista anche voi
Documentario sull'estremista di destra
Documentario sull'estremista di destra
01 novembre 2007
Ponte
Oggi che cos'è? Festa? Vacanza? Dipende. E da chi, da cosa? Va bè, pensiamo al domani, che di quello v'è certezza, domani è «ponte», per alcuni al meno.
Ponte, di Giorgio Manganelli, Lunario dell'Orfano Sannita
[...]Una volta, per essere precisi -diciamo tra gli Etruschi e Giordano Bruno- non di vacanza si parlava, ma di feste. Ed erano feste essenzialmente religiose. Nè mancano vacanze oggi che abbiano un vago luccichio chiesastico, nessuno sa mai bene perché il tal giorno sia festa - Sacro Cuore? Madonna? Ma quante volte «ascende», e chi, per favore? Feste antiche, si sa, e sotto il trucco grasso e faticoso delle «vacanze» qualche ruga nonnesca si intravede.
Le vacanze religiose sono pie, ed è bene che il cittadino si abitui a collegare l’idea di Dio con quella di una macchina surriscaldata e litigiosa in lento progresso sugli asfalti, tra altre quattroruote, non meno torvamente pie. Tuttavia ho l’impressione che il collegamento sia un po’ troppo nel vago, e che si pera una occasione per fare pedagogia di massa. Alle feste religiose, che una loro antiquata, manierosa dignità l’avevano, sapevano di «letizia», si sono venute affiancando le feste laiche: Patria, guerre, conquiste, martire, re e repubbliche, qualcosa che finiva, qualcosa che cominciava, la prima volta che, fondazioni, distruzioni, sacri confini, e via garrendo al vento volta volta del futuro, della gloria, del passato, delle memorie, delle speranze; [...] noi abbiamo una lenta ma ormai innegabile evoluzione dalla fase della «festa» a quella delle «vacanze». E’ curioso notare che non molti anni fa la «vacanza» designava il tempo libero del giovanetto irretito nelle cure scolastiche; giacchè al ragazzo, all’infante, ben si poteva regalare una qualche «vacanza», che non fosse «festa», data la sua disponibilità alla gioia, alla mera ilarità dell’esistere. «Vacanza» designava anche, e tutt’ora designa, il farsi libero di un posto specie statale: «si dichiara la vacanza della cattedra», che indica il consolidamento legale di un vuoto, e che comporta la vaga, e forse repressa memoria, di un che di festose, di languido e disimpegnato. Pertanto la storia psicologica dell’idea di vacanza include questi elementi che non possono scindersi: un che di infantile, di fisiologicamente esuberante, quasi che la giocherellona felicità dell’infanzia fosse finalmente «alla portata di tutti», anche uomini di mezz’età, o cadenti; e si vedano le radioline, i mangiadischi, e tutte quelle cose che ripetono la grazia fragile delle «chicche e balocchi»; la vacanza insomma presuppone un’estensione illimitata dei riti infantili della scuola dell’obbligo, fino a lambire il decesso; presuppone inoltre la diserzione temporanea da uno spazio sociale, che assume i caratteri psicologici di un contenitore per esseri umani, una indistruttibile scatola di plastica capace di ospitare e plasmare una dopo l’altra una serie illimitata di vite.Tuttavia la scolarità permanente e la sia pur provvisoria fuga dal contenitore sociale potrebbe generare «una festa», qualcosa di antico, terribile e violento, tra danza e furore: perchè generano una «vacanza»? Forse questa aggiornata rielaborazione dell’antico rito - che non tanto fa un abbacchio dell’Agnus Dei, che sarebbe ancora metamorfosi umana, ma chiude nei missili patriottici gli antichi fulmini celesti- nasce dai misti sgretolati amori delle feste religiose e civili; e proprio perchè ora stiamo vivendo un «ponte», devo confessare che questa immagine mi pare indichi una sorta di alcova, o di passaggio segreto, di corridoio nel quale possano incontrarsi le feste dei due già distinti ranghi. Da una parte una festa fiera e maschia, mettiamo un quattro novembre, col suo ardore di fante, «al sangue» e «sulle braci», in attesa della bistecchiera radioattiva; dall’altra i languori di una pietà elegante, di antica nobiltà e buone letture, ma un poco solitaria. Non mancano mai i pomeriggi di pioggia e di peccato. L’istituzione del «ponte», questa semplice e geniale invenzione, in qualche modo coonesta queste fornicazioni, e ne legittima i già colpevoli frutti: per cui un giovedì religioso e un venerdì laico generano un sabato che partecipa di entrambi, con l’aiuto di una buona, vecchia domenica, levatrice discreta e complice
Ponte, di Giorgio Manganelli, Lunario dell'Orfano Sannita
[...]Una volta, per essere precisi -diciamo tra gli Etruschi e Giordano Bruno- non di vacanza si parlava, ma di feste. Ed erano feste essenzialmente religiose. Nè mancano vacanze oggi che abbiano un vago luccichio chiesastico, nessuno sa mai bene perché il tal giorno sia festa - Sacro Cuore? Madonna? Ma quante volte «ascende», e chi, per favore? Feste antiche, si sa, e sotto il trucco grasso e faticoso delle «vacanze» qualche ruga nonnesca si intravede.
Le vacanze religiose sono pie, ed è bene che il cittadino si abitui a collegare l’idea di Dio con quella di una macchina surriscaldata e litigiosa in lento progresso sugli asfalti, tra altre quattroruote, non meno torvamente pie. Tuttavia ho l’impressione che il collegamento sia un po’ troppo nel vago, e che si pera una occasione per fare pedagogia di massa. Alle feste religiose, che una loro antiquata, manierosa dignità l’avevano, sapevano di «letizia», si sono venute affiancando le feste laiche: Patria, guerre, conquiste, martire, re e repubbliche, qualcosa che finiva, qualcosa che cominciava, la prima volta che, fondazioni, distruzioni, sacri confini, e via garrendo al vento volta volta del futuro, della gloria, del passato, delle memorie, delle speranze; [...] noi abbiamo una lenta ma ormai innegabile evoluzione dalla fase della «festa» a quella delle «vacanze». E’ curioso notare che non molti anni fa la «vacanza» designava il tempo libero del giovanetto irretito nelle cure scolastiche; giacchè al ragazzo, all’infante, ben si poteva regalare una qualche «vacanza», che non fosse «festa», data la sua disponibilità alla gioia, alla mera ilarità dell’esistere. «Vacanza» designava anche, e tutt’ora designa, il farsi libero di un posto specie statale: «si dichiara la vacanza della cattedra», che indica il consolidamento legale di un vuoto, e che comporta la vaga, e forse repressa memoria, di un che di festose, di languido e disimpegnato. Pertanto la storia psicologica dell’idea di vacanza include questi elementi che non possono scindersi: un che di infantile, di fisiologicamente esuberante, quasi che la giocherellona felicità dell’infanzia fosse finalmente «alla portata di tutti», anche uomini di mezz’età, o cadenti; e si vedano le radioline, i mangiadischi, e tutte quelle cose che ripetono la grazia fragile delle «chicche e balocchi»; la vacanza insomma presuppone un’estensione illimitata dei riti infantili della scuola dell’obbligo, fino a lambire il decesso; presuppone inoltre la diserzione temporanea da uno spazio sociale, che assume i caratteri psicologici di un contenitore per esseri umani, una indistruttibile scatola di plastica capace di ospitare e plasmare una dopo l’altra una serie illimitata di vite.Tuttavia la scolarità permanente e la sia pur provvisoria fuga dal contenitore sociale potrebbe generare «una festa», qualcosa di antico, terribile e violento, tra danza e furore: perchè generano una «vacanza»? Forse questa aggiornata rielaborazione dell’antico rito - che non tanto fa un abbacchio dell’Agnus Dei, che sarebbe ancora metamorfosi umana, ma chiude nei missili patriottici gli antichi fulmini celesti- nasce dai misti sgretolati amori delle feste religiose e civili; e proprio perchè ora stiamo vivendo un «ponte», devo confessare che questa immagine mi pare indichi una sorta di alcova, o di passaggio segreto, di corridoio nel quale possano incontrarsi le feste dei due già distinti ranghi. Da una parte una festa fiera e maschia, mettiamo un quattro novembre, col suo ardore di fante, «al sangue» e «sulle braci», in attesa della bistecchiera radioattiva; dall’altra i languori di una pietà elegante, di antica nobiltà e buone letture, ma un poco solitaria. Non mancano mai i pomeriggi di pioggia e di peccato. L’istituzione del «ponte», questa semplice e geniale invenzione, in qualche modo coonesta queste fornicazioni, e ne legittima i già colpevoli frutti: per cui un giovedì religioso e un venerdì laico generano un sabato che partecipa di entrambi, con l’aiuto di una buona, vecchia domenica, levatrice discreta e complice
28 ottobre 2007
Parole Sante
Fra le «storie di autorganizzazione e di precarietà nel più grande call center italiano» che danno vita al sincero ed asciutto documentario di Ascanio Celestini, Parole Sante -visto ieri sera alla Festa di Roma-, ad un certo punto c'è una frase che pronuncia Marco, uno dei protagonisti della vicenda Atesia, riguardo il rapporto fra politici, e non solo, e la loro condizione di lavoratori indebitati e sfruttati:
Un applauso, di approvazione quanto di scuse e di ammissione di colpa visto l'ambiente, si è levato in sala.
Sono tutti staccati dalla realtà. La sinistra magari prova a interpretarla, ma non la vive.
Un applauso, di approvazione quanto di scuse e di ammissione di colpa visto l'ambiente, si è levato in sala.
25 ottobre 2007
Cuius Regio Eius Religio
Tanto per ricordarci che la realtà, che campeggia lassù nel titolo e pare anche attorno a noi, ne ha molte da offrirci: da un bell'articolo di Marco D'Eramo su il manifesto di ieri, ecco a voi in che cosa credono i Mormoni, sì quelli in Utah con le tante mogli -una volta, dicono-, puritani e cosmopoliti -girano il mondo per convertirci:
*nella foto la Mormon Cathedral, Washington DC, o forse dal Mago di Oz, fate voi
Secondo il Libro di Mormon, pressappoco nel 600 avanti Cristo, subito prima che i babilonesi distruggessero Gerusalemme, le famiglie di Lehi (un facoltoso mercante ebreo), di Ishmael e Zoram viaggiarono dalla Palestina fino in America dove Lehi morì. Dopo la sua morte, il suo quarto figlio, Nephi, venne a sapere che i fratelli stavano complottando contro di lui, così fuggì e con i suoi seguaci si rifugiò nei boschi. I seguaci di Nephi si chiamarono nephiti (suddivisi a loro volta in josephiti, giacobiti, e zoramiti). I seguaci del primogenito di Lehi, Laman, furono chiamati lamaniti, anche se vi erano ishmaeliti, lemueliti... Secondo i mormoni, nephiti e lamaniti sono i progenitori degli indiani di America, o almeno di una parte, e ricevettero una visita di Gesù Cristo subito dopo la sua crocifissione. Dopo una serie di secolari peripezie, i nephiti furono sconfitti dai lamaniti. La storia di questi popoli fu registrata in tavole dorate scritte in misteriosi geroglifici da Mormon, padre di Moroni, l'ultimo sopravvissuto dei nephiti, che ricevette le tavole da suo padre e le nascose nel 421 d. C. in un luogo che 14 secoli dopo (nel 1823) sarebbe si sarebbe trovato nello stato di New York, vicino alla casa di Joseph Smith (1805-1844) cui Moroni apparve in sogno, gli fece trovare le tavole e, grazie a una «pietra profetica», lo rese capace di trascriverle in inglese moderno in quel che è divenuto il Libro di Mormon. Va detto che Joseph Smith aveva già trovato altre pietre magiche che, diceva, lo rendevano capace di individuare tesori nascosti, attività in cui fu impegnato per quattro anni, tanto che nel 1826 fu trascinato in processo come impostore per il mancato ritrovamento di un tesoro.Circa 12 milioni di persone negli States credono in tutto ciò -sì, ok, il credere religioso si è abbastanza sfumato negli ultimi tempi, ma questa non pare gente di grandi sottigliezze-, fra cui un candidato repubblicano alla presidenza, Mitt Romney, ed il presidente democratico del senato Harry Reid. Parliamo della religione con il più alto tasso di crescita mondiale grazie all'altissimo numero di missionari in giro per il mondo. Almeno ai tempi dell'Eneide i miti fondanti li affidavano a gente capace che non produceva simili incroci fra Codice Da Vinci ed Indiana Jones, comunque sempre meglio di Scientology ed i vari alieni, o no?
*nella foto la Mormon Cathedral, Washington DC, o forse dal Mago di Oz, fate voi
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19 ottobre 2007
Cinghia e moschetto
Prima di postare questo video volevo fare un po' di ricerche, contestualizzarlo o roba simile, ma poi alla fine le cose parlano da sole. Insomma, i giovani fascisti romani e non solo hanno come rituale (goliardico dicono loro, idiota e sessuale dico io) il prendersi a cinghiate -sì, a cinghiate- sulle note di una canzone dall'eloquente titolo di Cinghiamattanza. Lo slogan è una roba del tipo «Uno me sfilo la cinta, due incomincia la danza, tre pijo bene la mira, quattro cinghiamattanza»: una versione ancora più estrema, e sessualizzata (le mediazioni son sempre sessuali, e la cinta simbolicamente è pure troppo chiara) del pogo. Fra paura e sincero dispiacere (per loro) verrebbe quasi da augurarsi che non prendano così bene la mira e si colpiscano alle parti basse, così ci evitiamo un'altra generazione disperante. Voi, se ne conoscete, aiutateli
La menzione di "circolo futurista", inutile dirlo, suona drammaticamente ridicola.
La menzione di "circolo futurista", inutile dirlo, suona drammaticamente ridicola.
17 ottobre 2007
Elementare Watson!
Sullo scorso numero di Internazionale c'era un articolo dello psicologo e scienziato cognitivo Steven Pinker, dal titolo In difesa delle idee pericolose (qui in inglese, sorry ma gli italiani son più chiusi e non ci lasciano leggere i loro contenuti online), in cui argomentava contro la possibilità che nella ricerca scientifica vi siano dei tabù, dei limiti che facciano escludere alcune domande dal dibattito in quanto socialmente scomode o contro i nostri ideali, roba del tipo (cito) "La situazione ambientale è migliorata negli ultimi cinquant'anni?" o "L'omosessualità è una malattia?, o "Le religioni hanno ucciso più persone del nazismo?" (le risposte le conoscete, vero?). Alla fine del medesimo articolo lo stesso Pinker riconosceva però come nella stessa scienza, od in altri contesti razionali, si può scegliere per l'ignoranza, si può decidere di non farsi rivelare un segreto temendo minacce, o rifiutare una domanda incriminante, o decidere di non sapere a chi è stato somministrato il placebo ed a chi il medicinale da testare. Non credo però che, per lo meno per certe "domande pericolose", questo sia il corretto approccio. Non c'è sempre bisogno di scomodare il tabù basta ripensare alcune di queste domande -e le possibili risposte che temiamo- soprattutto quelle che coinvolgono concetti umani, troppo umani, quali concetti morali, antropologici, che hanno a che fare con la nostra vita.
Ripensavo a tutto questo leggendo che il genetista premio Nobel James Watson (quello che fin dalla scuola abbiamo imparato ad associare a Crick per la scoperta della struttura del DNA) ha affermato che i neri, gli africani in particolari, sono meno intelligenti . E' in definitiva superfluo ricordare al professor Watson l'elementare verità, portata alla luce da Luca Cavalli-Sforza, che parlare di "neri" o di razza non ha nemmeno più senso, visto che il mio Dna potrebbe essere più simile a quello di un Masai che a quello del mio vicino di casa. Il problema è che la scienza -quella ideologica così come quella corretta- non può pretendere di esercitare la stessa forza di controllo sul concetto di "intelligenza" come lo ha sul concetto di "adenina" o di "proteina". Quello che si deve vedere, che capire è già troppo, è che "intelligenza" è una parola che tira in ballo talmente tante cose (quali? appunto!),che qualunque sua irregimentazione scientifica non aggiungerebbe chiarezza al concetto (come ha fatto spiegandoci che l'acqua è H2O) ma lo distruggerebbe. Altro che Q.I. o capacità logico-simboliche, che son ovvietà, ma l'ambiente, fisico, emotivo, culturale, in cui si cresce, non avrebbero importanza? E come si fa a misurarle? Ma soprattutto che senso ha misurarle? Per vedere le differenze e le identità fra le persone è sufficiente parlarci, incontrarle, aprire gli occhi, abbiamo davvero bisogno che la scienza ci dica che l'omosessualità non è una malattia, o che potenzialmente siamo tutti uguali? Come potrebbe, e perchè? Non è un tabù dire che la scienza non c'entra molto con simili domande, non è paura della risposta, piuttosto è la consapevolezza che la scienza in questi ambiti può aiutarci a smontare imposture come ha fatto Cavalli-Sforza, ma non ha le "risposte", se ci sono son sempre state là, in quello che facciamo, proviamo e vediamo, non c'era bisogno della genetica nell'antica Grecia per capire che gli schiavi e le donne non erano e non sono inferiori, non c'è ne bisogno ora, la domanda non si pone, basta saper guardare.
Ripensavo a tutto questo leggendo che il genetista premio Nobel James Watson (quello che fin dalla scuola abbiamo imparato ad associare a Crick per la scoperta della struttura del DNA) ha affermato che i neri, gli africani in particolari, sono meno intelligenti . E' in definitiva superfluo ricordare al professor Watson l'elementare verità, portata alla luce da Luca Cavalli-Sforza, che parlare di "neri" o di razza non ha nemmeno più senso, visto che il mio Dna potrebbe essere più simile a quello di un Masai che a quello del mio vicino di casa. Il problema è che la scienza -quella ideologica così come quella corretta- non può pretendere di esercitare la stessa forza di controllo sul concetto di "intelligenza" come lo ha sul concetto di "adenina" o di "proteina". Quello che si deve vedere, che capire è già troppo, è che "intelligenza" è una parola che tira in ballo talmente tante cose (quali? appunto!),che qualunque sua irregimentazione scientifica non aggiungerebbe chiarezza al concetto (come ha fatto spiegandoci che l'acqua è H2O) ma lo distruggerebbe. Altro che Q.I. o capacità logico-simboliche, che son ovvietà, ma l'ambiente, fisico, emotivo, culturale, in cui si cresce, non avrebbero importanza? E come si fa a misurarle? Ma soprattutto che senso ha misurarle? Per vedere le differenze e le identità fra le persone è sufficiente parlarci, incontrarle, aprire gli occhi, abbiamo davvero bisogno che la scienza ci dica che l'omosessualità non è una malattia, o che potenzialmente siamo tutti uguali? Come potrebbe, e perchè? Non è un tabù dire che la scienza non c'entra molto con simili domande, non è paura della risposta, piuttosto è la consapevolezza che la scienza in questi ambiti può aiutarci a smontare imposture come ha fatto Cavalli-Sforza, ma non ha le "risposte", se ci sono son sempre state là, in quello che facciamo, proviamo e vediamo, non c'era bisogno della genetica nell'antica Grecia per capire che gli schiavi e le donne non erano e non sono inferiori, non c'è ne bisogno ora, la domanda non si pone, basta saper guardare.
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Fenomelogia del leader
due grandi comici e non solo a confronto, tema: "Il nostro caro Leader"
Svolgimento 1, Maurizio Crozza 2007
Italiano corretto, buona mimica, un'idea sola (il "ma-anchismo" del soggetto in esame, idea ripresa in altri video del candidato Crozza) protratta un po' troppo e peraltro non originalissima, a rischio di didascalismo. voto: 6, per la stima accumulata negli anni, può fare moolto di più
Svolgimento 2, Corrado Guzzanti 2001
Il candidato Guzzanti, come suo solito in anticipo su tempi e modalità, mette al centro della sua interpretazione, perfetta nel timbro e nella fisicità, la perdita della categoria del "politico" da parte dell'allora leader dei Ds Veltroni, che annaspa nella ricerca del candidato premier fra sport, spettacolo e cultura pop. Anche qui l'idea è una sola, ma così forte da diventare "unica", come unico e incapace di alterità è il pensiero del personaggio in esame, inoltre l'idea viene protratta a vertigine, con un interessante crescendo che si discosta dalla giustapposizione del candidato Crozza, che alla lunga risultava piatta. Non si può poi non notare come tutto ciò prefigurasse quanto avvenuto in questi giorni, "il poveraccio che molla Roma e viene a suicidarsi al posto nostro" era allora il giovin Rutelli -impolitico come pochi, solo testimonial e volto pubblicitario-, mentre ora, mutatis mutandis, sembre essere lo stesso Walter. Come al solito il candidato è stato dunque visionario, prefigurando quello che sarà il contrappasso del nostro caro leader. Voto 9+
Svolgimento 1, Maurizio Crozza 2007
Italiano corretto, buona mimica, un'idea sola (il "ma-anchismo" del soggetto in esame, idea ripresa in altri video del candidato Crozza) protratta un po' troppo e peraltro non originalissima, a rischio di didascalismo. voto: 6, per la stima accumulata negli anni, può fare moolto di più
Svolgimento 2, Corrado Guzzanti 2001
Il candidato Guzzanti, come suo solito in anticipo su tempi e modalità, mette al centro della sua interpretazione, perfetta nel timbro e nella fisicità, la perdita della categoria del "politico" da parte dell'allora leader dei Ds Veltroni, che annaspa nella ricerca del candidato premier fra sport, spettacolo e cultura pop. Anche qui l'idea è una sola, ma così forte da diventare "unica", come unico e incapace di alterità è il pensiero del personaggio in esame, inoltre l'idea viene protratta a vertigine, con un interessante crescendo che si discosta dalla giustapposizione del candidato Crozza, che alla lunga risultava piatta. Non si può poi non notare come tutto ciò prefigurasse quanto avvenuto in questi giorni, "il poveraccio che molla Roma e viene a suicidarsi al posto nostro" era allora il giovin Rutelli -impolitico come pochi, solo testimonial e volto pubblicitario-, mentre ora, mutatis mutandis, sembre essere lo stesso Walter. Come al solito il candidato è stato dunque visionario, prefigurando quello che sarà il contrappasso del nostro caro leader. Voto 9+
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14 ottobre 2007
Fate la cosa giusta
Se proprio dovete andare a votare oggi, votate lei -è facile, è l'unica donna-, non siate egoisti, pensate all'Africa che ha più bisogno di Lui
e non bastasse quest'appello, beccatevi il secondo video di Tolleranza Zoro, con pure il video confronto fra i candidati
e non bastasse quest'appello, beccatevi il secondo video di Tolleranza Zoro, con pure il video confronto fra i candidati
13 ottobre 2007
«Soltanto chi fabbrica scaldabagni o maniglie di ottone stampato è una persona degna di considerazione a Milano»
Un fulminante e diabolico inedito del gran lombardo Carlo Emilio Gadda, un'invettiva ferocissima contro i milanesi, che nel 1932, menzionando "fabbrichette" e mitologia "celtica" (ricorda qualcosa?), smonta in anticipo, affondando come un coltello, tutto quello che è accaduto nei settant'anni ora passati nella produttiva e retorica Milano. Il corrierone, che lo ha pubblicato il 3 ottobre scorso con il titolo "Chiusi, onesti, pieni di meschinità celtica, odiano i meridionali senza averne la forza", lo accompagna con un breve commento di Paolo Di Stefano.
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12 ottobre 2007
iGore
A questo punto, disinteressato a quanto avviene domenica qui in patria, non mi resta che sperare che il prossimo presidente Usa sia un uomo Apple, la mela morsicata alla conquista dell'america, o almeno della nomination democratica. Visto che Steve è impegnato a farci sognare fra iphone & co, ci accontentiamo di un premio Nobel, per di più ecologista: Go Al*, e ricorda, think different
*mr Gore è nel cda Apple Inc.
UPDATE del 13 ottobre: ora la pagina di Apple.com è dedicata proprio ad Al
*mr Gore è nel cda Apple Inc.
UPDATE del 13 ottobre: ora la pagina di Apple.com è dedicata proprio ad Al
11 ottobre 2007
Cercansi Isola, scopo Pirati
Corpo di Mille Balene! Il tracker torrent -per intenderci, uno dei siti grazie a cui si scarica dalla rete- The Pirate Bay* è in cerca di un'isoletta indipendente e sovrana come base per le sue scorribande, una micronazione dove far risiedere i server informatici al riparo della varie polizie mondiali che li hanno già costretti a trasferirsi in Svezia.
I moderni Pirati, non più marinai arruzzoniti dalla salsedine ma novelli Robin Hood -provvisti di banner pubblicitari però -che rubano ai ricchi per dare agli utenti, hanno cambiato metodi, niente assalti ardimentosi e sbarchi di fortuna, ma una regolare ed ufficiale transazione di acquisto della loro isoletta in cui fondare una sorta di repubblica pirata. C'era anche un sito per raccogliere i soldi per l'operazione, ma la prima alternativa individuata, l'isola di Sealand**-in realtà una chiatta dinanzi all'Inghilterra che si era proclamata stato sovrano ed independente nel menefreghismo generale- come nel calciomercato estivo è stata dichiarata incedibile dal suo monarca -i sudditi sono 4. Varie sono le alternative cui ora si sta pensando, ma pare che dovunque andranno, e qualunque modello di potere instaureranno nel nuovo stato pirata, non è previsto alcun Partito Democratico.
*se seguite il link e poi ci fate quello che volete, beh, io non c'entro niente, affar vostri, per la barba di Nettuno! che poi mentre scrivo il sito è giù, e sulla pagina compare il divertente «Moving some stuff, database is in use for backups, soon back again.. Btw, it's nice weather outside I think».
**la cui voce wiki qui linkata merita davvero un passaggio
I moderni Pirati, non più marinai arruzzoniti dalla salsedine ma novelli Robin Hood -provvisti di banner pubblicitari però -che rubano ai ricchi per dare agli utenti, hanno cambiato metodi, niente assalti ardimentosi e sbarchi di fortuna, ma una regolare ed ufficiale transazione di acquisto della loro isoletta in cui fondare una sorta di repubblica pirata. C'era anche un sito per raccogliere i soldi per l'operazione, ma la prima alternativa individuata, l'isola di Sealand**-in realtà una chiatta dinanzi all'Inghilterra che si era proclamata stato sovrano ed independente nel menefreghismo generale- come nel calciomercato estivo è stata dichiarata incedibile dal suo monarca -i sudditi sono 4. Varie sono le alternative cui ora si sta pensando, ma pare che dovunque andranno, e qualunque modello di potere instaureranno nel nuovo stato pirata, non è previsto alcun Partito Democratico.
*se seguite il link e poi ci fate quello che volete, beh, io non c'entro niente, affar vostri, per la barba di Nettuno! che poi mentre scrivo il sito è giù, e sulla pagina compare il divertente «Moving some stuff, database is in use for backups, soon back again.. Btw, it's nice weather outside I think».
**la cui voce wiki qui linkata merita davvero un passaggio
10 ottobre 2007
Sinistro ritratto del Politico da giovane
Sabato Liberazione manda in edicola Walter Ego, gli anni del principato romano, pamphlet in cui ex collaboratori e compagni politici analizzano criticamente gli ultimi anni romani di sua Veltron(n)ezza. Certo che per promuoverlo il nemico storico Piero Sansonetti -il direttore dei rifondaroli- ricorra a il Giornale di Berlusconi fa un po' venire i brividi. Hanno voluto pescare soldi e consensi solleticando la pancia dell'elettorato di destra, pronto a sputacchiare su qualunque cosa venga da sinistra, gli stessi che poi per anni hanno esaltato Bertinotti per la sua coerenza, ovvero il vecchio favore fattogli. Veramente la sinistra e Rifondazione sono ridotte molto male se ricorrono a questi mezzucci per di più cercando sponde.
In prima pagina del retrivo fogliaccio del padron Silvio, pardon, del padroncino Paolo, compare infatti sotto la dicitura "Sgambetti Sinistri" un articolo che illustra l'iniziativa ed addirittura un estratto della Walter-biografia che aprirà il volumetto, proprio a firma di Sansonetti, con annesso attacco di una delle loro solite penne. Che poi quello che scrive Sansonetti non è nulla di che, roba già sentita e stradetta, a parte il fatto accessorio ma gustoso, e che non sapevo, che Veltroni all'epoca dell'Unità concesse una rubrica fissa a Paolo Villaggio.
Comunque ahimè il tutto è davvero troppo sinistro, ero interessato al volumetto ed ad alcune delle sue firme, ma penso che passerò.
In prima pagina del retrivo fogliaccio del padron Silvio, pardon, del padroncino Paolo, compare infatti sotto la dicitura "Sgambetti Sinistri" un articolo che illustra l'iniziativa ed addirittura un estratto della Walter-biografia che aprirà il volumetto, proprio a firma di Sansonetti, con annesso attacco di una delle loro solite penne. Che poi quello che scrive Sansonetti non è nulla di che, roba già sentita e stradetta, a parte il fatto accessorio ma gustoso, e che non sapevo, che Veltroni all'epoca dell'Unità concesse una rubrica fissa a Paolo Villaggio.
Comunque ahimè il tutto è davvero troppo sinistro, ero interessato al volumetto ed ad alcune delle sue firme, ma penso che passerò.
08 ottobre 2007
Q.E.D. - Mal Pansa
Uno (io) pensa, con ingenua bontà, che se un grande giornalista italiano di sinistra e dei giornali della sinistra -L'Espresso ma anche Repubblica fra gli altri- si metta verso i 70 a scriver libri sulla resistenza italiana mostrandone esclusivamente i lati oscuri -ché oramai siamo grandi e possiamo dire che un dark side of CLN c'è pure stato-, non stia solo facendo brutalmente i conti col proprio passato, coi propri sensi di colpa seppur di non-partecipante (era piccolino il gran giornalista, del 1935, anche se una staffetta non la si negava a nessuno all'epoca) e di uomo di moderata sinistra poi (che va di moda gettar fango e libri sulle proprie origini), insomma uno pensa che, nonostante l'acrimonia e la violenza efferata degli attacchi, ci sia anche un tentativo di cronaca giornalistica, un abbozzo di processo storiografico seppur mooolto contestabile, magari una provocazione, insomma che ci sia qualcosa, qualunque cosa oltre un debordante emergere di una virulenta indigestione reazionaria, che si sa che con l'età presenta spesso il conto, e conseguente remunerativo passaggio a destra.
Certo a quell'uno (me) dovrebbe dire qualcosa e far dubitare di ciò il fatto che i titoli dei suddetti libri partano dal grand-guignolesco Il sangue dei vinti fino all'orwelliano-berlusconiano La Grande Bugia; eppure no, il nostro in cuor suo spera nonostante la settimanale rubrica infervorata che il grande giornalista tiene ed in cui conferma i suoi impeti revisionisti perfino sull'oggi (?!), nonostante il grande giornalista scriva ogni tanto anche su il Giornale, quello con la maiuscola, insomma quello là, di Paolo fratello di Silvio, ma nulla, nonostante l'evidenza spera e si illude che non stia semplicemente passando a destra in cerca di facili consensi e convenienza, che qui già siam pochi, e fa pure un po' freddo oramai.
Invece. Invece poi succede che Giampaolo Pansa su Il Giornale Della Libertà (il titolo da ex Urss non inganni, è quello diretto da Michela Brambilla), il 5 ottobre a pagina 4 scrive in un suo pezzo:
Invece. Invece poi succede che Giampaolo Pansa su Il Giornale Della Libertà (il titolo da ex Urss non inganni, è quello diretto da Michela Brambilla), il 5 ottobre a pagina 4 scrive in un suo pezzo:
«I Circoli della Libertà stanno dando un contributo assolutamente positivo al rinnovamento della politica italiana, visto che i partiti da soli non sono in grado di risolvere i problemi»ed altri elogi connessi. Ed allora uno (io) lo viene a sapere da qualcuno più disincantato e c'ha proprio la nausea, quella vera, de panza.
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04 ottobre 2007
Marx, ce l'ho. Stalin, ce l'ho. Berlinguer mi manca, mi manca tanto
Il manifesto, in funzione anti-PD e relativo pantheon, lancia L'Album di Famiglia, una raccolta di 220 figurine per ripercorrere la storia della sinistra italiana e mondiale; ci saranno proprio tutti, buoni e cattivi, da Marx a Gobetti, da Stalin a Pol Pot, passando per Veltroni (?), Occhetto & Co, come scrive repubblica. Da comunisti onesti quali sono, promettono dal manifesto che non ci saranno introvabili o figurine più rare di altre, tutti i protagonisti verranno stampati in egual copia, il costo è di 90 centesimi a pacchetto per cinque figurine.
Cercasi compagni di raccolta e trepidante scarto di pacchetti dinanzi ad edicolanti sconcertati, a differenze di alcuni che criticano online l'iniziativa io aderisco, mi pare importante ristabilire e scegliere le nostre divinità da invocare od imprecare, quelle che hanno dato sciagure, pestilenze, così come quelle che ci hanno fornito vittorie od oracoli da decifrare, per non ritrovarci non solo senza storia ma per di più senza firmamento celeste.
Cercasi compagni di raccolta e trepidante scarto di pacchetti dinanzi ad edicolanti sconcertati, a differenze di alcuni che criticano online l'iniziativa io aderisco, mi pare importante ristabilire e scegliere le nostre divinità da invocare od imprecare, quelle che hanno dato sciagure, pestilenze, così come quelle che ci hanno fornito vittorie od oracoli da decifrare, per non ritrovarci non solo senza storia ma per di più senza firmamento celeste.
25 settembre 2007
«I will not wait 20 years to make another movie»
Intanto i Simpsons son tornati negli US per la diciannovesima stagione, con annesse conseguenze del film (sì, ovviamente c'è qualche spoiler, ma nulla di che)
24 settembre 2007
Maniaci Lessicali
Nella frenetica internet quotidiana uno dei siti su cui capito spesso è etimo.it, in cui è riportato non ancora integralmente lo splendido vocabolario etimologico di Ottorino Pianigiani, che già dall'inconsueto nome del suo autore rivela l'età dell'opera che è da poco centenaria. Anche il linguaggio delle varie voci è gustosamente retrò più che antico, bonariamente saggio più che vecchio, con spruzzate di dotti toscanismi quanto di positivismo di una volta. Inoltre i lemmi non sono stati trascritti, ma scannerizzati, ed il gusto cresce.
Nelle mie frequentazioni non mi ero però mai accorto che c'è una classifica delle parole più ricercate, ed ovviamente fra le prime 30 o giù di lì più di una decina sono a sfondo sessuale, per intenderci: cazzo (#1), fica (#4), fregna (#6), clitoride, orchite (!), onanismo (la rete si riconosce), culo e così via. Per rispetto ratzingerista aggiungo che compaiono anche amore e matrimonio. A parte l'evidente aspetto di mania (dal greco ed a sua volta dal sanscrito MANYU, turbamento, da cui deriva la parola stessa 'mente', quindi non preoccupiamoci troppo) sessuale, i vari termini sono molto interessanti, devo dire che tranne un paio non li avevo mai cercati, ed ora ho così scoperto ad esempio che la parola cazzo deriva da una contrazione di capezzo dal latino CAPITIUM formato da CAPUT il capo (cfr. capezzolo, il cabeza spagnolo, o cazzotto che deriva da capezzotto), qualcosa di simile a «piccolo capo, nel senso di manico, a cui rassomiglia l'arnese di cui parlasi» come chiosa il grande Ottorino. Insomma mi sa che l'espressione testa di cazzo è un po' pleonastica.
Inoltre ho scoperto il modo di dire, usato anche dall'esimio Dante Alighieri, "fare le fiche", che indicherebbe il gesto di porre il pollice fra indice e medio, atto di spregio diffuso pare dagli etruschi fino ai greci, il tutto debbo dire riportato anche da Wikipedia (già che c'ero ho controllato).
Inoltre ho scoperto il modo di dire, usato anche dall'esimio Dante Alighieri, "fare le fiche", che indicherebbe il gesto di porre il pollice fra indice e medio, atto di spregio diffuso pare dagli etruschi fino ai greci, il tutto debbo dire riportato anche da Wikipedia (già che c'ero ho controllato).
Nella graduatoria compaiono anche etimologia (mi ero sentito molto fico quando avevo fatto questa meta ricerca, e poi ho scoperto che un altro paio di migliaia di persone hanno avuto la stessa idea), e berlusco, che viene da bis-luscus, due volte losco, ma questa la sapevo già, ho sentito anche che compare e trova conferma in un racconto di Gadda come cognome di un ricco industriale lombardo, oltre che nella realtà evidentemente.
17 settembre 2007
Blaaaagh & Self-Loathing
comincia a 6:00
HENRY (deejay): Sono qui con Hank Moody, famoso autore di romanzi underground come "A sud del Paradiso", "Stagione negli abissi", e il più famoso, "Dio ci odia tutti". Come stai, Hank?
HANK: Sono un po' a terra, ma è bello essere qui, grazie, Henry.
HENRY: Alcuni hanno paragonato l'attesa per il tuo nuovo libro a quella, di più di dieci anni, per il nuovo album dei Guns'n'Roses. Quale dei due pensi verrà alla luce prima?
HANK: Di sicuro spero di battere i Guns'n'Roses, perché vorrei tanto essere ammesso nel club del libro di Oprah. Voglio l'adesivo del club sul mio libro. Voglio andare in quel programma e chiederle di quella scena in "Beloved" dove si ranicchia per fare la pipì: Quante volte l'hanno girata? E' un'attrice metodica?
HENRY: Ma seriamente, il tuo blog per Hell-A Magazine sta facendo parlare molto gli appartenenti alla cultura underground, è grandioso.
HANK: Grazie. Ma non è niente più che diarrea (pissing from my ass), niente di più... Le cose mi infastidiscono e io invento, le scrivo.
HENRY: Qual è la tua ultima ossessione?
HANK: Che la gente è sempre più stupida. Insomma, abbiamo tutta questa tecnologia fantastica, i computer ormai sono macchine per le seghe a 3 zeri. Internet doveva liberarci, democratizzarci, ma tutto quello che ci ha dato è stata la campagna presidenziale fallita di Howard Dean e l'accesso 24 ore su 24 al porno per pedofili. La gente non scrive più, fa i blog.
Invece di parlare, manda messaggi: niente punteggiatura, niente grammatica. "Cmq" qui, "risp" là.
Mi sembrano solo un branco di fessi che cerca di pseudo-comunicare con altri fessi usando una protolingua molto simile a quella usata dai cavernicoli più che all'Inglese che conosciamo.
HENRY: Ma tu sei parte del problema. Cioè, sei lì che blogghi per la maggior parte di loro.
HANK: E da qui il disprezzo per me stesso.
Californication Episode 5
(via)
14 settembre 2007
L'olimpo del PD
allora, a domanda rispondendo, i futuri leaders del pd indicano come loro -e del partito- modelli:
- il computer (W per Veltroni, modello Odissea nello spazio)
- Aldo Moro e Page & Brin, fondatori di google (Adinolfi, un moderno blogger DC)
- Don Luigi Sturzo, senza nemmeno nominarlo chiaramente, citando «l'appello di un sacerdote siciliano ai "liberi e forti", quasi 90 anni fa» (il coraggioso Letta)
- Il capitano Kirk ,ad essere precici James Tiberius Kirk (2293-2371), dell'Enterprise (lo stellare Schettini -sì esiste anche lui)
La Bindi -che traccheggia ma non cade nel gioco- e Gawronsky (?)- Gandhi, Einaudi e Ciampi- ci fanno quasi una bella figura. Quasi.
- il computer (W per Veltroni, modello Odissea nello spazio)
- Aldo Moro e Page & Brin, fondatori di google (Adinolfi, un moderno blogger DC)
- Don Luigi Sturzo, senza nemmeno nominarlo chiaramente, citando «l'appello di un sacerdote siciliano ai "liberi e forti", quasi 90 anni fa» (il coraggioso Letta)
- Il capitano Kirk ,ad essere precici James Tiberius Kirk (2293-2371), dell'Enterprise (lo stellare Schettini -sì esiste anche lui)
La Bindi -che traccheggia ma non cade nel gioco- e Gawronsky (?)- Gandhi, Einaudi e Ciampi- ci fanno quasi una bella figura. Quasi.
11 settembre 2007
In a silent way...
due ricordi di Joe Zawinul
con i Weather Report nel 1971
con Herbie Hancock in un duo pianistico del 1989
con i Weather Report nel 1971
con Herbie Hancock in un duo pianistico del 1989
09 settembre 2007
Caro PD ti scrivo...il tuo programma
Visto che col PD ci dobbiamo rassegnare ad un partito popular-populista, almeno toccherebbe trovare un programma non troppo malvagio, e visto gli ultimi tempi ho una mia, ma non mia, modesta proposta, come dire, se ci tocca Walter che almeno ci faccia sognare, unica sua presunta capacità:
Pregasi notare: i richiami religiosi, critici ma non totalmente distruttivi (i preti, pur sposati rimarrano preti e soprattutto 3 natali=ancor più Papa in tv), con annessi richiami mistici (luce tutto l'anno, gli uccelli che ritornano, Cristo che scende dalla croce che può alludere alla liberazione dalla teologia sacrificale ed annesse sofferenze così come ad un ritorno di Dio in campo), così si intercetta pezzi di cattolicesimo e di new age pop così come di anticlericali. E poi la promessa, spezzata in più parti per evadere la sua facile riconoscibilità, di panem et circenses (il mangiare e le feste), dunque l'atmosfera, confermata dalle gaurigioni degli infermi, è garbatamente miracolistica, senza che però ci si affidi ad un leader/dio/politico/sindaco-che-gli-piace-il-cinema, bensì all'anno entrante, alle sorti progressive del paese, insomma c'è una chiara filosofia della storia marxisteggiante alla base.
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce
anche gli uccelli faranno ritorno.
Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno,
anche i muti potranno parlare
mentre i sordi già lo fanno.
E si farà l'amore ognuno come gli va,
anche i preti potranno sposarsi
ma soltanto a una certa età,
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
saranno forse i troppo furbi
e i cretini di ogni età.
(Lucio Dalla, L'anno che verrà)
L'invito all'amore libero come richiamo alla sinistra radicale (tranne Cossutta, che per decidersi sta ancora aspettando una direttiva del PCUS), il chiaro riferimento ai furbetti del quartierino ed alla loro scomparsa che tanto allieterà il popolo girotondino -e me-, così come la scomparsa dei cretini come affermazione della meritocrazia che tanto piace ora nel centro-sinistra in nome del libero mercato (!), completano il quadro di un programma oserei dire geniale. E notate che il tutto è del lontano poliedrico '78.
07 settembre 2007
(Fatti a) Pezzi
-Che Barba, che noia! Il mondo della filosofia, dopo il famoso "diverbio" dell'attizzatoio (Wittgenstein lo brandì contro Popper durante un dibattito), si stava per arricchire di un nuovo gustoso aneddoto con annesso oggetto contundente, che sarebbe potuto passare alla storia come "lo scontro del remo"; purtroppo lo hanno fermato
- Confusione a Repubblica? Il grande giornale del grande partito democratico pubblicava l'altro giorno, come segnalava il manifesto, questa réclame dei lavavetri (gli aggeggi, non le persone), con annesso slogan «consigliato dai "professionisti" al semaforo». Anch'io ho un consiglio, democratico si intende, per i valenti giornalisti di Rep.: usate questa immagine per la vostra coraggiosa e fiera battaglia anti-lavavetri, ripubblicate la pubblicità con sopra il titolo "L'unico lavavetri che vogliamo".
-Lapsus berlusconiani. Si riapre il caso Dalla Chiesa, pare siano state le Br
- Già che ci siamo. Graziella, bel fumetto che divaga fra infanzia e ricordi del bravo Makkoz (via Giavasan)
- Confusione a Repubblica? Il grande giornale del grande partito democratico pubblicava l'altro giorno, come segnalava il manifesto, questa réclame dei lavavetri (gli aggeggi, non le persone), con annesso slogan «consigliato dai "professionisti" al semaforo». Anch'io ho un consiglio, democratico si intende, per i valenti giornalisti di Rep.: usate questa immagine per la vostra coraggiosa e fiera battaglia anti-lavavetri, ripubblicate la pubblicità con sopra il titolo "L'unico lavavetri che vogliamo".
-Lapsus berlusconiani. Si riapre il caso Dalla Chiesa, pare siano state le Br
- Già che ci siamo. Graziella, bel fumetto che divaga fra infanzia e ricordi del bravo Makkoz (via Giavasan)
05 settembre 2007
Il paradosso del gelataio: spiegata la deriva al centro (dannato PD)
il logico e matematico impertinente Piergiorgio Odifreddi ci spiega perché siamo fregati
p.s. che poi sfortunatamente la destra non mi pare si stia spostando al centro, vabbé, pure nei paradossi ci rimaniamo fregati, peggio dei carabinieri
p.s. che poi sfortunatamente la destra non mi pare si stia spostando al centro, vabbé, pure nei paradossi ci rimaniamo fregati, peggio dei carabinieri
30 agosto 2007
E' morto Franco Carlini
E' morto a 63 anni Franco Carlini, grande giornalista ed intellettuale, vero esperto del mondo digitale e della rete, uno dei primissimi ad occuparsene in Italia. Grazie al suo stile garbato e piano ed alla sua enorme curiosità ho iniziato a capire ed intravedere qualcosa di quello che stava accadendo qui, fra questi numeri e protocolli e server che ora fanno parte delle nostre vita, fin da metà anni 90 su il manifesto e sull'espresso. Collaborava anche con il corriere e repubblica, e tutti questi giornali oggi lo ricordano sulle loro homepage, così come fa anche luca sofri su wittgenstein.it, nessuno segnala però il suo bel blog Chips & Salsa, che contiene molti dei suoi articoli, se vi capita fateci un giro, le cose più stimolanti sulla rete le ho lette lì.
29 agosto 2007
Lost, le origini
Per i Lost appassionati che passano di qui, un bell'articolo che racconta come sarebbe potuto essere, ma non è stato, il nostro show preferito: una lunga intervista al primo sviluppatore (Jeffrey Lieber) della serie, fatto fuori poi in dirittura d'arrivo, ed annessi retroscena hollywoodiani del complicato mondo delle produzioni seriali.
Consigliato ai persi-per-lost come a chi voglia scoprire come nascono, vengono abortiti, o mutano i sogni di cui è fatta la nostra vita televisiva.
25 agosto 2007
..di velocità virtù...
Una inutile quanto strabiliante prova di capacità pittoriche..consiglio di non saltare alla fine ed aspettare che ci venga rivelato il soggetto..
22 agosto 2007
Amici di Joseph ed eugenetica
Partendo dalle ricerche per il post precedente ho trovato un po' di cose interessanti, digitando nell'apposito motore di ricerca del "sito degli amici di Joseph Ratzinger" (anche denominato, e non scherzo, Joseph Ratzinger fan Club...il papa ha dei fan? ma una volta non erano fedeli??)
questo sull'omosessualità
questo sulla pedofilia
e questo in cui si sostengono le radici eugenetiche del movimento dei Verdi (di cui veramente ho cercato inutilmente conferme, sia sul sito dei verdi che sulla storia dei verdi in wikipedia, ma devo dire che bastano un paio di date per farsene un'idea, ovvero secondo l'articolo:
il quale mi ha portato ovviamente qui (Wikipedia), dove ho scoperto che
Provate anche voi, è divertente, potremmo anche fare una paginetta "coza ne penza ' papa"
questo sull'omosessualità
questo sulla pedofilia
e questo in cui si sostengono le radici eugenetiche del movimento dei Verdi (di cui veramente ho cercato inutilmente conferme, sia sul sito dei verdi che sulla storia dei verdi in wikipedia, ma devo dire che bastano un paio di date per farsene un'idea, ovvero secondo l'articolo:
Eugenetico e razzista anche uno dei padrie secondo la mia scarsa memoria e Wikipedia conferma la fondazione dei verdi risale al 1985..)
fondatori dei verdi italiani: Alessandro Ghigi (1875-1970).
il quale mi ha portato ovviamente qui (Wikipedia), dove ho scoperto che
In gran parte dell'Europa occidentale e del nord America venneroMi fermo qui...mi basta per oggi...
applicati provvedimenti di vario tipo di carattere eugenetico a partire da
inizio Novecento. I programmi eugenetici più efferati sono stati applicati dalla
Germania nazista, ampiamente trattati nella voce Aktion
T4.
Alcuni stati si sono distinti per un maggior
impegno in tal senso, con una legislazione eugenetica non solo positiva, mirante
cioè a indirizzare le scelte riproduttive, ma anche negativa, ovvero la
rimozione forzata di caratteri considerati negativi. Ecco le stime riguardanti i
casi di sterilizzazioni:
Germania: 1933-1941: oltre 400.000
Stati Uniti:
1899-1979: circa 65.000
Svezia: 1934-1976: 62.888
Finlandia: 1935-1970:
58.000
Norvegia: 1934-1977: 40.891
Danimarca: 1929-1967: 11.000
Canada: 1928-1972: circa 3.000
Svizzera: 1928-1985: meno di 1.000
Le
leggi eugenetiche furono votate pressoché ovunque a stragrande maggioranza. Le
forze politiche di ogni orientamento, furono concordi sull'utilità delle
pratiche di sterilizzazione, per miglioramento della razza, o per motivi
demografici ed economici. In particolare in Svezia e Finlandia la gestione del welfare
state portò a scegliere interventi di questo tipo per
ridurre il carico degli assegni di maternità. Negli Stati uniti ad essere sterilizzati erano coloro che venivano
dichiarati deboli di mente, pazzi, idioti, imbecilli, criminali-nati, o
addirittura epilettici, persone moralmente degenerate o sessualmente pervertite.
Oltre alle sterilizzazioni vi erano le politiche che miravano a favorire la
riproduzione tra soggetti "adeguati", ad esempio il divieto di matrimonio tra
"adatti" e "inadatti". Misure eugenetiche positive più o meno blande sono
state prese pressoche ovunque. Negli Stati Uniti, la violazione delle regole sul
matrimonio era punita con fino a 10 anni di reclusione.(il corsivo è
mio).
Provate anche voi, è divertente, potremmo anche fare una paginetta "coza ne penza ' papa"
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