
Se Ratzinger si sbriga c'è bello e pronto lo stadio Olimpico...
un invito ai surrealisti, gli astrattisti, gli iperrealisti, i classicisti, i dadaisti, gli edonisti, i monadici, gli atonali, gli espressionisti, perché “che meta hanno le nostre passeggiate se non la realtà?”.
Egli sa con chiara certezza di non conoscere né sole né terra, ma soltanto un occhio che vede un sole, e una mano che sente il contatto d'una terra.
Noi stiamo [...] davanti ad un albero in fiore, e l'albero sta davanti a noi. L'albero e noi ci presentiamo a vicenda, l'albero stando lì e noi di fronte ad esso. Noi e l'albero siamo in quanto siamo posti in relazione l'uno per l'altro e l'uno dall'altro. In questa presentazione non si tratta quindi di rappresentazioni che ci ronzano nella testa.
Bart: Che cos'è la mente? E' solo un sistema di impulsi? O è qualcosa di tangibile?
Homer: Cos'è la mente? Non materia. Cosa fa la materia? Non mente. Dehihihohoh!
Te nu jur a surrealìti, li castrattìliti,
li hyperiòli, a'haulìsti, ted altriò
is guestionnà "ke goal iear el notros passeggiàliti
fi al realitisciò?"
"obbligati in questa stanza come le bestie, come potete vedere ci piove anche addosso e oltre alla neve che cade in montagna ci abbiamo noi qua la neve nostra. Calcinacci che cadono..."come mostrava un'inchiesta di Report di un paio d'anni fa.
Avviso per i viaggiatori diretti verso gli Stati Uniti
In conseguenza di questa legge, ci si chiede se il Ministero degli Esteri italiano ha in programma di diramare un avviso per i cittadini italiani che intendono recarsi negli Stati Uniti. Tale avviso dovrebbe spiegare che la nuova legge lascia al presidente decidere, secondo una definizione vaga ed ambigua, chi è un “combattente nemico illegale”. Questa definizione comprende non solo chi si è impegnato in atti ostili contro gli Stati Uniti o i suoi co-belligeranti, ma anche chi intenzionalmente e materialmente sostiene tali ostilità. Le prove al riguardo non devono essere rese pubbliche.
L’avviso dovrebbe sottolineare che i cittadini non statunitensi definiti come “combattenti nemici illegali” potrebbero essere arrestati, anche senza capi d’accusa, e imprigionati a tempo indeterminato. La nuova legge, infatti, elimina il diritto all’habeas corpus, ossia il diritto di contestare i motivi della propria detenzione davanti a un tribunale civile.
Secondo i termini di questa legge, se e quando il detenuto viene processato ciò sarà attraverso una commissione militare istituita dal Ministro della Difesa o da altro ufficiale militare e sarà composta di giudici e avvocati militari. Il detenuto non godrà delle protezioni legali riconosciute come fondamentali nei paesi civili. Può non essere informato delle prove contro di sé e sono ammissibili anche le prove ottenute con metodi ritenuti equivalenti alla tortura. Le “tecniche di interrogatorio” applicabili verranno decise da Bush e non saranno rese pubbliche. Inoltre, la possibilità di ricorrere in appello è stata quasi del tutto eliminata, e gli appelli che si basano sulle Convenzioni di Ginevra verranno respinti.
Infine, l’avviso dovrebbe ricordare ai viaggiatori che nel gennaio del 2006
Stephanie Westbrook
Statunitensi per la pace e la giustizia – Roma
CSF: Quando Vittorio Emanuele, in una telefonata intercettata, ha detto che i sardi puzzano, come ritorsione il comune di Nuoro ha cancellato la sua famiglia dalla toponomastica.
Renato Soru: «Credo che l’abbiano fatto anche altri comuni. Una cosa che personalmente apprezzo. Si poteva fare anche prima. Ma non penso che dobbiamo perdere tempo dietro alle vicende di questa persona. Prima non poteva entrare in Italia. Adesso non può uscire. Splendido. È un’immagine letteraria».
Fosse solo questo, già ci sarebbe da divertirsi abbastanza. Ma, oltre a quest'arte dell'arrangiarsi (tipicamente meridionale se vogliamo scadere nei luoghi comuni), la bellezza degli O' Que Strada sta anche nel gioco combinatorio di stili, tradizioni e influenze diverse, che vanno dal fado alla musica pop, dallo ska alla musica classica fino alle colonne sonore dei film di Tarantino, saltellando rapidamente in un continuo gioco ipercitazionista, dissacrante e profondamente infantile. Assistere a un loro concerto vuol dire anche essere trasportati in un contesto da guitti di strada, con i musicisti che con consumata capacità attoriale si trasformano in magnaccia, poliziotti, ragazzini in fuga e quant'altro. Il tutto senza alcuna forma di esotismo riduttivo e semplificante, e presi senza sosta in un gioco di luci orchestrate direttamente dal palco. Un altro esempio dunque - se vogliamo paragonabile alla nostra Banda Osiris o al mai abbastanza elogiato Stefano Bollani - di come sia possibile fare musica giocando e divertendosi.
Tutta questa accozzaglia di parole - non so pensare a un sistema diverso per descrivere un loro spettacolo - la riverso in questo post semplicemente per provare a condividere quanto vissuto, e magari lasciarne una traccia anche per voi. Per il resto non posso che consigliare una visita al sito degli O' Que Strada, che di certo non sarà come assistere a una loro esibizione dal vivo, ma vale sicuramente la pena. E intanto io aspetto che esca il loro disco (a quanto ne so ancora in fase di produzione) oppure di rimettermi nuovamente in viaggio per il Portogallo.
"Mi pare che [i giornalisti] già ora si occupino malamente solo di scoop e cronaca nera, invece di dare informazioni utili ai cittadini. Danno le notizie sbagliate apposta, per poi smentirle, solo perché così si fa più scena" (Anonimo)
E alla fin fine (di che? boh) sono loro due i candidati, Prodi vs. Berlusconi, dopo le tante voci su Gianni Letta, Tremonti, D'alema, Veltroni, Ruini (per entrambi gli schieramenti), et cetera ... alla fine son rimasti loro in sella. Immobilismo atavico della politica italiana, regressiva come solo pochi gamberi, rossi o neri che siano.
E mentre il rischio Silvio tormenta le nostre notti, Forza Italia, da quel che si dice, male che le vada, prenderà uno sconcertante 20%; un votante su 5 sceglierà direttamente Bisluscus[1], i cui ultimi giorni di campagna elettorale m'hanno fatto vergognare non più solo per l'italia, ma direttamente per lui stesso.
Piazzista senza piazza, le cui promesse "esagerate", improvvisamente strettamente di destra - meno stato senza l'ici, la condanna del tentativo (?) dell'Unione di «rendere uguale il figlio del professionista al figlio dell´operaio»- stanno proprio tentando di ricostruirla ad immagine e somiglianza dell'Italia che lo aveva votato e che lui in questi cinque anni ha "tradito" perdendosi in se stesso, ed a cui ha concesso "troppo poco"; il padre "libertario" e rimorchione, il super-italianomedio non ci (li) ha fatto godere quanto diceva, si è rifugiato nei suoi stessi fantasmi che spaccia per sogni, e nonostante ciò rischiamo che non perda!!
Il curato Prodi ci offre invece un tranquillizzante e serio realismo, che poco ci parla del modificare l'esistente anche grazie ai sogni, ma tant'è, c'abbiamo lui, votiamolo. Poi, lo dico da anni con vari amici, si potrà di ritornare a parlare di politica.
E tanto per espormi, visto che il voto è una preferenza e non una scelta, io preferisco Rifondazione Comunista, nonostante i leaderismi Bertinottiani, nonostante troppe ce ne avrei da dire sul comunismo e troppe da capire, nonostante alcuni rifondaroli vetero-qualsiasi cosa o neo-qualsiasi cosa, nonostante molte perplessità insomma. Difendere il lavoro ed i diritti di noi tutti -per sintetizzare rozzamente- mi pare fondamentale , quindi la mia crocetta andrà a "loro" anche se nonostante la mia adesione l'estraneità permane.
Dite la vostra che ho detto la mia
Speriam bene
[1] Il dizionario delle parole difficili di Decio Cinti (Sonzogno, 1940) alla voce "berlusco", dice: berlusco: dal latino bisluscus, due volte losco, voce antiquata per losco, guercio"Noi vogliamo una Italia che non diventi un paese plurietnico, pluriculturale. Siamo fieri della nostra cultura e delle nostre tradizioni"dice oggi Berlusconi, riecheggiando il buon Marcello Pera ed i suoi allarmi di meticciato, che riecheggiavano il becero razzismo pseudo scientista anni ’30, che a sua volta altro non era che la traduzione di medesime pulsioni italiche ben precedenti, soprattutto grazie all'amore che le gerarchie cattoliche ci avevano instillato verso gli ebrei [e poi c’è chi si chiede perché Umberto Eco abbia intitolato una raccolta di suoi recenti articoli A passo di gambero].
Noi non crediamo più veramente; semplicemente, seguiamo (alcuni) rituali e usi religiosi per rispetto allo «stile di vita» della comunità a cui apparteniamo (pensiamo al proverbiale ebreo non credente che segue le regole kosher «per rispetto della tradizione»). Cos'è uno stile di vita culturale se non il fatto che, anche se non crediamo in Babbo Natale, a dicembre c'è un albero di Natale in ogni casa e anche nei luoghi pubblici? Forse, allora, «cultura» è il nome che diamo a tutte quelle cose che pratichiamo senza crederci veramente, senza «prenderle sul serio». Non è questo anche il motivo per cui la scienza - fin troppo reale - non rientra in questa nozione di cultura? E non è questo anche il motivo per cui liquidiamo i credenti fondamentalisti - che osano prendere sul serio il loro credo - come «barbari», come anti-culturali, come una minaccia alla cultura? Oggi, in ultima analisi, percepiamo come minaccia alla cultura coloro che vivono la loro cultura immediatamente, che non si distanziano da essa.
The Italian Political Election 2006 poll statistic shows that Casa delle Libertà is at 57%, Unione is at 38%, Others is at 5%. Clearly, this pattern indicates that the Casa delle Libertà (the italian for "House of Liberties") will win 9th April 2006 Election without any reasonable doubts, although almost the totality of the italians are comunists.
Un classico: vi chiedono una statistica, un grafico un diagramma entro 10 minuti per giustificare un budget. O per andare in Tv.
Et voilà, una bella statistica che "è perfino su internet"...
Mentre l’Italia è spaccata [o forse spacciata] fra Ruini e Della Valle, io, irresponsabilmente, me ne sono stato a sentire dueoreetrentacinque di ottoni macedoni, alias
vedete un po’ che dovete fà.
Serviranno veramente i consigli di un esperto di linguistica e di scienze cognitive per sconfiggere la destra? Certo il gran parlare che si sta facendo attorno a “Non pensare all’elefante!” del professore di Berkley Gorge Lakoff, farebbe supporre di si.
Pubblicato in Italia fra i libri di Internazionale questo libro propone l’idea che le vittorie dei conservatori degli ultimi anni siano dovute ad uno studio decennale teso ad uniformare il linguaggio della destra; i conservatori usano parole semplici che richiamano ad una rete di valori solidi e riconoscibili e che permettono all’elettore di riconoscersi in una proposta politica chiara ed uniforme.
Ciò non capita alla sinistra, dominata dai personalismi e dall’impossibilità di riconoscere una chiara rete di valori che dominano i programmi e le scelte politiche. Sono i conservatori a dettare il linguaggio della politica, costringendo i progressisti sulla difensiva, essendo sempre gli avversari a scegliere le regole del gioco.
Secondo Lakoff gli elettori si riconoscono in due diversi modelli politici, ognuno esemplificabile attraverso una metafora familiare. Quella del padre autoritario per la destra e quella del genitore premuroso e democratico per la sinistra.
A tutto ciò segue l’analisi di parole chiave del linguaggio conservatore ed eventi che esemplificano la tattica dei repubblicani (dalla discesa in campo di Shwarzenegger ai racconti di Bush sulle armi di distruzione di massa in Iraq), il tutto corredato da consigli alla sinistra per sconfiggere la destra.
Se pensiamo che sono stati i repubblicani gli inventori del “Contratto con l’America”, forse qualche consiglio potrebbe essere utile anche qui in Italia, dove anche il neutro termine Pacs mette in crisi la coalizione di centro-sinistra.
La mia perplessità però riguarda la scelta della metafora che dovrebbe rappresentare i progressisti, non vorrei cioè che anche Lakoff sia caduto nel tranello della destra, usando il loro linguaggio. Mi riferisco alla metafora del padre premuroso. Non credo proprio che un partito di sinistra per essere alternativo alla destra si debba presentare come un padre (sia pure “simpatico”) per i propri elettori. Che ne direbbe John Stuart Mill?